06 marzo 2015

Servizio pubblico – rottamare stanca

Maramao perché sei morto …
Rottamare stanca, specie se questo significa fare la guerra agli sprechi, all'evasione, alla corruzione. E alle mafie. Perché poi significherebbe inimicarsi i portatori di voti, al sud e al nord.
Chi ti finanzia più le cene e le campagne elettorali, protetto dall'anonimato?
Rottamare stanca, specie nella lotta alle mafie, materia scomparsa dall'agenda politica. O meglio, annacquata dentro le riforme del governo della contro rottamazione.
La finta legge sul voto di scambio, che rende complicato accertare il “dolo”, dunque il reato.
La legge sulla responsabilità civile dei magistrati (di cui ha parlato il giudice Scarpinato nel corso della puntata).
La finta legge sull'autoriciclaggio. La legge che non c'è contro la corruzione.


La copertina di Santoro era infatti dedicata a quanti compiangono il vecchio maramao, quando oggi ci ritroviamo Matteo il rottamatore e Matteo il lepenista: “povere noi vedove di micine maramao”. Mazzette per i senza case, sugli immigrati, per la vigilanza dei campi rom.
E adesso vediamo il generale della finanza è circondato dai toponi.
Il moralizzatore si fa dare un centomila dal pasticciere per vendere cannoli all'aeroporto Falcone.
Come faremo senza di te maramao: ci ritroviamo i rom che ci chiedono l'elemosina, che entrano in casa.
Tu sei morto e ora c'è questo qui che dice che gli immigrati sono venuti per fare pulizia etnica.
Renzi non mangia i topi, lui ci gioca da topone a topone. Aveva promesso la rottamazione, una democrazia senza mafia e corruzione.
Maramao perché sei morto? Era tutto più semplice quando c'eri tu, le leggi ad personam, la mafia, la corruzione.

Nella puntata di Servizio pubblico si è parlato di mafia 2.0, che cambia pelle più in fretta di quanto la politica riesca ad approvare strumenti per il suo contrasto. Sempre che questa politica della finta rottamazione abbia veramente voglia di fare contrasto alle mafie.
Alla Leopolda 2.0 in Sicilia, il pd renziano ha mostrato la sua voglia di cambiamento, portando sul palco il nipote del boss Matteo Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa. Ci può bastare questo segnale, per stare sereni? E' un segnale importante, una denuncia forte da parte di un consanguineo di un boss.
Nella Sicilia dei cambi di casacca dei cuffariani e dei lombardiani, tutti in corsa sul carro vincente?
Un po' poco forse. Il gattopardismo è un male antico che non si sconfigge mantenendo le stesse persone e gli stessi portatori di voti.

La casa di Matteo Messina Denaro, a Castelvetrano.
Qui Ruotolo ha incontrato il nipote, Giuseppe Cimarosa, imprenditore.
Tutti ci evitano” dice la cugina di Messina Denaro, Rosa Filardo.
Il padre Lorenzo è stato accusato di aver favorito la latitanza del boss: “ero arrabbiato con mio padre, gli promisi che sarei andato via e non mi avrebbe più visto”.
Dopo l'arresto il padre ha deciso di collaborare con la giustizia: “il regalo più bello”.
La famiglia ha deciso di dire no al programma di protezione , per non andar via da Castelvetrano.
La sorella di Matteo Messina Denaro veniva spesso dalla madre di Giuseppe: consegnò un pizzono ai genitori, in cui chiedeva dei soldi. Quei 70000 euro che sono costati la condanna a 5 anni.
Il padre non sapeva del luogo di latitanza del boss, altrimenti sarebbe già morto, con la famiglia.

Le cifre del boss, di Dragoni:


A Matteo Messina Denaro, gli hanno sequestrato beni per 20 ml di euro, imprese edili, un parco eolico, ma è una piccola parte del tesoro. In 21 anni gli hanno sequestrato beni per 3 miliardi di euro. È uno dei dieci maggior ricercati del mondo, secondo Forbes. È anche uno degli uomini più ricchi nel mondo, il nono in Italia.
Da dove arrivano i soldi? Serviva il sostegno degli imprenditori come il re del vento Nicastri. Messina Denaro ha cercato di trasformare un certificato di deposito in oro, del Credit Suisse.
Per una somma di 39 miliardi di dollari.
I beni sequestrati ai mafiosi diventano dello stato solo con la confisca definitiva cioè dopo molti anni. Così i beni sono bloccati dalle banche, sono case possedute ed abitate dai mafiosi.
Spesso le banche chiudono i finanziamenti alle aziende dopo i sequestri: collusione o ingenuità delle banche?

Giuseppe Cimarosa: quando ero piccolo si parlava di Matteo M.D. come un criminale di spessore. Si è creata un'area fascinosa attorno al personaggio.
A scuola i ragazzini sapevano della parentela: io non la dicevo mai, sapevo quanto poteva esser pericoloso per la mia famiglia.
La cosa che mi ha salvato sono stati i genitori, anche mia nonna: a casa mia si preferiva non parlare di questo parente, innominato, per proteggermi.
Non è facile venire fuori da un certo rapporto: Giuseppe ha raccontato dei rapporti difficili col padre, che colpevolizzava per ogni cosa. “Sapevo che mio padre era in pericolo”: e lui era orgoglioso delle mie idee.
Il suo conforto era che io non ci sarei cascato mai in certi meccanismi.
Nonostante questo, io a Castelvetrano mi sentivo male. Per le notizie che leggevo o vedevo sul telegiornale.

Aldo Busi: lui ha il talento della libertà, Cimarosa ha fatto la cosa giusta arrivandoci da se, svincolandosi da un destino. Ha fatto un gesto che dovrebbe fare chiunque di noi.
Quello di Cimarosa dovrebbe essere la normalità: impossessarsi di se stessi dentro una vita civile dove nessuno venga schiacciato, plagiato, da artifici criminali.
È un affetto intellettuale, non di pancia: il suo è un percorso che parte come ribellione, ma ha vissuto un'esperienza meravigliosa.
Che cosa se ne fa di tutti questi miliardi? Continua a fuggire, oggi.
Come scrittore mi riesco a calarmi nella sua identità: non vedo la ragione che muove questo uomo.
è una distorsione del potere” ha concluso Santoro.

Roberto Scarpinato: come è cambiata la mafia? Si è creata un'enorme zona di mezzo piena di colletti bianchi.


La mafia sta cambiando a nord e sud, perché è cambiato il quadro economico e politico in cui si muoveva prima. Prima avevamo un sud che si muoveva di spesa pubblica: mafiosi e imprenditori si muovevano su questi appalti.
Ora la spesa pubblica è calata, anche le estorsioni devono tener conto dei fallimenti delle imprese.
Il popolo di Cosa nostra esprime oggi un enorme disappunto coi vertici, che non si fanno carico dei problemi della mafia. Anche Messina Denaro viene criticato oggi, accusato di non curarsi del disagio.
C'è un'altra mafia che è trasformata in mafia mercatista: offre beni e servizi che vengono chiesti da persona in tutto il mondo.. Gioco d'azzardo, protezione, droga, riscossione crediti.
Al nord non c'è reattività sociale, perché la mafia si è trasformata in una società di beni e servizi.

Per smaltire l'amianto dentro una palazzina si offre una mafia che non aggredisce ma offre servizi: questo spiega le discariche illegali tra Milano e Lecco. La mafia che diventa un'agenzia sul mercato che offre servizi.
Oggi il pil nazionale è calcolato sommando il fatturato di droga e prostituzione: una legittimazione culturale che trovo scandalosa.

Santoro: dovremmo mettere in primo piano la lotta alla corruzione, per sconfiggere la mafia.

Scarpinato: se noi avessimo dovuto combattere la mafia con gli strumenti con cui combattiamo la corruzione, avremmo già perso la battaglia. Come oggi abbiamo perso con la corruzione.
Le statistiche della popolazione carceraria dicono che i condannati per reati di corruzione si contano sulle punte delle dita di una mano.
Oggi, per i vincoli europei, la spesa pubblica non può crescere: dunque finanziamo la corruzione tagliando la spesa in welfare, spesa sanitaria, stato sociale.
Il cittadino paga direttamente la corruzione: ecco perché la corruzione è un fatto economico. Aggrava una recessione economica al sud, specie al sud.
10 miliardi di euro sono spariti in Sicilia, nel gorgo della formazione: la zavorra del sud non è la mafia, ma la mafia-corruzione: la vecchia mafia dell'estorsione è un residuo della prima repubblica. Abbiamo bisogno di norme serie per combattere questa corruzione.

Segniamole queste parole “Il fenomeno corruttivo va a tagliare la spesa sociale. Che colpisce i più poveri”. Sono i posti letto da tagliare, i treni per i pendolari che non ci sono. Le strade con le buche. L'assenza di politiche abitative.

A Reggio Emilia un gruppo di ragazzi (del gruppo “corto circuito”) ha messo il naso in una situazione spinosa, partendo da episodi di camion bruciati, per arrivare alla scoperta della ndrangheta.
I ragazzi di corto circuito sono stati i primi a parlare di ndrangheta, quando commercialisti, avvocati, colletti bianchi la negavano.
Brescello una volta era la patria di Peppone. Ora vivono i boss che danno lavoro alla gente e la gente che dice che la mafia non esiste.

Non c'è mafia in Emilia .. siete qua a rovinare tutto il paese”. Nessun giornalista ha mai messo piede a Brescello, solo i ragazzi di corto circuito.
Che chiedono della famiglia Grande Aracri.
Famiglia difesa dal sindaco.

Di fronte a questa realtà (il patrimonio di Messina Denaro, la mafia al nord che non si vede e che si ha paura di nominare, con la rimozione della mafia corruttiva) possiamo dire che siamo già nel futuro, con la Leopolda del sud, oppure stiamo perdendo la battaglia?
La politica ha veramente cambiato atteggiamento, scegliendo come riferimento persone come Giuseppe Cimarosa?

Busi: “speriamo che non si erga come paladino” dice lo scrittore, che venga usato come immagine per una antimafia solo di facciata.

Faraone: si è pensato a Giuseppe per dare uno spaccato di una persona che si è ribellato al destino, di chi è figlio di mafiosi e non ha vuoto rimanere inchiodato a quella posizione.
Ha dimostrato che è possibile uscire da quella condizione di minorità.
Ci sono poi i paladini dell'antimafia, di facciata, che non hanno avuto il suo coraggio. Il riferimento al presidente della Camera di commercio, che ha fatto carriera con le celebrazioni di Libero Grassi.
O quelli che gridano al lupo al lupo, col meccanismo della denuncia, che crea confusione.

Scarpinato però ricorda che la politica dovrebbe fare quelle leggi che ci permettono di combattere la corruzione: su questo siamo in ritardo.

Ambrosoli: verso la criminalità organizzata è facile reagire, anche se oggi c'è una nova criminalità per cui servirebbero nuovi strumenti.
Difficile combattere la corruzione: Ambrosoli ha ricordato come è finita la tangentopoli, quando i giudici se la sono presa coi piccoli pesci.
Servono leggi che siano veloci nel rinnovarsi nei confronti dei fenomeni corruttivi.
La politica deve affrontare anche un atteggiamento mentale: l'imbarazzo del sindaco di Brescello, il prefetto di Milano che diceva che la mafia non esisteva per tranquillizzare il suo sindaco.
O il ministro dell'interno che chiedeva una puntata riparatrice contro Saviano.
È una politica che non dice la verità e che tradisce il suo mandato.

Scarpinato ha parlato degli strumenti che mancano per la corruzione: il cittadino che paga la tangente e che poi denuncia il caso di corruzione rischia il carcere fino a tre anni.
Ad Expo abbiamo firmato un protocollo contro la mafia e poi abbiamo scoperto che il problema era la corruzione.
Ci viene difficile intervenire contro la mafia silente. Quella mercatista che ti vende servizi a prezzi concorrenziali.
Scarpinato ha difeso l'antimafia istituzionale seria, dei magistrati e delle forze dell'ordine. Delle associazioni come Libera di don Ciotti.
La legge sulla responsabilità civile da strumenti alla criminalità per sbarazzarsi dei magistrati scomodi. Il giudice che sequestra un'azienda ad un mafioso, potrà essere citato a giudizio dal mafioso subito dopo il sequestro. E allora o il giudice si astiene o il mafioso lo può ricusare.
Il messaggio al giudice nuovo arriverà subito.
Le azioni strumentali non verranno filtrate: si verrà citati anche per il travisamento del fatto, cioè entrando nella valutazione delle prove.
Questa legge è un pericolo, non ha eguali al mondo, e non aiuta il contrasto alla criminalità.

L'intervento di Travaglio: delitto imperfetto della settimana è De Luca, vincitore delle primarie in Campania, nonostante la condanna.


Hanno votato in 150mila in Campania: un plebiscito per De Luca.
E Renzi? Sta zitto.
Si vergogna? No, perché alle primarie gli ha portato il 97% di voti.
La Barraciu è stata bloccata da Renzi, solo per un avviso di garanzia.
La legge Severino l'ha votata il PD.
A Renzi Underwood, interessa vincere, non gli importano i nomi.
Ma c'è il piano B: escludere dalla decadenza il reato di De Luca, l'abuso d'ufficio.
De Luca è in politica da 30 anni, la Russia era Unione Sovietica, è stato sindaco 4 volte. È rimasto parlamentare anche da sindaco.

La denuncia del deputato siciliano Arnone contro i cambi di partito di questi mesi: gente come Zambuto, come Di Pasquale che è passata da centro destra a centro sinistra senza farsi troppi problemi.


Intervento cui ha risposto Davide Faraone in studio che poi ha avuto un botta e risposta con Travaglio.

L'intervento di Saviano contro il PD che si è dimenticato del sud:

Nessun commento: