23 dicembre 2017

Bastardi in salsa rossa, di Joe Lansdale


Incipit (che trovate qui)

Mi stavo ancora riprendendo dal fatto di essere morto e, lasciatemelo dire, si trattava di un ritorno in piena regola.Sono morto due volte in ospedale, dopo essere stato accoltellato, e l’ultima cosa che ricordo prima del risveglio dalla morte è che Leonard era lì, a ingozzarsi di biscotti, mentre attendeva che mi riprendessi. A dire il vero ero sveglio, ma riuscivo a tenere gli occhi aperti appena quanto bastava per vedere lui. Mi sentivo alla deriva su una barca lenta diretta verso il nulla, con un bastone infilato nel pisello. Che poi si è rivelato essere un catetere, solo che a me sembrava un bastone. E pure bello grosso.Medici e infermieri mi avevano salvato dal fosso immenso e oscuro, e quando tornai in superficie non fu a Gesù che dissi grazie. Ringraziai lo staff di medici, i loro anni di preparazione, le loro enormi capacità. Ho sempre immaginato che, se fossi stato un dottore e avessi salvato la vita a qualcuno, e quel qualcuno si fosse risvegliato e avesse detto «grazie Gesù», gli avrei infilato un paio di pinze su per il culo e gli avrei detto di provare a vedere se Gesú poteva tirargliele fuori.Morale della favola, ero tornato. Mi ci volle qualche mese per rimettermi in sesto, ma alla fine ci riuscii quasi del tutto, e ormai ero praticamente autonomo. Avevo perso qualche chilo mentre facevo la dieta del tubo-in-gola (non lo stesso tubo che era nel mio uccello, mi preme specificarlo), ma negli ultimi tempi ero tornato in gran forma. Sentivo di poter sollevare due quintali e mettere al tappeto un gorilla incazzato, anche se forse non in uno scontro leale.

Bentornato Hap!
Ci eravamo tanto preoccupati di non vederti più, dopo quel finale tragico in Honky Tonk Samurai ..Come avrebbe fatto tuo fratello Leonard (un fratello con la pelle un po' scura) a far andare avanti la l'agenzia investigativa (che poi sarebbe di Brett, ma lasciamo perdere)?

Eccoli qua, invece: Hap e Leonard sono tornati sono di nuovo insieme e questa volta se la dovranno cavare da soli o quasi perché Brett (e anche la figlia Chance) si sono prese una brutta influenza.
Una mattina, terminate tutte le elucubrazioni (che trovate nell'incipit) sulla sua doppia morte e ritorno alla vita, sull'influenza di Brett e sul crisi amorosa dell'amico Leonard (che si era mollato col suo fidanzato John), all'agenzia bussa una signora di colore “con un'ampia maglia verde e delle pantofole rosa”.
In cerca dei due neri che ogni tanto, dalla casa di fronte, vedeva entrare in quella specie d'ufficio (l'ex poliziotto Marvin e Leonard): per l'incarico proprio di due neri avrebbe bisogno, perché si tratta di andare a ficcare il naso nelle case popolari di Camp Rapture.

.. guidai fino a Camp Rapture. Non era distante da LaBorde, e le case popolari sembravano un luogo dove i sogni si suicidavano e la speranza la prendeva nel culo.

Un “buco di merda”, così lo chiama la donna, dove il figlio è stato ucciso. Un caso su cui i poliziotti di quel dipartimento non sembrano averci investito tante energie.
Per questo Louise si è rivolta a loro: dovranno andare a parlare con questo possibile testimone, una persona che avrebbe visto qualcosa legato all'omicidio del figlio:

- D'accordo. Mi dica di cosa dobbiamo parlare, io e questo tizio. A parte l'omicidio, intendo. Avrò bisogno di dettagli. Dovrò parlare anche con la polizia.
Lei scosse la testa. - Non mi piace questa cosa. Le ho detto che ci ho già parlato io. Merda. Sono quasi certa che siano stati loro.

Benvenuti nel lato sbagliato dell'America, Camp Rapture: un posto dove non si è troppo abituati a vedere girare un bianco come Hap e nemmeno ad uscire fuori da quel ghetto, dove fin da bambini si è abituati al peggio della vita. Spaccio, droga, violenza, emarginazione

- L'East Texas non è mai stata la terra delle grandi occasioni, per le persone di colore. 
- Non lo è mai stata per nessuno. A meno che tu non sia un dottore, un avvocato o uno spacciatore. Ma essere nero e povero non significa dover per forza vivere nelle case popolari e farti tormentare da qualche delinquente del cazzo con un cuffietta in testa. Io vivo dove mi pare.

Jamar, il figlio di Luise, è stato trovato morto a Camp Rapture, ma Hap e Leonard si riescono a capire cosa ci facesse in quel posto, come ci è arrivato. E perché sia stato ucciso: il testimone che avrebbe visto qualcosa, Timpson Weed, racconta di un pestaggio da parte dei poliziotti.
Jamar aveva cercato di difendere la sorella Charm fermata da una pattuglia di agenti con un pretesto e portata in centrale. Qui, gli stessi agenti, l'hanno umiliata tenendola legata ad un termosifone coi pantaloni calati ..

Jamar aveva iniziato a seguire i poliziotti, fotografarli: per questo è stato ucciso? Vero che da persone stupide e ottuse (come sembra siano gli agenti di Camp Rapture) non puoi aspettarti comportamenti coerenti, ma c'è qualcosa, in questo racconto, che non torna.

L'inchiesta sulla morte di un ragazzo di colore, che non interessa a nessuno, nemmeno alla polizia, diventa un viaggio nel quartiere ghetto, dove i nostri due investigatori devono usare le mani coi ragazzi per farsi rispettare. Dove incontrano Reba una ragazzina con la lingua lunga, che Leonard battezza (non troppo benevolmente) “fottuto vampiro nano di quattrocento anni”.
E dove l'unico locale della zona si chiama solo “Locale”, dove l'ultimo bianco che si è presentato è stato scotennato dagli indiani nel '700. Posto simpatico eh?

Viene fuori una verità, difficile da dimostrare, che parla di poliziotti sporchi, che usano la divisa per portare avanti i loro traffici, di incontri clandestini di boxe nella vecchia segheria in collina e anche di incontri tra cani. Incontri che si concludevano con la morte di questi animali gettati nel laghetto pieno di segatura. I cuccioli arrugginiti, per il colore che prendevano quando tornavano a galla:

state attenti mentre scavate. Tutti i maledetti pezzi grossi della città sono collegati a loro, in un modo o nell'altro. Sono tutti impegnati a farsi un culo a vicenda, e se cercate di mettervi in mezzo farete la fine di un cucciolo arrugginito.

Proprio visitando questo luogo abbandonato e triste di giorno, ma affollato di notte, i due si imbattono in due componenti della squadra di poliziotti che potrebbero aver pestato Jamar: Sheerfault e la sua ombra, Bobo. Il primo è un poliziotto che, una volta, ha battuto Leonard in un combattimento, ma ai punti.

Il secondo non è un poliziotto e ha un approccio semplice alla vita ("mi piace picchiare"): una mente non proprio brillante visto "che è stato investito da un camion cinque anni fa e non è che anche allora fosse una mente eccelsa; ma ha spento un bel po' di lucine nella sua testa".

- Secondo me la madre di Bobo rimpiange di non averlo soffocato con il suo orsacchiotto quando era piccolo, - dissi.

Il trio dei poliziotti sporchi su chiude con Coldpoint, bello come un divo e anche abbastanza furbo ma mandare avanti gli altri due per i lavoro sporchi.
Per scoprire cosa si nasconde dietro la morte di Jamar e soprattutto cosa succede nella vecchia segheria, Hap e Leonard dovranno girare tra i ragazzi del ghetto, anche quelli che girano con una cuffietta da doccia per farsi fighi.
Come in tutte le avventure del duo, non mancheranno le botte, verranno perfino rapiti due volte nella notte e dovranno anche prendersi a botte tra di loro, pur di sopravvivere.

Certo, sono passati più di vent'anni dalle prime avventure e la stanchezza inizia a farsi sentire: l'età, ma anche tutti i pensieri per le storie del passato, per le cose che Hap, in particolare, il più riflessivo dei due, ha dovuto fare ma che non avrebbe mai voluto. Ora non è più solo, ha una compagna, Brett, una figlia Chance (che pure vorrebbe lavorare con loro), perfino un cane, Buffy, golosa di gelato alla vaniglia.
La realtà mi stava venendo addosso solo ora che avevo tempo di rilassarmi e assorbire tutto. Ero stato prelevato due volte in una notte e tenuto sotto tiro, e le sensazioni che avevo rimosso dopo essere tornato dal regno dei morti si erano risvegliate. Tremai un po'. Avevo affrontato cose peggiori di quei due teppisti, e più di una volta, ma in quel momento mi cadde tutto addosso: loro due e tutte le cose che avevo fatto e che non avrei dovuto fare.

Molto più affilato e diretto del precedente, nei dialoghi feroci, nelle battute velenose, Bastardi in salsa rossa è un racconto dell'America dell'emarginazione, quella che non si vede, nei film o in televisione. La parte sbagliata di un paese che sembra rimasto alle regole e alle leggi del secolo passato (la segregazione, l'emarginazione), un paese che non è affatto “the land of opportunity”.
Quella parte del paese che forse è rassegnata a vedere le cose destinate a non cambiare, a confrontarsi col male tutti i giorni. Come succede alla fedele coppia di investigatori dell'East Texas, Hap e Leonard. Due veri duri, ma con un cuore grande!

- Siamo davvero una bella coppia di duri, - disse Leonard. 
- Cerca duri nel vocabolario e sotto la definizione troverai la nostra fotografia. 
- Esatto, - disse Leonard. - Io però sono un duro che adesso ha bisogno di riposare per qualche giorno, cagare un po' di sangue e farsi curare le costole. E forse rimpiantarsi un paio di parti bioniche. 
- Ho anche io i miei problemi di salute. 
- Amico, sei riuscito a sfuggire alla mia presa, - disse Leonard. - Davvero cazzuto.- Dici? 
- Adesso tocca a te farmi un complimento, - disse Leonard. 
- Sai cadere bene, risposi.

La scheda del libro sul sito di Einaudi, il PDF da scaricare col primo capitolo.
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