05 ottobre 2016

Il vecchio conflitto di interessi

Ieri sera ad Otto e mezzo, Corrado Formigli spiegava le sue ragioni per il no alla riforma (e al combinato disposto con l'Italicum): questo governo non ha affrontato il tema del conflitto di interessi per cui cosa succederebbe domani se arrivasse qualcuno con meno scrupoli e con qualche interesse personale alle spalle?
"Questa riforma aumenta i poteri decisionali del governo" spiegava il giornalista - "questo non è un male se tu hai provveduto a dei bilanciamenti di questo potere decisionale. Mi spiego meglio in questo paese non è ancora stata fatta una legge sul conflitto di interesse. Se domani dovesse tornare uno come Berlusconi, con lo strapotere mediatico, industriale [..], potrebbe avere grande potere, mano più libera sulle decisioni mantenendo il conflitto di interessi"


Già in conflitto di interessi: quello che una volta toccava Berlusconi (e tanti altri) e che ora sembra sparito dalle priorità del governo (c'è qualche proposta ma rimane ferma nelle varie discussioni).
Forse perché volutamente chi governa (e i suoi collaboratori) ha interesse ad avere mani libere nelle sue scelte: parliamo anche di questo governo quando ha dovuto legiferare sulle banche, sulla cyber security per dare un posto all'amico Carrai e ora nella nomina di Diego Piacentini.

Carlo di Foggia sul Fatto Quotidiano:
LA NOMINA di Diego Piacentini a commissario straordinario del governo all’Agenda digitale regala ogni giorno nuove sorprese. La nomina dell’ex numero due mondiale di Amazon (azienda che non ha lasciato, ma da cui è in aspettativa) è avvenuta il 28 settembre, ma il decreto non è stato pubblicato. Il Fatto, però, ha potuto visionarlo, scoprendo alcune cose curiose. La prima: come noto, Piacentini avrà alle sue dipendenze 2 dirigenti, 5 funzionari e 20 esperti, per una spesa annua pari al massimo a 2,4 milioni.Quel che non era noto, però, è che Palazzo Chigi autorizza la struttura commissariale a spendere fino a 7 milioni solo per il 2016, cioè in 3 mesi. Se fosse questo il trend, un anno di gestione costerebbe circa 28 milioni.L’altro aspetto riguarda la delicata posizione di Piacentini. Il commissario lavorerà per 2 anni a titolo gratuito. Poi potrà anche tornare in Amazon, di cui risulta il secondo azionista individuale mondiale con 80mila azioni, che a oggi valgono oltre 60 milioni di dollari in Borsa. In un’intervista a Repubblica , il manager ha spiegato di non essere in conflitto d’interessi perché ha solo “lo 0,000017% di Amazon” e il suo ruolo "non ha a che vedere con legislazioni e politiche e nemmeno con le centrali di acquisto, non devo fare contratti di forniture”. Il decreto, però, gli consente di “emanare regole tecniche e linee guida, sottoscrivere protocolli di intesa e convenzioni con soggetti pubblici e privati”, coordinare agenzie e amministrazioni pubbliche e società partecipate dallo Stato, a cui potrà “richiedere dati, documenti e informazioni strumentali all’esercizio della propria attività”. Sugli appalti della Pa per il digitale la competizione è forte e tra gli interessati c’è anche Amazon. Per nominare Piacentini, il governo gli ha disegnato una procedura ad hoc, togliendo ogni riferimento ai “commissari straordinari di governo” su cui agisce la legge Frattini sul conflitto d’interessi: è un funzionario delegato ai sensi di un regio decreto del 1923. Perché tante premure se non c’è nessun problema?
Detto ciò siamo troppo maliziosi se pensiamo anche Amazon sta facendo il tifo per il si al referendum?
Dai tempi di Berlusconi, il conflitto è rimasto e l'interesse non è quello pubblico.

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