19 giugno 2016

Stato di calamità finanziaria

Nella giornata di silenzio elettorale, sto seguendo con interesse la discussione ad Omnibus dove si parla di sport e grandi eventi.
Pare che in Brasile per completare le grandi opere necessarie per le prossime olimpiadi, si stia invocando lo stato di calamità per poter agire in emergenza.
Con tutti i rischi che noi italiani, dopo Expo, conosciamo bene.

Organizzare i grandi eventi porta bene al paese che li ospita?
A Londra si è rifatta la città e si sono organizzare delle Olimpiadi spettacolari.
Ma ad Atene l'indebitamento è stata anche concausa del default del paese.
In Francia gli europei oltre ad essere una bella vetrina, porteranno un aumento di pil di qualche decimale.
Ne vale la pena?

In Italia i grandi eventi hanno portato spesso a debiti e impianti lasciati a metà: a Torino per i mondiali di sci, a Roma per i mondiali di nuoto con Alemanno per arrivare a Italia 90 organizzata dall'omonimo dell'attuale sponsor delle olimpiadi a Roma.

So cosa risponderanno quelli favorevoli a questi grandi eventi: che abbiamo otto anni, che c'è tempo per organizzare queste olimpiadi, i posti di lavoro (si vabbè..) per far crescere una nuova classe dirigente ..
Peccato che dietro queste olimpiadi non ci siano facce nuove (Malagò, Caltagirone, lo stesso Montezemolo). Che per lo stesso Expo abbiamo sprecato anni per decidere a chi dare le poltrone.
Finché all'orizzonte non vedremo gente nuova, prima di imbarcarsi in un'avventura del genere sarebbe bene almeno coinvolgere la popolazione, per tempo, prima di presentare la candidatura.

E poi, come racconta Oliviero Beha, sarebbe il caso di iniziare a discutere di contenuto e contenitore. Cosa sono diventate le Olimpiadi e i grandi eventi sportivi?
Sono un contenitore per soddisfare gli appetiti speculativi di pochi, le ambizioni politiche dei politici che campano su nastri tagliati e inaugurazioni.
E il contenuto? Lo sport che fine ha fatto?

I casi di doping mondiale ci raccontano di una realtà diversa, dal maratoneta Schwazer all'intera squadrarussa, che è stata invitata a non presentarsi a Rio.
Non è più sport. E' una calamità.

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