21 maggio 2017

Lo specchio riflesso delle fake news

Alla scuola politica intitolata a Pasolini, il segretario del Partito democratico ha fatto un discorso sulle fakenews, usando la metafora dello specchio e dell'immagine.

L'inchiesta Consip? Solo una storia di un magistrato che si è inventato un reato e di un capitano dei carabinieri che falsifica le prove.

L'aereo di Stato costato 160ml? Ma io non l'ho mai usato ..

Qual è lo specchio e quale l'immagine reale? L'aereo è costato al contribuente italiano, pur rimanendo fermo. E l'inchiesta Consip parte da una presunta tangente, dalle cimici per scoprire le prove della corruzione che sono state rivelate ai dirigenti Consip che hanno fatto anche i nomi di chi ha causato la fuga di notizie.

Ieri Renzi era a Milano ma non ha partecipato alla manifestazione organizzata da una miriade di organizzazioni sull'accoglienza.
Da che parte sta Renzi?
La mia impressione è che nella rincorsa a Grillo e Salvini si sia già schierato tra quelli dell'insicurezza percepita, del rinchiudiamo gli immigranti in posti lontano dai nostri occhi.
Il tutto mentre a Milano, a sfilare assieme a migliaia di persone c'erano anche persone dello stesso PD, come Sala e Majorino.


E veniamo alla manifestazione di Milano "insieme senza muri": vorrei che i tanti che si sono scandalizzati per la pubblicazione delle intercettazioni di Berlusconi, pardon, di Renzi e del padre, provassero un minimo di vergogna per i titoli die giornali di destra di ieri e oggi.



Sfilano per i delinquenti

Ricchi in piazza soci dei migranti ..

Il messaggio è chiaro e si inserisce benissimo nel discorso della realtà percepita, dove si alimentano paure e timori scrivendo notizie false.
Stare dalla parte dell'accoglienza e di chi salva le vite in mare non significa stare dalla parte dei criminali.
Criminali come i mafiosi, come le persone che compiono frodi fiscali, per fare due esempi non a caso.

E in merito ai ricchi: cosa ci stanno dicendo Feltri (e Belpietro e tutti gli altri)? Che i ricchi devono solo difendere i ricchi (come per esempio le multinazionali che possono eludere il fisco) e dei poveri invece se ne devono occupare solo i poveri?

Perché non ve li portate a casa vostra questi immigrati, se vi piacciono tanto?
Ecco, a questa idiozia, basta rispondere così: ma tu, quanti poveri italiani stai aiutando a casa tua?

Su Repubblica Rumiz ha scritto un bel pezzo su Repubblica (che trovate qui): il sillabario anti razzista e la preghiera da rivolgere a quelli che dicono “io non sono razzista ma”, che incontriamo tutti i giorni, per strada, sul treno, facendo la fila al supermercato.
La preghiera
«Prego perché tuo figlio non debba mai finire dietro un reticolato e perché tu non debba mai essere guardato come un miserabile. Prego Iddio che il tuo denaro e il tuo passaporto non siano mai rifiutati come carta straccia da un agente di polizia. Invoco il Signore perché i tuoi nipotini non debbano passare inverni nel fango, sotto una tenda, a mezzo chilometro da un cesso comune, con gli scorpioni e i serpenti che si infilano nelle loro coperte. Prego perché il tuo focolare non si riduca a un mucchietto di legna secca e il tuo unico contatto con la famiglia lontana sia il telefonino. Prego soprattutto perché tu non debba mai udire, rivolte a te, parole come quelle che hai appena pronunciato».
L’augurio
«Vorrei che tu non diventassi mai un miserabile, perché lo si diventa in un attimo. Basta molto meno di una guerra. È sufficiente un terremoto, un’alluvione. Una malattia, un tradimento, una truffa, un divorzio, un licenziamento, un bancomat che si nega allo sportello. Mio nonno emigrò per fame in Argentina, fece fortuna, poi la banca con tutti i suoi risparmi fallì e lui morì di crepacuore a quarant’anni, lasciando la famiglia in miseria. Oggi è peggio. Si diventa superflui per un nonnulla. Ti licenziano con un Sms. Anche senza emigrare».

Questo auguro ai signori razzisti, difensori dei forti e spietati coi deboli e con gli ultimi.
Vi auguro un giorno di stare dalla parte sbagliata della storia, della geografia, del manganello, del muro, del filo spinato.

Prima o poi capiterà.
E poi ne riparliamo, di diritti, di solidarietà.

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