05 giugno 2015

Crisi di identità

Confesso di avere una crisi di identità.
Ma è il PD di Renzi quello che difende De Luca dalla decadenza (per la Severino) o è il PDL quello che difende Berlusconi (sempre dalla decadenza per la Severino)?
E chi dovrà decidere della decadenza di De Luca? Il presidente del consiglio Renzi, che nel passato, per altri eletti, ha applicato la legge votata dal suo stesso partito.

Lo stesso partito del commissario PD di Roma, Orfini, quello che ora parla di poche mele marce, che difende Marino, che se la prende col M5S dopo la retata bis della procura di Roma per l'inchiesta mafia capitale?
"Me sò comprato Coratti". In una conversazione del 23 gennaio 2014 Salvatore Buzzi, capo delle cooperative sociali, al telefono con il suo collaboratore Caldarelli, dice: "Me sò comprato Coratti, lui sta con me...gioca con me ormai". Il presidente Pd del Consiglio comunale di Roma era stato ribattezzato però 'Balotelli' dal ras delle coop Salvatore Buzzi, perché non faceva "gioco di squadra": "Aveva pretese continue, tra cui l'assunzione di persone nelle coop".
Quella che colpisce anche esponenti della giunta Marino, che ancora una volta non ha visto, non ha sentito. Quella che da Roma capitale (dove sedeva il consigliere Coratti) e  arriva fino al lungomare di Ostia (del presidente del municipio Tassone).
«Tassone è nostro, eh... è solo nostro... non c'è maggioranza e opposizione, è mio». È quanto affermato da Salvatore Buzzi - intercettato dagli inquirenti - riguardo ad Andrea Tassone, l'ex presidente del X municipio di Roma (Ostia), finito agli arresti su ordinanza del gip Flavia Costantini, nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. Tassone si dimise nel marzo quando il commissario del Pd capitolino Orfini denunciò la presenza della mafia sul litorale romano. «Abbiamo chiesto a gran voce un cambiamento perché Ostia non è come gli altri municipi. Ma fino a ora non c'è stato. Spero che il mio sacrificio e quello della mia giunta non sia vano», disse Tassone.
Chi lo ha detto che in questo paese si è bloccato l'ascensore sociale: dalle carte dell'inchiesta si legge di tale Giordano Tredicine, uno che viene da una famiglia che gestisce il business delle bancarelle: uno che rischiamo di trovarcelo come ministro ..
“È un porco, li mor-tacci sua, c’ha tutti i vizi. Glielo dico sempre ’a Gior-dà, se non ti arrestano diventi primo ministro. Mefa , dice, perché me possono arrestà? Li mortacci tua”. Ammirato  il commento  di  Carminati: “E’ poco chiacchierato, nonostante sia uno che ha mille im-picci”
E ora, chi dovrà decidere dello scioglimento di Roma? Il prefetto che risponde al ministro di un governo presieduto dallo stesso partito di cui sopra.
Alfano dovrà anche decidere del caso del suo sottosegretario, Castiglione, indagato per un'altra inchiesta, sempre legata al business dell'accoglienza profughi, che porta alla coop bianca vicina a CL, La Cascina.
E si dovrà capire anche se e in che modo ci siano state delle pressioni da parte di Odevaine per lo smistamento dei flussi dei migranti sul territorio.
Un bel caso di crisi di coscienza.
O di identità.
Perché, leggendo le carte dell'inchiesta (e tutte le belle intercettazioni che forse un giorno non avremo più a disposizione), ci si imbatte in tale Francati, leader dei no rom, dei basta nomadi, della "Magliana senza nomadi", e poi assunto alla coop di Buzzi per un giro di favori col consigliere Gramazio.
Perché va bene le idee (magari un po' razziste), ma oggi bisogna essere pragmatici.

Nessun commento: