16 ottobre 2017

La passione per il delitto 2017 – il terzo incontro con gli scrittori


Alessandro Perissinotto, Quello che l’acqua nasconde, Piemme
Cristina Rava, L’ultima sonata. Un’indagine di Ardelia Spinola, Garzanti
Alice Basso, Non ditelo allo scrittore, Garzanti
Modera Nicoletta Sipos

Alice Basso, Non ditelo allo scrittore

Il piacere per la scrittura accomuna i tre autori – spiegava la moderatrice Nicoletta Sipos presentando gli autori e a maggior ragione questo vale per Alice: il libro parla di un ghost writer, scrive libri firmati da altri. C'è un giallo dietro, ma solo un terzo del libro, come un attaccapanni per tenere in piedi i personaggi del racconto.

Alessandro Perissinotto La neve sotto la neve
Scrivendo romanzi diamo per scontato che la scrittura sia importante: rispetto agli altri media la scrittura ha un vantaggio, la lentezza.
Viviamo in un mondo in velocità: la concorrenza degli scrittori è Facebook, una carrellata delle loro storie private.
La scrittura può farci rallentare: è veicolo e sostanza delle idee, chi ha più parole ha più sfumature di colore per rappresentare la realtà.
In un tweet o in post, con pochi caratteri, si sfuma poco, la realtà è tagliata con l'accetta, invece per comprenderla meglio, abbiamo bisogno di tutte le sfumature.
Cristina Rava L'ultima sonata, un'indagine di Ardelia Spinola
Protagonista è un medico legale, in un intreccio che si sposta dal lato noir al lato umano.
La scrittura è un mezzo di un messaggio, il sostegno e il veicolo delle idee: non mi piace chi ritiene il “noir”, il “genere” una scrittura meno impegnata, più leggera.

Cosa significa lavorare con un personaggio seriale

Basso: non è un problema la serialità scriverò cinque libri con la mia protagonista, ho tante idee nella testa che devo smistare, perché non posso metterle tutte nei libri.
Non mi capita di identificarmi nel personaggio, che ha qualche disturbo di sociopatia: molti miei lettori si rivolgono a me pensando di trovarsi di fronte la ghost writer, rimanendo spiazzati dalla diversità.

Rava: non ho problemi col mio personaggio, sono nata con un altro personaggio, il commissario Rebaudengo, poi è nata Ardelia.
La tetralogia è ora chiusa: non ho quel rapporto viscerale con questi due personaggi, dicono cose che non penso, ma che sono funzionali alla storia che devo raccontare.

Perissinotto: mi sono inventato un alter ego estone, un commissario, cui ho prestato la passione per il freddo, per lo sci di fondo, un po' di narcolessia.
Ha alcuni miei vezzi: c'è una differenza però, le donne lo trovano piacente.
Avere un personaggio seriale significa avere anche un personaggio con cui realizzare una storia, partendo magari da un fatto letto sui giornali.

Com'è la vostra organizzazione del lavoro da scrittore.

Basso: non apprezzo i romanzi che non hanno struttura, che costringono i redattori a fare un lavoro extra con gli autori. Per dare sostanza e struttura, strutturo le scalette nella mente, quando sono in posta, quando guido.. Quando riesco a scrivere ho tutto pronto e non perdo tempo nel recuperare il polso dell'atmosfera, per tornare al punto da cui ho lasciato la storia.
È un consiglio che do agli scrittori, in generale: la passione non basta.

Rava: dentro una chrime story ci metti un dramma, un omicida, quello che vuoi, ma serve una logica, il disegno della storia lo devi avere dall'inizio.
Ed è anche un discorso di registri: deve esserci una parte andante, un parte veloce, come una partitura.
È un insieme di logica, pensiero e passione.

Perissinotto: scrivere è un equilibrio tra passione e razionalità. La passione ti fa scegliere una storia, in base a quello che ti chiama, magari una storia vera (come quella sui manicomi infantili, i meccanismo predatori degli uomini che commettono femminicidi).
La parte razionale serve per concludere i romanzi nei tempi stretti: ho un modo razionale di organizzare il lavoro, faccio le schede dei personaggi, faccio la scaletta, uso dei fogli excel per incrociare la vita dei personaggi, per evitare delle incongruenze.
Altra strategia è scattare tante fotografie nei luoghi della storia: le foto danno il di più, come cogliere una sfumatura, un dettaglio per ricollocare l'atmosfera di quello che scrivi.

Come siete stati scoperti?

Basso: lavoravo come redattrice da anni quando ho deciso che il mondo dell'editoria era un mondo da raccontare, valeva la pena provare a scrivere di questo.

Rava: ho cominciato con una piccola casa editrice genovese, un contenitore artigianale.
Dovevo fare il salto, ad una presentazione di Viet Heinecken, che mi ha presentato un agente, con cui è scattato un colpo di fulmine.


Perissinotto: il mio manoscritto è stato preso senza costrizioni sessuali – la battuta di Alessandro. In realtà inviai il manoscritto a diverse case editrici, poi dopo tre anni arrivò la telefonata. Il suo manoscritto ci era piaciuto ma lo avevamo perso: ora ripulendo lo abbiamo ritrovato, se vuole glielo pubblichiamo noi. La voce era quella di Elvira Sellerio.

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