03 marzo 2016

Too big to fail

Notizie importanti sul mondo dell'informazione.
FCA esce da RCS per dedicarsi al core business, ovvero la produzione e vendita di auto (e magari riaprendo gli stabilimenti oggi in cassa integrazione e investendo quei miliardi promessi).
Marchionne esce da La Stampa e le quote del gruppo verranno vendute ai De Benedetti: nascerà un nuovo polo nell'editoria, che mette assieme La Stampa e Repubblica (e anche il Secolo XIX).
A parte i discorsi sull'occupazione (che forse interessano solo ai giornalisti delle tre testate coinvolte) c'è un ragionamento anche sul futuro dell'editoria e dell'informazione in Italia.
Un unico gruppo che controlla tre giornali delle tre principali città del nord Italia, che parla alla borghesia e a quello che si chiamava ceto medio.
Tutto normale?
Queste fusioni mi fanno tornare in mente le scalate bancarie quando, per nascondere problemi di management, le banche si compravano a debito, secondo quel rapporto “incestuoso” tra banche e partiti che abbiamo visto anche in questi anni recenti (vedi vicenda Etruria).
Poi, quando le banche vanno in crisi, si tira in ballo il “too big to fail”: dunque soldi dalla BCE, garanzie sui debiti da parte dello Stato, la vigilanza che chiude un occhio (meglio due), il bail in e ora il decreto legge del governo sulle rate dei mutui (ce lo chiede l'Europa, si giustificano, come sugli asili, sui precari nella suola ..).

Tempi difficili per l'informazione.
C'è un'altra cosa: ieri la Camera ha approvato lanuova legge sull'editoria, da anni si aspettava. Ha buoni aspetti ma anche un punto oscuro: i fondi saranno decisi dal governo.

Buona informazione per tutti.  

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