19 febbraio 2018

C'è un equivoco di fondo

C'è un equivoco di fondo (prendo a prestito le parole di Paolo Borsellino): c'è chi pensa che fascismo e antifascismo siano due facce della stessa medaglia.
Persone che citano a casaccio le parole di Ennio Flaiano, senza sapere chi fosse Flaiano.
In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti. Ennio Flaiano
Oppure tirano fuori un lettera tra Pasolini e Moravia, estrapolata dal contesto, fuorviandone anche il senso, in cui il poeta si interrogava sulla natura di certi antifascisti:
Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda
Ecco, chiariamo una cosa: l'antifascismo non è di destra né di sinistra. L'antifascismo è un principio alla base della nostra democrazia, delle nostre istituzioni: coloro i quali esprimono sofferenza per tutti questi antifascisti che si permettono pure di manifestare nelle piazze questa loro appartenenza, si stanno mettendo fuori dalla democrazia e dalla Costituzione.
Lo stesso vale per quelli che mettono tutto sullo stesso piano, rossi e neri (come se l'antifascismo fosse appannaggio della sinistra e basta).

Se nelle manifestazioni si trovano quelli (pochissimi e isolati) inneggiano alle foibe, i violenti, persone che cercano lo scontro con le forze dell'ordine, il discorso non cambia.
L'antifascismo da salotto, di quanti si ricordano solo il 25 aprile che c'era un prima, la dittatura che aveva cancellato le libertà (di espressione, di associazione..) è un antifascismo di facciata.
Come quello di Berlusconi che aveva disertato tutti i 25 aprile, quando era presidente del Consiglio, poi nel 2009 si era presentato ad Onna col fazzoletto da partigiano al collo.

Tutto questo preambolo per arrivare ai commentatori indignati delle violenze, degli scontri, che escono fuori come le lumache dopo la pioggia, ad ogni manifestazione contro, da Macerata a Bologna.
Quelli che non se ne può più.
Quelli che basta con questo fascismo degli antifascisti.

Ecco, cari signori che non vi indigna il fascismo, non vi indigna il livello di corruzione di questo paese, il livello di mafiosità raggiunto in certe regioni d'Italia, la permeabilità alle mafie da parte del ceto politico e industriale.
Cari signori democratici a giorni alterni, sappiate che la democrazia è un processo cui si è arrivati anche con la lotta, anche clandestina,  contro il governo legittimamente eletto (direbbero loro) Mussolini e contro il governo fantoccio di Salò.
Che strumentalizzare gli scontri, slogan violenti (di pochi e isolati), la violenza (che c'è e che nessuno nega ma nessuno giustifica quando accade) è un giochetto vecchio che ha stancato.
Come hanno stancato quelli che difendono la libertà di stampa quando conviene (per esempio per attaccare Grillo e i grillini) salvi dimenticarsene quando i giornalisti fanno domande scomode.

A proposito di citazioni, tra quelle a lui riferite, questa è quella che preferisco

Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui. Non ama l’amore, ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des. È superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre. Le madri sono generalmente fasciste.
E Pasolini, nella sua lettera, intendeva puntare il dito contro l'antifascismo di facciata, come quello della DC e i suoi alleati, contro la Rai che censurava Pannellla e il suo sciopero della fame (si legga il thread su Wu Ming).


Ma per saperlo bisognerebbe aver letto Moravia, Pasolini e Flaiano.

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