27 settembre 2016

Angelo che sei il mio custode, Giorgia Lepore

Io sono l'Arcangelo Michele, che sto sempre al cospetto del signore …
Liber de Apparitione, 2,36-39

Incipit
Il bambino si sveglio che aveva freddo, fame e sete. Non sapeva che ore fossero, come al solito là dentro. Era buio, sembrava sempre notte. Non sapeva chi lo teneva chiuso, e non capiva nemmeno perchè. Aveva fatto il cattivo, certo era per quello. Aveva smesso di sperare da tempo che mamma tornasse a prenderlo, non si ricordava nemmeno da quanto.

Arrivato all'ultima pagina del libro di Giorgia Lepore (il secondo con protagonista l'ispettore “Gerri” Esposito) rimane una sensazione di inquietudine, come dopo aver attraversato una stanza semi oscura che ci ha fatto intravedere forme paurose. Di esserne uscito vivo, ma con quella sensazione di paura che rimane addosso oltre la fine del racconto.
La stessa impressione rimasta dai libri di Thomas Harris, come Il Silenzio degli innocenti, col mostro e l'agente FBI che deve dargli la caccia, in questo caso un mostro che rapisce i bambini per un suo rito.

Ma in questa storia non ci sono buoni senza macchia che lottano contro il male: il protagonista si chiama Gregorio Esposito, “Gerri”, e lavora come ispettore di polizia alla terza sezione della Mobile, a Bari.
Del suo passato conosciamo assai poco, e forse questo è un limite del libro, per la scelta dell'autrice di buttarci dentro la storia senza nessun riassunto del suo passato.
Lo scontro a fuoco al termine di un'indagine delicata, che non si è conclusa con l'arresto del cattivo ma dove è rimasto gravemente ferito. Il coma, il rimaner sospeso tra la vita e la morte e poi il risveglio.

Per tornare operativo dopo alcuni mesi di convalescenza e trovarsi coinvolto in un caso che riguarda di minori scomparsi: casi che erano rimasti in sospeso e che il ritrovamento dello scheletro di un bambino, in un bosco in una località vicina al santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo, fa riaprire. Per essere inseriti in un'unica inchiesta in cui viene aggregata una funzionaria dello Sco di Roma, Giovanna Acquarica, esperta di crimini contro i minori.

Il gruppo di lavoro fa fatica ad affiatarsi: Esposito è un poliziotto dal grande intuito ma abituato a lavorare seguendo i suoi schemi, su carta, a fare di testa sua senza rispettare troppo le gerarchie e le decisioni dei superiori, come Marinetti, che nonostante tutto l'ha sempre protetto, apprezzandone le doti nascoste dai suoi modi bruschi, coi cambi d'umore, ai frequenti mal di testa, dovuti anche alla ferita al capo.

Ma la funzionaria di Roma, Giovanna, si dimostra capace: capace nel gestire i rapporti coi genitori dei ragazzini scomparsi, capace di portare avanti un'indagine delicata.
Dove oltre agli aspetti forensi, si arriva ad indagare anche su alcuni simboli rinvenuti sullo scheletrino: su questi viene interpellata una specie di strega, una signora anziana, la mammana Angela:
«Ha idea di cosa possono voler dire questi simboli?»Scosse il capo e fece schioccare la lingua.«Ma l grott, a vit da uardà nta lli grott»«Cosa c'è nelle grotte?»«Quann j er piccnn, l piccnn na putvn scè ita lli grott. L grott so li port d l Infern»

Le grotte son le porte dell'inferno.
E in una di queste grotte si nasconde l'intrigo, che porta all'uomo che parlava con l'Angelo e ai bambini rapiti, per arrivare fino a Monte S. Angelo e al santuario di S. Michele.
L'Angelo gli aveva assicurato che non era morto, e non doveva mettere in dubbio la parola dell'Angelo. Sua madre, quella santa, gli aveva detto di non dire che l'Angelo gli parlava. Non perché fosse una cosa sbagliata, ma nessuno avrebbe capito, nessuno avrebbe creduto, la gente era cattiva e solo lui, solo lui, era abbastanza puro da avere quel dono”.

Ma l'inchiesta sui minori è solo uno dei filoni su cui si sviluppa il racconto: ci sono anche i rapporti tra Gerri e le donne della sua vita, rapporti spesso conflittuali terminati in pochi mesi.
Come quello con Lavinia, che pure continua a mandargli sms. Claudia, la moglie del superiore, con cui ha un rapporto quasi affettivo. Fino a Sara, la collega romana con cui il rapporto si è interrotto forse troppo presto in modo brusco. E ora Giovanna, il cui rapporto inizialmente conflittuale cambia man mano che si conoscono.

Da dove deriva questa sua conflittualità, questa sua incapacità nel creare delle relazioni stabili che vengono consumate in modo bulimico, senza voler prendersi delle responsabilità ?
Così come l'inchiesta andrà a svilupparsi nei sotterranei del santuario, per arrivare a questi perché dovremmo andare a scavare nel profondo della sua anima, andando oltre le porte del suo passato. Delle porte che sbarrano i ricordi in “compartimenti stagni” che Gerri si è costruito come difesa.
La sua infanzia a Napoli, il collegio dove è cresciuto, l'assenza di radici nel suo passato, oltre al prete e alla suora che l'hanno allevato, l'essere stato abbandonato tanti anni prima in un negozio ..
Quell'uomo a volte le faceva paura, una paura profonda e inconfessabile, quando di colpo si trasformava in un estraneo, di cui non sapeva nulla e capiva ancora meno. Lo spaventavano le notti insonni, agitate, che cominciavano tardi e finivano troppo presto, gli incubi di cui non sapeva il contenuto, i mal di testa improvvisi e violenti, gli antidolorifici, le fisioterapie e la fatica che gli leggeva ogni giorno in faccia, gli sbalzi d'umore e gli scatti di nervi. Certo c'era stato l'incidente e la riabilitazione non era finita; ma sentiva che c'era dell'altro, e quel buio insondabile le faceva paura”.

L'indagine sui minori e l'indagine (altrettanto complessa e dolorosa) sul suo passato (scatenata anche dalle carte che gli fa leggere la funzionaria di Roma, come vendetta) andranno avanti di pari passo e in queste l'ispettore Esposito si lascerà coinvolgere in modo personale. Perché entrambe accomunate dal dolore della separazione, la separazione dei bambini della madre.
Eppure Marinetti lo sapeva, era quella la sua forza, quello che lo rendeva diverso dagli altri: era il fatto di vivere ogni caso come se fosse la sua vita a permetterglielo, e allo stesso tempo il motivo per cui non ne aveva mai avuto una e mai l'avrebbe avuta, probabilmente. E poi alla fine si sentiva come morto, svuotato, a tornare in quella casa spettrale che, diceva Sara, sembrava un obitorio”.

La scheda del libro sul sito di Edizioni e/o

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