30 ottobre 2016

Ce lo ricordano le scosse

La basilica di Norcia (immagine presa da Repubblica)
Un altra scossa, in centro Italia, molto forte.
Altri crolli, che hanno che hanno colpito edifici e case risparmiate dalle scosse della settimanascorsa e dalla scossa del 24 agosto.
A Norcia è crollata la basilica di San Benedetto: una nube di fumo avvolge il paese, che pure è stato costruito secondo le norme antisismiche.
Non posso immaginare come possa vivere questa gente, costretta a dormire fuori dalle loro case, distrutte. In molti han perso tutto e la loro vita è l'unica cosa che rimane.

Gente costretta a convivere con l'incubo di altre scosse, a convivere con un mostro che giace a chilometri sotto le loro case e che ogni tanto di risveglia.
Un mostro con cui dobbiamo prendere coscienza.
Un mostro a cui colpevolmente abbiamo accresciuto le forze, per come si è costruito in queste zone antisismiche.
Ma tutto ciò finirà nel calderone delle polemiche: oggi no, silenzio, non è il momento..

Guardate le prime pagine dei giornali di oggi. Che notizie riportano: certo la scossa è avvenuta alle 7.40 di questa mattina, nella notte più lunga dell'anno.
Ma la scorsa settimana, giovedì, il terremoto c'è stato, ma è già finito nel dimenticatoio.
Come anche finito nel dimenticatoio il crollo del ponte ad Annone, sulla statale 36, qui vicino: una storiadi cattiva burocrazia, colpevole (c'è stato anche un morto), di colpe rimpallate tra enti dello stato.

Che oggi Repubblica sembra quasi voler presentare in chiave referendaria: si muore perché in Italia non si vuole decidere.  




In televisione (e i social chiaramente) sentirete parlare delle scosse, del dolore, delle mappe con le zone sismiche, gli annunci e i proclami di politici e governatori.
Sulla carta stampata c'è tutta la distanza col paese reale: la festa del PD raccontata, a seconda della convenienza, come un momento di festa o come uno spreco di soldi, con una piazza non proprio affollata.
Certo, è facile parlare dopo, specie se si è a distanza di km, al sicuro, sotto un tetto.

Ma questo vale anche per quelli che devono prendere le decisioni e decidere quali le priorità del paese.
Un paese a rischio, dove si lavora in emergenza, dove si fa fatica a stanziare soldi per evitare le tragedie. Ma i soldi per le grandi opere, spesso inutili e sicuramente portatrici di fenomeno corruttivi (a quando la cancellazione della legge obiettivo?).
E ogni volta serve una scossa per ricordarcelo.

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