16 marzo 2016

16 marzo 1978 - il rapimento di Moro

A distanza di 38 anni non è semplice ricordare la vicenda del rapimento del presidente della DC Aldo Moro (e del rapimento della scorta): il velo dell'oblio da un pezzo ha coperto tutti i misteri della vicenda, la nostra memoria che (complice la classe politica) ha preferito dimenticare, mettere in soffitta il caso.
L'agguato in via Fani, il mistero dei membri del commando, dei colpi sparati, la stessa dinamica dell'agguato (e i colpi di grazia alla scorta). Il mistero del covo ..
Gli americani hanno la morte di Kennedy (e la soluzione facile dello sparatore solitario, quel pazzo di Lee Oswald), noi invece abbiamo il rapimento di Moro.
Evento che viene commemorato ogni anno, con le solite parole piene di retorica ("la sua visione lungimirante") che trovano spazio nelle news giusto il tempo di uno sbadiglio. Ogni anno il contatore si incrementa senza che ci si avvicini un passo in più alla verità.
Come sono andate le cose in quei minuti a Roma in via Fani?
Lo Stato (e i servizi, e le forze dell'ordine) hanno fatto tutto il possibile per salvarlo?
E' esistita una trattativa tra brigatisti e DC, come fa capire l'ultimo saggio di Stefania Limiti e Sandro Provvisionato?

E poi ancora il memoriale, fatto trovare in due rate, le strane morti che sono seguite a quel 9 maggio 1978 (dai boss della Magliana, Dalla Chiesa, il colonnello Varisco).
Il libro di Sciascia, "L'affaire Moro" inizia con questa cinica e atroce citazione: 
La frase più mostruosa di tutte:qualcuno è morto «al momento giusto».E. Canetti, La provincia dell'uomo.
E' vero anche per Aldo Moro: era il momento giusto per mettere fine alla parabola delle Brigate Rosse, per mettere fine all'esperimento delle larghe intese DC e PCI?
Quel 16 marzo 1978 fu uno snodo fondamentale della nostra storia: finché non sapremo tutti i dettagli, sui punti oscuri, non potremmo mai sentirci liberi, vivremo sempre in una democrazia ostaggio dei propri segreti.

Questi i nomi dei membri della scorta di Moro, uccisi dalle BR: Oreste Leonardi, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino e Giulio Rivera.

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