13 gennaio 2016

Il fronte del si

Il governo, ovvero Renzi, ha deciso di legare l'esito della votazione al referendum alla legislatura:
"Ho detto che se perdo il referendum smetto di far politica. Non è un plebiscito su di me ma finalmente c'è la responsabilità di chi fa politica dopo che per anni c'è stato il pantano".

Così, giusto per chiarire che queste non sono riforme alla Costituzione di origine parlamentare, ma sono farina del sacco dell'esecutivo.
Visto che, appena il DDL Boschi verrà approvato partirà pure la campagna referendaria: il governo, diversamente da quello che imporrebbe la regola (e il buon senso) sarà arbitro e giocatore in campo.

Il fronte del no si è già schierato: dentro ci sono i "professoroni", la sinistra del PD, la sinistra in generale e quanti non accettano il nuovo assetto istituzionale che ci porterebbe verso un premierato forte (tutti i poteri concentrati verso l'esecutivo, senza contrappesi).
Anche FI voterà no, vedremo poi con quale impegno, visto che la sostanza della riforma ricalca i modelli berlusconiani del potere.

Prima pagina Unità del 13 gennario

La vignetta di Staino


Ma anche il fronte del si si scalda: sono i giornali del partito che prepareranno da una parte lo sberleffo (per essere buoni) nei confronti dei gufi del no e dall'altra sposteranno l'attenzione sull'aspetto dei costi (una camera in meno, gli stipendi dei senatori).
Tutte motivazioni a cui una volta, magari proprio le stesse persone, si rispondeva dicendo che non si può ridurre la democrazia ad una sola questione di costi.
Tra le ragioni del si c'è poi la questione della governabilità: chi governa ha un potere stabile e tempi certi per l'approvazione delle sue leggi.
Ovvero la governabilità vale più della rappresentatività del paese: come se la maggioranza di governo rappresentasse veramente la maggioranza del paese.
Ai tempi di Berlusconi di fronte a queste scempiaggini le opposizioni e i giornali facevano scudo.

Oggi siamo al tifo da stadio, ci perdiamo dietro a storie come quella di Quarto, usata come arma di distrazione per nascondere altre questioni.
Forse a Quarto i voti della Camorra hanno permesso l'elezione di grillini al comune (ma non dovremmo essere garantisti e aspettare l'esito dei processi?).
Ma la mafia è già entrata in Senato, nei partiti di maggioranza, dentro le regioni (chi si ricorda di Zambetti?).

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