05 ottobre 2016

I signori della crescita

Repubblica 4 ottobre. Un retroscena sulla manovra finanziaria:
“Nei giorni precedenti all’approvazione del Def, spiegano fonti governative, Renzi e Padoan hanno avuto una intensa dialettica. Renzi vo-leva spingersi verso una stima an-cor più ottimistica (sulla crescitadel Pil nel 2017, ndr), intorno all’1,1%.Padoan voleva restare più prudente, intorno allo 0,9%. Così è nato il compromesso su quell’1%”

Treno per Milano, oggi:
Questa mattina sono salito sul treno senza biglietto.
Il controllore mi ferma: sono 50 euro per la multa.
E io: 50 è troppo, pago 40, mi dia fiducia per la prossima volta.
Il controllore: va bene, facciamo un compromesso a 45 e chiudiamola qui.

Ecco, pensando a come ragionano i signori della politica, gli statisti della politica liquida di oggi, i maestri dell'economia e della finanza, mi è venuta in mente la scenetta del controllore.
Quanto cresce il PIL?
Direi 1,1% ..
Ma non è troppo?
Allora facciamo 1% e non se ne parli più.
Il ministro Padoan, il tecnico scelto da Napolitano, dovrebbe essere anche uno bravo, che capisce.
Di fronte alla commissioni bilancio delle Camere, ha difeso la manovra, le stime di crescita, i moltiplicatori, gli scenari ottimistici.

Carlo di Foggia ne parla oggi sul Fatto quotidiano: 
QUI SERVE una premessa: nella nota di aggiornamento del Def appena approvata c’è uno “scenario tendenziale”, che descrive come andrà l’economia italiana nei prossimi tre anni, e poi uno “programmatico”, quello che il governo in-tende raggiungere con i suoi interventi. È questo che l’Upb– l’autorità indipendente che deve validare le previsioni in base ai regolamenti Ue –ha bocciato perché Padoan e Matteo Renzi si sono inventati uno 0,4% di crescita in più peril 2017 senza validi motivi. Lo scenario tendenziale per l’an -no prossimo prevede, infatti, il deficit al 2% (dall’1,8% pattuito) e la crescita del Pil allo 0,6%( da l l ’1,4%stimato ad aprile).Bruxelles ha storto il naso. Poi però il governo ha annunciato con il “programmatico”di volersi prendere un ulteriore 0,4% di deficit per far fronte a“eventi eccezionali” (migranti e terremoto) e questo fa salire miracolosamente la crescita di un altro 0,4% portandola all ’1%. È la prima volta chel’Upb non valida le stime. Ma Padoan spiega che è tutto a po-sto, quei numeri il governo li centrerà grazie alla crescita degli investimenti (gli sgravi alle imprese)e all’effetto positivo del congelamento delle clausole di salvaguardia (15,1 miliardi di aumenti Iva). Poi ribadisce, come scritto nel Def, che“l’evidenza a livello internazionale dimostra che le riforme istituzionali hanno un significativo impatto positivo sulla crescita”.E quindi bisogna votare Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre.Quello per cui si gonfiano i numeri per far quadrare i conti,impiccando il Paese a una manovra d’austerità da 35 miliardi nel 2018-2019. 
Le cose andranno bene anche perché ci sono le riforme e, dunque, bisogna votare si il 4 dicembre.
Le cose andranno bene, basterebbe spiegarlo ora ai mercati e al Financial Times dove hanno scritto che questa riforma è un salto nel buio: non importa fare tante leggi e in fretta, ma farle bene.
Per esempio per evitare il pastrocchio del salvataggio di MPS (che cosa più del valore della banca stessa, che non può fallire, e dove per le sole commissioni JP Morgan si prenderà più di 1 miliardo). 
Dove ci piacerebbe sapere a che titolo l'imprenditore Carrai ha mandato un sms all'ex AD Viola, dopo il siluramento.

Dice Renzi che alla fine avrà ragione lui, tra un anno.
Un anno, nei tempi della politica dell'ora e adesso, dei tweet e degli annunci, è un tempo lunghissimo. E si vota tra due mesi.

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