06 novembre 2017

Un paese di vecchi: le inchieste di Report sugli anziani in Italia, sugli algoritmi e sulle zanzare

Altra puntata ricca, quella di Report che andrà in onda questa sera: si parla di futuro e passato allo stesso tempo.
L'impatto che avrà sui conti pubblici il crescere degli anziani nella nostra popolazione e l'impatto degli algoritmi dietro molte delle applicazioni che condizionano la nostra vita.


Ma, prima, la consueta anteprima


Dalla zanzara all'uomo: che limiti devono essere posti alla ricerca genetica? Possiamo portare avanti esperimenti che riguardano esseri umani? Forse l'obiettivo è anche nobile, vivere più a lungo, con meno problemi.
Ma il confine tra salute e selezione naturale della specie è sottile: vivremo un futuro di bambini belli, intelligenti, sani e biondi?
Presto potremmo dire addio alle punture di zanzara. Un genetista italiano è riuscito a modificare geneticamente l'insetto più odiato delle nostre estati, allo scopo di eliminare per sempre la malaria in Africa. Attraverso l'ingegneria genetica, si può manipolare il dna di qualsiasi essere vivente, compresi gli esseri umani. Intervenendo su un embrione è possibile modificare il colore dei capelli di un nascituro, ma anche curare malattie e iniettare geni che lo renderanno immune a Parkinson, Alzheimer e Hiv. Come possiamo capire qual è il limite? E, soprattutto, esiste davvero un limite?


La nostra è la nazione con più anziani d'Europa e presto saremo il paese più vecchio d'Europa: un paese dove i giovani fanno fatica a trovare un lavoro mentre le persone anziane devono lavorare più a lungo.
Tutto questo dipende dalla fragilità dei nostri conti pubblici (nonostante le finte cure di austerity), sul debito pubblico in crescita, sui vincoli europei che i nostri governi hanno firmato.
Se si conferma questo scenario (ovvero se non si cambiano drasticamente le politiche industriali e del lavoro), sempre meno persone dovranno lavorare, più a lungo, per pagare le pensioni di domani.
Questo dipende dalla bassa natalità di un paese che sta diventando una terra né per giovani né per anziani.
Difficile metter su famiglia e fare figli in un mondo del lavoro basato su voucher, contratti ad un mese e i salari più bassi d'Europa.
"Dal 2030 i senior supereranno i junior: secondo l'OMS i 60enni sono la maggioranza del pianeta": se oggi spendiamo 216 miliardi in pensioni (e la riduzione di pochi mesi dell'età pensionabile costituisce un problema) cosa succederà nei quegli anni? Assisteremo alla catastrofe dei conti pubblici?

Non è solo un problema di pensioni, ma anche di come gestiremo tutti questi anziani, visto che il nostro welfare non è attrezzato a riguardo, cosa pensiamo di fare?
All'estero hanno iniziato a pensarci: in Florida esistono comunità di anziani, bianchi, che vivono in paesi che sembrano il Truman Show: tutto è finto, dalle costruzioni, ai ruderi alle notizie alla radio.
A Kansas City si trova un'altra comunità la cui residenza è vietata a chi ha meno di 55 anni.
Solo il Giappone è il paese più vecchio di noi: la loro ricetta per la cura degli anziani sono i robot.

La scheda del servizio:
Pianificare da giovani, pensare per tempo a come ci potremo mantenere quando saremo anziani, ogni paese si prepara a proprio modo. In America molti senior vendono la casa e si trasferiscono in Florida, ci sono intere comunità esclusivamente per gli over 55, vietate ai bambini e con strutture attrezzate per chi ha problemi. In Giappone si sperimentano comunità aperte, finanziate da tutti con l’assicurazione obbligatoria e al posto dei badanti usano i robot.

E in Italia? Siamo il paese più vecchio in Europa: nel 2016 la popolazione dei senior (55 - 74 anni) ha superato quella dei giovani adulti (15 - 34 anni) di oltre un milione e mezzo. Chi pagherà le pensioni, le cure sanitarie e l’assistenza all’esercito dei baby boomers in arrivo? Paghiamo forti tasse e contributi previdenziali, per far quadrare i conti ci siamo imposti di rimanere al lavoro più a lungo, ma non facciamo nulla per garantire un invecchiamento attivo. In Germania, invece, il sistema si fa carico delle persone anziane vittime di demenza e disabilità e persino le grandi aziende già ora prevedono per i dipendenti senior programmi di ginnastica e fisioterapia sul posto di lavoro. E da noi? Oltre a scaricare il peso dell’assistenza dell’anziano sui familiari, che altro si potrebbe fare?


Facciamo un esperimento – dice il servizio di Giuliano Marrucci - quattro persone fanno lo stesso acquisto con device diversi nello stesso istante, e ottengono prezzi diversi. Come mai?
Sono gli algoritmi, che guidano le nostre scelte e che si basano sui dati che noi abbiamo consegnato alla rete e su cui siamo profilati.
Gli algoritmi condizionano la vita di pendolari, insegnanti e chi fa acquisti in rete.
Gli algoritmi sanno tutto di noi, noi niente di loro: chi ci ha perso, per questi algoritmi, e chi ci sta guadagnando.

La scheda del servizio:
Avete mai avuto l’impressione, facendo acquisti online, che il prezzo del prodotto che state guardando continui a cambiare un po’ troppo spesso? E quel viaggio che volete prenotare, com’è che sul vostro monitor compare tutt’altra cifra rispetto a quella che risulta, per lo stesso viaggio, al vostro amico sul suo smartphone? Non sarà che ci stanno creando intorno una gabbia di prezzi personalizzati perché, a forza di tracciare le nostre abitudini, hanno capito quanto ciascuno di noi può spendere? Succede ogni volta che ci connettiamo in rete: algoritmi intelligenti usano le informazioni che seminiamo per proporci quello che desideriamo. Ma come gli algoritmi processino le informazioni che raccolgono, non è dato saperlo, è un segreto chiuso dentro una scatola nera. E quando la scatola nera funziona male, chi paga? Un insegnante spedito a lavorare chissà dove, un pendolare che ha strapagato per anni l’abbonamento del treno, un imputato condannato perché l’algoritmo è razzista. Ma c’è anche chi ci guadagna: Renaissance Technologies è un leggendario hedge fund americano, il suo fondo Medallion, riservato ai soli dipendenti, è "la più grande macchina da soldi della storia della finanza" e anche la più enigmatica. Chi ci ha investito mille dollari all'inizio adesso si ritrova 14 milioni. Qual è il segreto che gli consente di prevedere il futuro o indovinare i nostri gusti?


L'inchiesta di Francesca Ronchin riguarda l'alimentazione, in particolare le uova prodotte dalle galline degli allevamenti industriali, contaminati col Fipronil.
L'UE ne aveva vietato l'utilizzo negli allevamenti, ma un produttore belga di antiparassitari ha aggirato il divieto potenziando un detergente (il Dega 16) col Fipronil.

La scheda del servizio:
Mentre sugli scaffali dei supermercati le uova scarseggiano e i prezzi subiscono un rincaro del 20%, negli allevamenti di mezza Europa continuano le operazioni necessarie a decontaminare i capannoni dal Fipronil, l'antiparassitario usato contro le pulci di cani e gatti ma vietato se gli animali sono destinati alla catena alimentare. Siamo andati sulle tracce di Mister Fipronil, che con il suo Dega16 ha contaminato milioni di uova e messo in crisi l'Europa, bypassando un sistema di controlli che tra Belgio e Olanda, si è attivato con un anno di ritardo.

Nessun commento: