01 giugno 2016

Piccoli uomini, grande tragedia

Ho visto lo scafista, quello grosso, gettare in acqua tre donne eritree e due uomini somali”. Omar Torku è un siriano senza scrupoli. Prima del naufragio, sul suo barcone decideva lui chi doveva vivere e chi doveva morire. A raccontare alla Squadra mobile di Reggio Calabria cosa è successo il 27 maggio al largo delle coste libiche è Daniel, un ragazzo eritreo di 26 anni. È uno dei 121 superstiti salvati dalla Marina Militare e arrivati in Italia a bordo della nave Vega. I verbali sono stati inseriti nel provvedimento di fermo emesso dalla Procura nei con-fronti non solo di Omar Torki, ma anche del marocchino Abdelfath Azridah. Trafficanti di uomini che adesso sono accusati di naufragio e di associazione a delinquere. Secondo gli investigatori guidati dal questore Raffaele Grassi e dal capo della Mobile Francesco Rattà, dietro tutto si nasconde un'organizzazione criminale con la quale, chi vuole rag-giungere l'Europa, deve per forza entrare in contatto. 
Lucio Musolino - Fatto Quotidiano 1-giugno




Gli accordi coi paesi del nord Africa non stanno funzionando: i barconi continuano a salpare verso le nostre cose, carichi di persone con la speranza di trovare un posto civile per vivere. 
Molti di questi sono salvati dalle navi della nostra marina. Altro muoiono, affogato in quello che è diventato il cimitero delle speranze degli ultimi del mondo.
Il piano mare nostrum è fallito.
Il piano europeo per l'accoglienza dei profughi è fallito.
L'accordo voluto dalla Germania con la Turchia ha di fatto spostato i flussi dei migranti verso l'Italia.
Come fidarsi d'altronde, di un dittatore come Al Sisi, o di un Erdogan, dei governanti in Libia (e prima ancora di Gheddafi)?
Abbiamo delegato l'emergenza profughi a questi personaggi che non hanno nulla a che fare con la democrazia, coi nostri valori europei che tanto abbiamo sbandierato dopo gli attentati in Francia.
Ma abbiamo fatto pure di peggio: i gruppi criminali che lucrano sulle disgrazie dei profughi che arrivano dopo aver viaggiato per migliaia di km in Libia, pagano pure il pizzo all'Isis.
Lo stesso Isis e le stesse milizie che poi vorremmo bombardare, in un sussulto militaristico.

Non basta gridare come ha fatto domenica Salvini sotto la pioggia "immigrazione zero": le persone si stanno ammassando in Africa in attesa di partire, le famiglie scappano dalla Siria, dall'Iraq, dalla Nigeria, dalle bombe e dalle carestie.
Tutti clandestini, dice la Lega.
Lasciamoli morire, così non ci proveranno più ad attraversare il mare, propone Feltri.

Di fronte ad una tragedia così grande, uomini così piccoli.

PS: a colmare il vuoto di informazione sulla TV pubblica è Blob, ogni sera, con le immagini della tragedia.
Ed è Gazebo, coi suoi servizi, che è andata in giro per il mondo, a Calais, in Siria, in Ungheria. 

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