18 marzo 2017

Lo specchio (non deformato) del paese

Non c'è niente di meglio della satira, quella vera, graffiante, per decifrare i le dichiarazioni ufficiali, i si dice, i dietro le quinte, della nostra classe politica e dirigente.
Fratelli di Crozza, lo spettacolo di Maurizio Crozza, diventa così un vadevecum per comprendere quello che bolle in pentola.
Uno specchio che raddrizza l'immagine distorta che TG (e parte dei quotidiani) danno dei vari leader e leaderini.



Partiti e leader che si dividono in due: quelli che si dichiarano populisti e quelli che lo sono ma non lo ammettono.
Quelli come Salvini e Tosi, per esempio: il primo ch si fa il selfie con la persona che a Lodi aveva ammazzato due giorni prima un ladro.
Il secondo che dorme con una calibro 45. Come un Facchinetti qualunque.

Esponenti di una destra il cui credo è urlato nei talk, come quelli di Belpietro, che seguono spesso il medesimo canovaccio: gli italiani non ce la fanno e noi perdiamo tempo con gli immigrati. Anzi coi clandestini.

Come se Salvini, Tosi e il proprietario delle reti Fininvest non avessero mai governato.

Ma se la destra è messa così, non è che a sinistra c'è aria felice.
Renzi andrà avanti con la sua campagna elettorale come se nulla fosse. Come se non ci fossero stati i tre anni dietro o, meglio, come se quei tre anni fossero tutti rose e fiori. Come se il referendum non ci fosse mai stato.
Slogan triti e ritriti.
Noi siamo quelli senza paura: così senza paura che hanno scelto di abrogare i voucher pur di togliere all'opposizione a sinistra uno strumento politico.
Così senza paura da aver rispolverato, col decreto Minniti, politiche su decoro, immigrazione, degrado, che pensavamo fossero finite in soffitta.
Considerare un problema sociale, per persone senza casa, i barboni, come questione di ordine pubblico, il cui repulisti è però in carico ai comuni (che coi loro problemi saran ben contenti).


E ora nella riforma del penale, si pensa di mettere una norma per rendere più difficile l'accesso alla politica ai magistrati. Come Emiliano, candidato alle primarie PD. Quello "a Matteo ci voglio di un bene ...".
Norma corretta, quella che blocca le porte girevoli tra professione politica ma deve valere anche per avvocati, medici, giornalisti ...

Sì, ci sono i centristi come Alfano e gli altri. Che si sentono così argine per il populismo da essersi chiamati alternativa popolare. Il popolo, sempre il popolo.
Grillo e il suo modo padronale di gestire il partito (quando tornerà l'imitazione di Grillo, a proposito?).

E, infine, la frecciata contro (parte) dei manager (del privato, ma i cui costi ricadono sul pubblico), come Montezemolo, l'uomo di Alitalia.
Azienda in perdita ma stipendio assicurato per i vertici, e non in voucher si intende.
Nemmeno per il signor Napolitano, AD del Sole 24 ore.

Non stanca mai l'imitazione di Razzi, dopo anni: ci fa pensare che se noi siamo ancora qui, bloccati dai Razzi, dai Berlusconi, dal Renzi (alla ricerca dello sport giusto), dei pistoleros, mentre i migliori ricercatori fanno poi fortuna all'estero, il futuro che ci aspetta è ben amaro.
Rideremo con Crozza e le sue imitazioni, certo.

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