31 marzo 2016

La regressione

Lasciamo perdere per un momento Egitto e Libia. 
In Brasile per evitare il processo (sull'inchiesta per la Petrolbras) all'ex presidente Lula, la presidentessa Rousseff lo nomina consigliere, suscitando tutte le polemiche del caso.
In America il candidato Trump se ne esce ogni giorno con una stupidaggine nuova: l'ultima sulle donne che abortiscono, che andrebbero punite. Oramai non è più uno spettacolo indecente, è indecente e basta.
In Siria, dopo la riconquista di Palmira strappata all'Isis, Putin si è congratulato con Assad. A prescindere dalla necessità dell'intervento russo, quante migliaia di morti civili è costata ad oggi questa guerra?
Dopo l'attentato al Bataclan, Hollande (socialista) voleva riformare la costituzione, per dare una risposta emotiva alle esigenze di sicurezza dei cittadini: si trattava revocare la nazionalità ai francesi con doppio passaporto condannati per terrorismo.
La patata bollente verrà lasciata ai successori (di destra presumibilmente).
Quattro giorni fa sono scesi in piazza a Bruxelles estremisti di destra, nonostante il divieto: non possiamo lasciare che ad occupare gli spazi pubblici contro l'estremismo islamico siano altri estremisti.

Sono storie prese dal mondo, che raccontano della regressione civile ed etica.
Di paesi che vorrebbero magari esportare modelli culturali, democrazie, valori.

Per la presentazione del suo ultimo libro "Non luogo a procedere", a Pavia, lo scrittore Claudio Magris ha parlato del terrorismo e dei problemi che stiamo vivendo oggi:
Un libro di episodi traumatici che possono apparire lontani. L’Europa in questi ultimi anni ci aveva abituato a sentirci sicuri dalla guerra e dall’orrore, ma il terrorismo islamico sta cambiando le cose.«È innegabile che stiamo vivendo la Quarta Guerra Mondiale, se consideriamo come Terza la Guerra Fredda. L’enorme problema è che non abbiamo ancora riconosciuto questo nostro stato: siamo in guerra, ma la parola guerra non viene pronunciata da nessuno. Eppure siamo tutti contro tutti, non capiamo chi ci è amico e chi nemico: l’Arabia Saudita, ad esempio, è un’alleata ma finanzia i campi di addestramento dell’Isis. È come se stessimo vivendo in un idilliaco periodo di pace, però allo stesso tempo, ci cascano addosso bombe, muore gente e saltano in aria edifici».Forse stiamo cadendo nel vuoto anche noi, come l’uomo della copertina del suo libro?«Forse. Siamo in una situazione disastrosa, inaspettata e nella quale nessuno sa cosa fare. La realtà è che siamo tutti ciechi conservatori e viviamo come se le cose non dovessero mai cambiare. Terribile è anche il fatto che con gli eccezionali strumenti di informazione che possediamo nonsappiamo quasi nulla dell’Afghanistan, chi sta vincendo o chi controlla cosa. Gli errori politici dell’Occidente sono stati enormi e, perciò, non possiamo pretendere che se ci buttiamo nel vuoto o nell’incognito, con un cielo quasi in tempesta, non cadremo facendoci del male».

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