09 marzo 2018

E il PD scoprì il sud

A pochi giorni dal voto per le politiche la reazioni dei vertici del Partito Democratico, del suo segretario e dei tifosi in rete si può sintetizzare in due mosse: nei tweets in cui si mette in avviso il partito stesso per bloccare ogni alleanza con Di Maio.
E nella presa per i fondelli del voto al sud che è finito ai cinque stelle.

In merito al primo punto vorrei capire come mai si deve sottoporre agli iscritti questo eventuale accordo quando non si è fatto lo stesso per le larghe intese di Letta e per il Nazareno poi.
Vorrei anche capire cosa significa mai al governo con gli estremisti: ho provato a chiederlo su twitter a quanto taggavano #senzadime: ma niente accordi nemmeno con Forza Italia (che pure sarebbe alleata con Salvini)?
Risposte al momento non pervenute.
E i sondaggi sugli elettori del Pd direbbero pure il contrario



Il secondo aspetto: al sud hanno votato 5 stelle i fancazzisti che ora sperano nel reddito di cittadinanza come fossero le pensioni di invalidità.
Questo il sunto dei tweet dei pensatori renziani sui social che pure hanno fatto girare la bufala dei CAF presi d'assalto in Puglia da cittadini desiderosi di prendere questo nuovo sussidio.
Quanta malafede da persone che pure dovrebbero appartenere ad un'area ancora di centro sinistra.
C'è del buono in questo però: finalmente il PD, che ha vinto nel centro di Milano, nel centro di Torino, si è accorto della disoccupazione al sud, della crisi, del fatto che in intere regioni al sud ci si deve arrangiare.
Finché c'erano i signori delle clientele e delle fritture, andava tutto bene.

Il PD ha scoperto il sud. Era ora.

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