10 gennaio 2017

Presa diretta – il sacco di Roma e l'intervista a Gratteri

La prima puntata della stagione 2016 è cominciata dall'incontro con Nicola Gratteri, uno dei magistrati più esperti nella lotta alla mafia, che ha sequestrato tonnellate di droga alla ndrangheta e ne ha decimato le famiglie.
Riccardo Iacona lo ha incontrato in una delle sue lezioni per le scuole, dove presentava il suo ultimo libro “Padrini e padroni”.

La zona grigia dove operano i professionisti che lavorano per la ndrangheta non esiste: dobbiamo considerarli organici alla ndrangheta.
Dal 2016 è procuratore capo a Catanzaro: due anni fa poteva essere ministro della giustizia per il governo Renzi.
A Presa diretta, alla domanda del giornalista, aveva risposto che avrebbe accettato l'incarico, se avesse avuto carta bianca per le riforme che avrebbero fatto funzionare il processo penale, rendere non più conveniente delinquere.
Si è detto che è stato Napolitano a fermare la sua nomina perché magistrato: la verità è che io sono indipendente, non ascrivibile ad alcuna corrente in magistratura e in politica.
C'era un gruppo che brigava perché Gratteri non arrivasse a quel posto: era il gruppo attorno a Gemelli (il compagno dell'ex ministro Guidi, coinvolto nell'inchiesta su Tempa rossa), emerso nell'inchiesta di Potenza, che dicevano “non ci serve un altro Cantone”.

Quali sono i meccanismi veri del potere?
La ndrangheta è entrata in modo massiccio nella massoneria – scrive nel suo libro. Negli anni '70 gli ndranghetisti hanno fatto la doppia affiliazione alle ndrine e alle logge: è stato un salto di qualità che le ha fatte entrare nella stanza dei bottoni.
È una ndrangheta che è ora gruppo dirigente nel potere, che gestisce la cosa pubblica anche al nord.

Le riforme di Gratteri: i reati si prescrivono perché i processi non si celebrano, per cose banali.
Un componente del collegio che si sposta, lo spostare i testimoni per il paese, che ha un costo.
Allora perché non fare la video deposizione del testimone: se servono domande nuove si fanno, altrimenti si guardano i dvd.
Il processo a distanza, per evitare le traduzioni dei testimoni per il paese: costa 70 ml l'anno.
Nessun articolo è passato: si ridurrebbero i tempi dei processi del 70%, si toglierebbe di mezzo la prescrizione che è il motivo per cui la gente non crede in noi.
I processi per i delitti, per la malasanità, in cui non si arriva alla sentenza.
Il lavoro di Gratteri è stato consegnato a tutti i parlamentari: è un articolato di legge che non è stato fatto suo dal governo Renzi né da altri.
Parzialmente è stato usato dal ministro della giustizia: significa che o non è un buon lavoro oppure che non era una priorità del governo, diversamente dal jobs act.

Eppure la giustizia ha seri problemi: a Catanzaro ogni sostituto ha 1500 fascicoli, molti dei quali si prescriverà. È colpa di chi c'era prima, nelle procure, nei ministeri e nel CSM.
Nonostante questo la procura con le forze dell'ordine non sta con le mani in mano: operazioni contro le cosche, che imponevano candidati, che controllavano il settore del turismo.

La ndrangheta di Catanzaro e di Crotone ha la stessa pericolosità di quella di Reggio: hanno rapporti diretti con la politica e hanno colonizzato pezzi del nord, come in Emilia.
A Catanzaro si cerca di fare indagini a tutto tondo: “io ho la testa dura, è la caratteristica dei calabresi, il senso della paura l'ho vinto tanti anni fa”.
Serve ragionare con la paura: è un lavoro che si svolge tutti assieme, magistratura e forze dell'ordine. Nonostante la politica.

Le minacce alla famiglia, ai figli a Messina: “preferirei non parlarne .. noi stiamo attenti”.
In bocca al lupo procuratore!

Il sacco di Roma.
Raffaele Marra, il dirigente del comune di Roma ora indagato dalla procura, è accusato di essersi messo a disposizione di Scarpellini, il costruttore.
Come mai il sindaco Raggi lo ha difeso?
Ora la situazione della capitale è al collasso, nonostante i tanti sprechi di soldi pubblici, che hanno attraversato la città dal centro alle periferie.
Chi è il colpevole del sacco di Roma?

Roma è il banco di prova del M5S: tutti stanno a vedere cosa fa la sindaca Raggi.
Una città unica come Roma è al collasso finanziario: Giulia Bosetti lo ha raccontato nel suo servizio.
Che è cominciato dal comizio del sindaco, che rispondeva agli “esperti” che hanno mangiato a Roma, prima di loro, il 3 giugno 2016.

I temi della sua campagna sono stati la trasparenza e la legalità: nessuno controllava, tutti facevano i loro comodi in Campidoglio.
Eppure, solo dopo pochi mesi, un'inchiesta ha coinvolto anche la nuova amministrazione, coinvolgendo l'ex capo di Gabinetto Marra, che avrebbe favorito (prima di lavorare con questa giunta) il costruttore Scarpellini, in cambio di un ritorno economico: compravendite di appartamenti che nasconderebbero comportamenti corruttivi del funzionario pubblico.
Anche la casa di Marra sarebbe comprata con assegni di Scarpellini: la casa è stata comprata da Enasarco, che avrebbe dovuto dare diritto di prelazione agli inquilini, nel 2011.
I Marra erano affittuari ma solo nel 2013 e hanno avuto uno sconto del 40%.

Secondo i pm gli assegni sarebbero una tangente (e non un prestito) in cambio di favori come dirigente del comune: un palazzo affittato da Scarpellini al comune.
Si tratta di un palazzo di proprietà di Inpgi, affittato a Scarpellini e poi subaffittato al comune di Roma ad un prezzo superiore, non un affare per il pubblico.

Alemanno racconta dei primi incontri con Marra, entrato nella pubblica amministrazione con la destra , quando era ministro e successivamente al comune: dopo l'allontanamento, Panzironi avrebbe interceduto con Alemanno affinché Marra tornasse al comune.

Marra è stato dirigente in regione Lazio, con la Polverini: non aveva requisiti per essere capo del personale e nonostante una pronuncia del TAR, è rimasto al suo posto.
E con questa nomina, che ha fatto curriculum, è poi passato al comune di Roma, come capo del personale: le nomine fatte da Marra, senza criteri di merito.
Tra le nomine anche quelle del fratello, nel settore del turismo: nomine firmate dal dirigente e anche dalla sindaca.
Secondo l'Anac, si configura un conflitto di interesse e Raggi lo sapeva: il sindacato dei dirigenti ha protestato contro queste nomine.
Non si capivano i criteri delle nomine: un problema di trasparenza e anche gestionale, per il governo della città.
L'appello del sindacato dei dirigenti non è stato ascoltato.

La nomina di Marra a capo del personale è poi causa di altri problemi della giunta, come la nomina poi saltata del capo di Gabinetto del giudice Raineri.
Che, nella sua ricostruzione dei fatti, racconta come Marra e Romeo erano sempre a fianco della Raggi, erano loro i veri capi di gabinetto: per estrometterla hanno inventato l'esposto all'Anac per la sua nomina.
Romeo era un funzionario comunale poi nominato dalla Raggi come vice capo di Gabinetto, con un aumento considerevole dello stipendio, dopo essersi messo in aspettativa e poi assunto come dirigente.
Raineri ora, nel suo esposto alla procura, sostiene di aver ha pagato il prezzo di aver contestato alla Raggi la nomina di Romeo.

La difesa del sindaco non è chiara: Raineri è stata assunta con un criterio sbagliato, volevo usarne un altro. Ora Romeo non è più capo della segreteria, per le insistenze di Grillo e il sindaco ha chiesto la revoca della nomina del fratello di Raffaele Marra.

Perché è stato scelto Marra, uno dei personaggi che arrivava dalla destra romana, che ha contribuito alla rovina del comune? Il sindaco ha scelto di non rispondere alle domande di Presa diretta.
Altra nomina che ha causato problemi alla giunta è quella dell'ex assessore Muraro: in un video del M5S la si vede fare un blitz a Rocca Cencia, nell'impianto dei rifiuti.
Un impianto ben conosciuto da Paola Murato, quando era consulente per l'Ama, su nomina di Fiscon, ora imputato nel processo di mafia capitale perché piegato agli interessi di Buzzi e Carminati.

Murato aveva la delega alla gestione degli impianti: Presa diretta era stata qui nel 2011, con una inchiesta di Raffaella Pusceddu, che mostrava le pecche dello stabilimento, dei rifiuti che venivano spostati in altri impianti e non trattati.

Per 4 mesi il sindaco ha difeso la sua assessora, finché non si è arrivato alle sue dimissioni.
Il buco di Ama è di 600ml di euro: forse la Muraro non era la persona giusta per risanare l'azienda.
“Sarà la magistratura a chiarire se ci sono profili di illegittimità” risponde il sindaco.

Il presidente del consiglio comunale ha annunciato al comune la bocciatura del bilancio di Roma da parte dell'OREF, i revisori: l'amministrazione non avrebbe previsto gli interventi per salvaguardare gli equilibri del bilancio.
I buchi arrivano da molto lontano, quando a governare c'erano quelli che ora fanno anche le pulci al M5S: l'ex sindaco Marino tira in ballo i tempi di Rutelli e Veltroni, finché non si è arrivati ai tempi di Alemanno.
Quando il governo Berlusconi nel 2010 ha ripianato il debito pregresso coi soldi pubblici: un commissario nominato da Tremonti avrebbe dovuto ripianare la voragine.
Tra i debiti anche operazioni finanziarie azzardate della gestione Veltroni, operazioni derivate per milioni di euro.
I debiti del comune di Roma li pagano tutti i cittadini romani, ma quelli di Roma due volte, per i servizi che non ci sono e per l'addizionale Irpef più alta.
I questi ultimi anni, anche dopo il debito ripianato, Alemanno è riuscito a peggiorare i conti: nel 2013 quando è arrivato Marino, la situazione era disastrosa.
L'elettricità che veniva comprata a prezzi maggiorati, computer pagati dieci volte di più.
Marino voleva vendere delle società (come l'assicurazione, il centro carni, le farmacie in perdita) ma non ci è riuscito: il mandato è terminato coi consiglieri di maggioranza e opposizione che vanno dal notaio a fermare il percorso di risanamento, dice l'ex sindaco.

Orfini ha risposto dicendo che Marino non stava risolvendo i problemi della città e allora ne hanno staccato la spina: non lo hanno sfiduciato in aula per non mischiare i voti, la giustificazione per l'operazione dal notaio.
Marino era un sindaco che non si rendeva conto della realtà, che non aveva una visione politica..

La colpa è di Marino o del suo partito?
Colpa della mancata comunicazione dell'ex sindaco marziano?
Roma è risanabile o no?

L'Atac è un ottimo esempio di come si sono creati i debiti del comune: il palazzo della società è un primo passo. Il comune prima ha pagato un anticipo per comprare il palazzo, poi lo ha affittato, spendendo di più.
Tutta la gestione degli immobili è scandalosa: depositi abbandonati, come quello in piazza Santo Spirito. Chi condiziona le scelte dell'azienda? I fornitori, la politica che ha usato l'azienda come serbatoio dei voti, i controllori che chiudevano gli occhi su lavori pagati ma non fatti.
E chi denunciava le storture sono stati fatti fuori, come Marco Rettighieri: era stato nominato da Tronca, ma il sindaco Raggi lo ha allontanato.

Atac, racconta Rettighieri, era il bancomat della politica: ha bruciato 4,5 mld di euro arrivati da regione e comune. Come è stato possibile?
C'era un contratto da 16 ml di euro per la manutenzione delle gomme.
Consulenze per diversi milioni a 140 persone.

Villa Pamphili: il grande parco di Roma, che ospita una villa del 600. La cancellata è un'opera per il Giubileo, ogni palo della recinzione è costato 500 mila lire e questo è solo uno degli sprechi.
Gli investimenti milionari sono finiti in serre che ora sono usate come dormitori e abbandonate a se stesse.
Il comune di Roma ha tra le mani un patrimonio straordinario ma non riesce a valorizzarlo: Roma incassa dai suoi appartamenti una cifra irrisoria, 7,75 euro al mese ad esempio.
60000 appartamenti, alcuni dei quali non si sa nemmeno il costo d'affitto.

Roma la città degli sprechi e delle opere incompiute: come un parcheggio per cui si sono spesi 50ml di euro, che ha un accesso che blocca le auto troppo alte.
Una scuola in costruzione dal 2003, ancora incompleta.
L'auditorium Pineta Sacchetti, in costruzione dal 2003, si sono spesi finora 4ml di euro.
Sulla Pontina doveva sorgere la città del rugby: nella struttura dovevano sorgere aree di fitness, un campo da rugby, ma l'imprenditore ha lasciato i lavori a metà e il comune ha un debito da 30 ml di euro.

I punti verdi di qualità nella città sono un altro buco: 600 ml di euro di mutui non pagati dai costruttori, per costruzioni su aree verdi, dove il comune garantiva con delle fideiussioni.
Giovanni Caudo era assessore con la giunta Marino: le opere pubbliche a Roma sono fatte per favorire poche imprese private a scapito del pubblico.
Come le vele di Calatrava: chi ha deciso di spendere 660 ml di euro per avere una piscina e un palasport?

A Tor Vergata, nella zona sudest doveva sorgere la città dello sport: delle due vele di Calatrava ne è pronta solo una, con tanto ferro come nemmeno la Torre Eiffel e oggi sono pure in stato di abbandono.
Il progetto nasce da una convenzione con Caltagirone e Vianini che, nonostante questi sprechi, hanno continuato a prendersi appalti pubblici.
Appalti su cui, nel marzo del 2016, si è espressa negativamente anche l'Anac: opere senza gara, aggiudicate da imprese coinvolte nell'inchiesta di mafia capitale.

Colpa dei bilanci affrontati poi in ritardo, si è giustificato Alemanno: ma è un cane che si mangia la coda, visto che erano proprio queste gare che poi facevano saltare i bilanci.


La situazione è questa: 12 mld di debito storico, 650ml di disavanzo. Vedremo come il sindaco Raggi virrà affrontare questa situazione..

Nessun commento: