16 settembre 2017

Il sorcio, di Georges Simenon



I silenzi dell'ispettore scorbuticoErano appena passate le undici e dieci quando la porta del commissariato si aprì. I due agenti che giocavano a dama alzarono la testa. Anche il brigadiere che fumava la pipa dietro il bancone di legno marcio si drizzò, ma tutti, ancor prima di aver visto in faccia il nuovo arrivato, capirono di chi si trattava sentendo una voce ben nota che protestava: «Le ripeto, giovanotto, che non c'è bisogno di spingere! Lei non sa con chi ha a che fare! To'! E' di servizio proprio il mio brigadiere!»Il turno di giorno stava per finire. Nel giro di tre quarti d'ora sarebbero subentrati quelli che facevano la notte. Il brigadiere, un omone corpulento, si era sbottonato la giubba e l'ispettore Lognon, in borghese, seguiva con sguardo spento la dama.

Mi è piaciuto e non mi  piaciuto questo romanzo di Simenon.
Che è un giallo diverso dal solito, perché l'autore in questa storia si è voluto divertire, e magari ha anche cercato di far divertire i suoi lettori.
Lettori che in questa storia si troveranno di fronte ad un giallo che poi alla fine non sarà un giallo.
Con un morto che non si trova e che forse non esiste nemmeno.
Con due investigatori che conducono una propria inchiesta, non ufficiale, per motivi opposti: un primo investigatore non è un poliziotto, ma bensì un barbone, il Sorcio, che sogna di comprarsi una vecchia canonica nel suo paese d'origine dove finire i suoi giorni.
E un secondo investigatore che è un poliziotto della polizia municipale, che però mette troppo zelo nel suo lavoro: è lo “sfortunato” Lognon, sempre in cerca di quell'occasione per entrare nella polizia giudiziaria.
Il barbone e l'ispettore scorbutico, che si metteranno dietro ad una storia di un uomo morto dentro un auto. Morto da cui è caduto un portafoglio gonfio di dollari, finito nelle mani del Sorcio che ingegna così un suo piano per tenersi i soldi: ne denuncia il ritrovamento in un commissariato, sperando che passato un anno, se li possa intascare.
Ma nel portafoglio c'è anche una busta con dentro una foto di una bella donna: dietro una scritta, sir Archibald Landsburry.
Peccato che, il giorno dopo, nessun giornale parli di un uomo morto.
Che scherzo è questo?
Chi è la donna? Chi è questo Sir Archibald? Forse l'ambasciatore inglese che si chiama così ma è un lord? 
Lavorando in parallelo, osservandosi a distanza, i due investigatori “non ufficiali” si infilano, sfidandosi l'uno con l'altro, dentro una storia che sembra un intrigo internazionale.
Ad ogni modo, aveva fatto male. Sbagliava a voler strafare, come non si stancava di ripetergli sua moglie.Ma provava il bisogno di fare chiarezza in quella losca faccenda della busta piena di dollari e voleva dimostrare al Sorcio che un ispettore di polizia non era necessariamente un imbecille. Che diamine!

Perché il morto (o forse è solo scomparso? No, il Sorcio l'ha visto proprio morto..) è il presidente di un importante banca svizzera, dalla doppia vita.
E a Parigi si precipitano i consiglieri della banca, che fanno pressioni sulla polizia affinché l'inchiesta venga presto archiviata, senza far troppo rumore sui giornali.
Si precipitano a Parigi, a lamentarsi davanti al commissario Lucas, cui è affidata l'inchiesta ufficiale, anche un avvocato ungherese, padre della fidanzata del collaboratore del banchiere ..

Forse l'assassino o gli assassini hanno visto il Sorcio mentre metteva le mani sul portafoglio e ora sono sulle sue tracce.

Di certo qualcuno segue Lognon, che ancora vuole risolverlo da solo l'enigma, che viene aggredito da due sconosciuti e ferito alla testa.
Sorte peggiore capita al Sorcio, rapito in pieno giorno da due delinquenti, come se fossimo in una pellicola americana.
Sogghignava ripensando al commissario Lucas, che si era dimostrato così duro e sprezzante nei suoi confronti, a Lognon, che pensava di fregarlo, a tutti gli altri, ai giornalisti, gli ispettori della Polizia giudiziaria, a tutti quelli che cercavano l'assassino di Edgard Loem ..E intanto lui, il Sorcio, arrivava a place de la Concorde, attraversava la piazza schivando i taxi, risaliva di corsa gli Champs-Elysées .. Lui, il Sorcio, alle otto precise, si sarebbe trovato di fronte agli assassini! ..

Insomma un romanzo dove ci sono tutti gli ingredienti di un classico Maigret solo che non c'è Maigret, ma il suo vice Lucas, qui diventato commissario.
Non uno dei migliori, non la classica inchiesta di polizia giudiziaria ma con un finale che scompiglia tutte le carte!

La scheda del libro sul sito di Adelphi
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