31 gennaio 2016

Presa diretta - il bullismo in rete e il referendum dell'acqua

Come di consueto sono due le inchieste di cui si occuperà Presa diretta questa sera: il cyber bullismo e il referendum sull'acqua.

Partiamo dal cyber bullismo dall'educazione sessuale degli adolescenti: ieri sera in piazza esponenti del mondo cattolico si sono ritrovati in piazza a Roma per il "family day", per segnalare al governo la loro opposizione al DDL Cirinnà, che istituisce il sistema della unioni civili con la possibilità dell'adottabilità del figlio del coniuge.
Due le parole d'ordine guidavano la piazza a mio avviso: difendiamo la famiglia tradizionale e Renzi ce ne ricorderemo.
La famiglia tradizionale sarebbe quella del papà, della mamma e dei figli belli e sorridenti che si ritrovano tutti assieme a colazione prima di andare a scuola o al lavoro. La mamma, no, lei deve rimanere a casa a fare i mestieri...
Peccato che le cronache raccontino un'altra versione: quelle dove le donne (la parte debole della coppia) vengono picchiate, violentate fino a rischiare la morte per mano del proprio partner o dell'ex.
Una brutta immagine, per cui non sono ancora state organizzate manifestazioni di piazza, contro quegli uomini violenti di cui pure si era occupata una puntata del 2012 di Presa diretta "Se questi sono gli uomini".
La piazza, come anche la Cei, ha tirato pure in ballo la Costituzione, anche qui a sproposito secondo me: la carta mette davanti a tutto i principi generali e le persone, poi vengono le leggi.
La nostra Costituzione recita all'articolo 2 "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità ..".
Non c'è scritto che due omosessuali non possono avere gli stessi diritti di coppie eterosessuali.
Le cronache purtroppo raccontano anche altro, ed è questo l'approfondimento che farà Presa diretta col servizio di Liza Boschin e Giulia Bosetti: il rapporto tra gli adolescenti e l'affettività e il sesso.

"Un ultimo saluto: le parole fanno più male delle botte .. grazie per il vostro bullismo vi ho fatto un favore": queste le ultime parole lasciate da Carolina, prima di suicidarsi, buttandosi dal balcone di casa a Novara.
Una brutta storia che verrà raccontata dal padre che ci parlerà di una ragazza sensibile, un video messo in rete (durante una festa con amici), e un'adolescente che all'improvviso si è sentita messa all'angolo, senza via d'uscita.
Per colpa di quel video messo in rete, per cui ora sei ragazzi sono stati indagati dalla magistratura.
Con quel gesto Carolina ha voluto far capire ai suoi amici (?) che dovevano smetterla, per tutto il male che hanno fatto.
Per colpa del cyber bullismo si muore e si uccide: nel resto d'Europa si fa educazione sentimentale e sessuale e in Italia no. Quali sono le ragioni di quelli che si oppongono a questa educazione?
In Italia esiste questo tabù del sesso per cui non se ne può parlare nelle scuole, nelle famiglie (perché non c'è tempo, perché i genitori sono impreparati) e dunque i ragazzi apprendono di sesso e affettività solo attraverso la rete e la televisione.
Il servizio confronterà la situazione dell'Italia con quella di altri paesi europei come l'Olanda, dove si inizia a parlare di educazione sessuale a 4 anni.

La scheda del servizio: Il tabù del sesso - Presa diretta

A PRESADIRETTA ancora una puntata con due diverse inchieste. Nella prima parte si parlerà di educazione sessuale e affettiva tra gli adolescenti e di bullismo, mentre nella seconda pagina scopriremo come stanno le cose a quattro anni di distanza dalla vittoria del Referendum per il ritorno all’acqua pubblica.IL TABU’ DEL SESSO. Un viaggio tra gli adolescenti italiani e il loro rapporto con la sessualità, il sexting, il bullismo, la cattiva informazione sul sesso, le discriminazioni di genere, per scoprire se esiste in Italia il Tabù del sesso. A PRESADIRETTA tante storie e testimonianze inedite dei parenti di ragazzi vittime del bullismo e del cyber bullismo, il parere degli esperti, degli psicologi, dei ragazzi e dei genitori.Perché nel nostro paese non si fa una buona educazione sentimentale e sessuale tra i ragazzi?Le telecamere di PRESADIRETTA sono andate anche in Germania e in Olanda, paesi con modelli culturali ed educativi diversi dai nostri. In Germania l’educazione sessuale è materia obbligatoria in tutte le scuole. In Olanda “l’educazione multidisciplinare alla sessualità” comincia a 4 anni, sempre a scuola. Ed è il paese con la più bassa incidenza di gravidanze tra gli adolescenti d’Europa e l’età media più alta del primo rapporto sessuale, 17 anni.

Il secondo servizio riguarderà l'acqua pubblica: 27 milioni di italiani 4 anni fa hanno votato per mantenere pubblico il servizio dell'acqua. Significava togliere dal mercato questo settore che vale svariati miliardi e di cui si era occupato il governo Berlusconi in una delle sue tante leggi. Il famoso decreto Ronchi garantiva alle società private che si sarebbero occupate del servizio un profitto garantito, senza obblighi di investimenti nelle strutture.
Il risultato sarebbe estendere a tutta l'Italia situazione come quelle di Agrigento o della provincia di Arezzo (di cui si era occupata Presa diretta nell'inchiesta Acqua rubata nel 2010), dove le tariffe sono aumentate e il servizio è peggiorato.

"Cosa succederà in Italia quando diventerà operativo il Decreto legge 135, per la parte relativa alla privatizzazione dell'acqua?Succederà quello che sta già succedendo nei comuni dell'agrigentino.Le bollette aumentano, il privato che si era impegnato in investimenti nel servizio, sulla rete, non investe nulla e i cittadini continuano a ricevere l'acqua a singhiozzo.E quando arriva l'acqua, è pure imbevibile.
Il privato, ad Agrigento, che ha vinto la gara come, si fa per dire, come unica azienda partecipante, si chiama Girgenti acque Spa.Contro questa impresa si sono schierati 23 sindaci, contrari alla privatizzazione.
Nel resto d'Italia, l'inchiesta di Iacona svelava un aspetto che mi ha colpito: a mantenere l'acqua nel pubblico sono spesso sindaci amministrazioni di centrodestra.Come a Menfi (il sindaco Botta), Biella, dove i comuni montani si sono consorziati nel "consorzio acque libere".Solo grazie alle bollette, i comuni riescono a mantenere efficiente la rete, a fare investimenti (come il filtro antibatterico), senza bisogno di privati.Anche a Milano, comune e provincia (sempre governati dal centrodestra), l'acqua è pubblica: un'acqua pulita, gestita dall'azienda Metropolitana Milanese.
In provincia, la Ami Acque ha dislocato i distributori "case dell'acqua", dove le persone arrivano con le bottiglie vuote e si fanno il pieno.Significa che l'aqua può essere gestita in modo efficiente dal pubblico.
Dove l'aqua è stata privatizzata è nel comune di Arezzo, primo comune a privatizzare nel 1999.L'allora sindaco Paolo Ricci è oggi presidente Nuove Acque Spa, società mista, dove il pubblico è al 60% e il privato è la multinazionale francese GDF Suez.Ad Arezzo hanno le bollette più care di Italia, a fronte di investimenti solo promessi; non solo, l'azienda che gestisce l'acqua è pure in rosso: 55 milioni di debiti, coperti dai comuni che si sono indebitati con le banche.
Di fatto, a gestire il servizio, non è più il comune. L'Amministratore Delegato è nominato dal privato; gli investimenti governati dalle banche.Ad Anghiari, il sindaco del Partito Democratico si è opposto alla cessione delle azioni, ma verrà ascoltato e supportato dai vertici del partito?E' un paradosso, quello visto.A voler l'acqua pubblica sono amministrazioni di destra.Cosa succederà quando il governo centrale imporrà la vendita al privato? Assisteremo a nuove scene come quelle di Val di Susa?Parliamo di una torta di 8 miliardi di euro all'anno, il bene acqua."

Ma la volontà degli italiani è stata rispattata? Dal 2011 non è stata mai ratificata una legge che sancisse l'esito del voto, che mettesse dei vincoli chiari ai privati che entrano in questo settore. Come in Sicilia e Campania, per esempio, dove poche società private dovrebbero garantire l'erogazione e la qualità del servizio. Sarà vero?
Le ultime leggi di stabilità inoltre spingono i comuni a vendere le loro quote delle società di servizio: nell'intervista a Life Gate, Alessandro Macina
"si va verso una riorganizzazione del settore che vuol dire razionalizzazione e accorpamento sotto pochi grandi gestori in grado di fare gli investimenti necessari per rimediare ai gravi ritardi del sistema idrico e fognario italiano. Secondo molti osservatori, si finirà per favorire i big del settore, quotati in borsa, che fanno utili con l’acqua. E se così fosse, sarebbe il contrario di quanto chiesto dai cittadini con il referendum. Ma la logica economica impone di trovare soggetti in grado di investire e molto nel settore, si parla di 5 miliardi all’anno. Vedremo se queste società sapranno risolvere questi problemi" .

La scheda del servizio "Acqua il referendum tradito"
E poi la seconda pagina con ACQUA IL REFERENDUM TRADITO. Era il 2011 e gli italiani votarono in massa per dire si all’acqua pubblica, 27 milioni di cittadini alle urne. Come è andata a finire? Perché l’esito della consultazione referendaria non è mai stato ratificato da una legge nazionale e l’acqua è ancora affidata al mercato?PRESADIRETTA è stata in Sicilia, dove una legge regionale per il ritorno all’acqua pubblica ci sarebbe, ma non è ancora cambiato nulla. La Regione ha il record di gestori privati, sono 5 su 9 che dovrebbero garantire erogazione, controllo della qualità e servizi. Ma come vanno davvero le cose?Anche in gran parte della Campania l’acqua è ancora affidata al mercato, ma il Comune di Napoli è l’unica grande città italiana che ha scelto la gestione interamente pubblica del servizio idrico. Le tariffe oggi sono tra le più basse d’Italia e l’azienda ha chiuso l’ultimo bilancio con 8 milioni di euro di utili.IL TABU’ DEL SESSO” e “ACQUA IL REFERENDUM TRADITO” sono un racconto di Riccardo Iacona con Liza Boschin, Giulia Bosetti, Alessandro Macina, Raffaella Notariale, Andrea Vignali.

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