30 marzo 2015

Servizio pubblico - grandi evasori

Italia, paese di grandi vip che a volte hanno anche un rapporto difficile col fisco (per usare un eufemismo): come il campione Rossi del mondo nel motociclismo. Grazie alle sponsorizzazioni e ai ricchi contratti, diventa uno degli sportivi più pagati: nel 2007 la procura di Perugia gli notifica una cartella per evasione, per aver spostato residenza a Londra.
Valentino ha trovato un accordo col fisco, con uno sconto del 70% sull'evaso.
Che diranno i contribuenti e i lavoratori normali?

Non è un caso isolato: Pavarotti, sposta la residenza a Montecarlo, metà tasse scontate.
A Fisichella (Formula 1) il fisco chiedeva 17 ml, ne ha pagati 4.
E poi la soprano Ricciarelli, Ricky Tognazzi, Accardo, Morricone: hanno tutti patteggiato col fisco per cifre inferiori. Tutti con la casa a Montecarlo.
Rocco Siffredi invece ha residenza in Ungheria: anche lui ha patteggiato pagando solo il 20% del dovuto.

Leonardo Del Vecchio ha accordato col fisco un pagamento da 300ml di euro, e poi Wind, Bosh .. un accordo e la reputazione rimane pulita.
Tutti casi di elusione: uso le maglie della giurisdizione per pagare meno tasse, ma tra elusione ed evasione il confine è labile e una serve all'altra.
Spostare azienda e soldi nei paradisi fiscali è la cosa più semplice: Federico Ruffo incontra in un bar a Roma un esperto di capitali da spostare.

Che racconta al giornalista “Prendi una SRL dominicana, neanche il governo può sapere chi sono i soci, prendi una carta di debito e spendi tutti i soldi sul conto”.
Ma non serve andare così lontano: c'è una società romana che sposta soldi in Romania, con ua tassazione al 16%. Tassazione calcolata sulla differenza tra ricavi e costi.
I costi li puoi gonfiare come ti pare: la società la costruiscono loro, tirano su l'ufficio da zero.
L'unione europea mette l'80% dei soldi per tirar su un'azienda.
Poi ci sono paesi come le Canarie dove la tassazione è al 4%.

Il casi di Angiola Armellini: è l'erede dell'impero del costruttore Armellini, 3000 abitazioni scomparse dietro società nei paradisi fiscali... La GdF ha scoperto che su molte case, affittate al comune di Roma per l'emergenza case, non aveva pagato Imu e Ici.
Palazzine a rischio crollo, su cui il comune pagava sempre l'affitto.
Case con cemento mischiato a sabbia di mare.

C'è un contenzioso, tra comune e Armellini per ristrutturare le case: case affittate al comune per 11 ml di euro l'anno (delibera poi bloccata per mancanza di copertura dalla giunta Alemanno).
La giunta Marino ha raggiunto un accordo per un affitto da 5ml, ma ora vuole indietro i soldi di Imu e Ici.
Nonostante questo (l'evasione dell'ICI) gli Armellini continuano a fare affari col comune, come con il nuovo stadio della Roma, all'Ippodromo di Tor di Valle.
La delibera approvata a Natale è un regalo agli Armellini, dicono alcuni consiglieri comunali, i cui terreni, conferiti in una società del Lussemburgo, sorgono vicini allo stadio.
Come mai è stato scelto il terreno di Tor di Valle?

Secondo la Gdf il patrimonio varrebbe 2,1 miliardi di euro, in società nel Lussemburgo, i direttori delle filiali italiane erano solo prestanome.
Tra gli indagati ci sono 8 tra notai e commercialisti, nessuno ha voluto essere intervistato da Presa diretta. Gente comune che si era prestata al gioco per pochi euro e anche professionisti.

Il ducato del Lussemburgo: qui c'è la concentrazione di depositi più alta del pianeta, il più alto pil per persona, la più alta concentrazione di banche.
Banche per i soldi degli stranieri, che arrivano dal resto del mondo, anche dall'Italia.
Qui troviamo Unicredit, Intesa, Mediobanca, ma anche la banca popolare dell'Emilia Romagna, che qui ha una società anonima.
Quando esplode il Luxleaks, si capisce perché di questi sportelli: un accordo tra privati per garantire una tassazione favorevole, accordo stipulato tra un governo europeo e società provate.
Anche il banco popolare dell'Emilia.

Qui trovi società che affittano uffici, trovi gente che risponde al telefono, pur di figurare filiali estere in Lussemburgo dove spostare tutti a guadagni. Tassati all'1%.
Tripadvisor, Mediaset investment, Philips...

Come è finito il caso Armellini? Pagherà il 25% della somma contestata e ora le società sono state spostate in Italia.

Anche lo Stato italiano è andato in Lussemburgo per pagare meno tasse: ci è andata la regione Sicilia, con una società partecipata.
Anche questo è uscito dall'analisi del LuxLeaks: si tratta del fondo Malvasia posseduto da Pirelli, DB e dalla Sicilia immobiliare, una partecipata dalla regione.
Nel fondo immobiliare ci sono 34 palazzi: la società prende i palazzi dalla regione, che aveva bisogno di soldi per fare cassa. Sono palazzi usati per gli uffici degli assessorati, che poi ha dovuto riaffittare a caro prezzo.
I conti dell'operazione di Cuffaro sono disastrosi: incassati 179ml incassati, ma ne ha spesi il triplo per l'affitto, - 400ml di euro. Un affare per il fondo, con sede in Lussemburgo.
Se ne è accorto il presidente Crocetta, spulciando le spese per gli affitti.

La regione ha pagato qualcuno per prendersi, a pochi soldi, i palazzi della regione: l'operazione è stata infatti finanziata dalla finanziaria regionale.
Lo scandalo Luxleaks: come è possibile avere un paradiso fiscale in piena europa?
Perché il Lussemburgo ha bisogno di questa economia, perché crea posti di lavoro,la incentiva.

Come per il caso Assange e Falciani, le persone che hano fatto uscire le carte rischiano grosso, perché accusati di violazione del segreto bancario.
Tra i difensori di queste gole profonde, il giornalista del Guardian Bowers: al giornalista Ruffo a spiegato che il Lussemburgo è di fatto un paradiso, di cui hanno tratto beneficio le multinazionali, che qui hanno sede.
Sono tutti coinvolti, esperti, economisti, consulenti delle aziende.

A governare qui è stato per anni Juncker, oggi a capo della commissione: quando era al governo si sono firmati gli accordi con le imprese. Senza violare le leggi, si difende.

Servirebbero regole uguali per tutti, in tutta Europa, in ambito fiscale: ma il nuovo presidente del Lussemburgo (di un altro partito) non si sente in colpa, parla di attrattività economica, comune ad altri paesi europei e nel mondo.
Come Londra e i suoi protettorati: da cui passano 1000 miliardi di dollari sottratti al fisco nel mondo. Il più grande paradiso fiscale è anche il più grande centro finanziario: tutto garantito dalle società limited.

Uno dei professionisti che aiutano le imprese italiane ha messo sul piatto costi e benefici: con 4000 sterline si apre una limited, che nasconde i beneficiari al fisco.
Ma ci sono società che aiutano a crearsi una società limited su internet, con meno costi.
Senza documenti, senza controlli sugli indirizzi: con pochi click si ha una sede, un ufficio. E una società virtuale. Con cui fare qualsiasi operazione finanziaria nel mondo, senza che si possa risalire ai veri proprietari.

Panama: qui ci sono depositi per 51 miliardi di dollari. Qui l'anonimato di una società è sancito per legge. Panama city è un enorme cantiere, pieno di grattacieli.
Costruiti negli ultimi anni con i soldi sottratti al fisco e che qui devono essere investiti o lavati.
Chi opera fuori Panama paga 0 tasse, dice Giovanni Caporaso che ha uno studio di consulenza.
Il mago che offre il kit dell'elusione a chi è interessato: mail che si distruggono, numeri anonimi in tutto il mondo, carte di credito anonime.
La società fiduciaria che crea il consulente ha un direttore (che è un avvocato) e tre membri del consiglio: prestanome.

Gli stati in fallimento, costringono la gente a pagare le tasse e la gente sposta i capitali .. se la gente ritiene ingiusta la tassazione, è giusto scappare ...”.
Si sentono in colpa questi imprenditori che spostano i profitti all'esteto, sfuggendo alle tasse in Italia?
Neanche per sogno: se il fisco ti spreme troppo, è giusto non pagare, risponde uno di loro.
Sono 50mila le società anonime aperte ogni anno.

Le multinazionali che pagano meno tasse grazie ai paradisi fiscali sono così forti, che sfidano anche lo stato Americano.
Come la Apple, che in una seduta al Senato hanno tenuto testa al repubblicano mcCain e al presidente della commissione Lewin.
Tim cook sa che l'elusione è lecita, spostare la tassazione in Irlanda per pagare tasse all'1,5% è legale.
È dovuto intervenire Obama, con una proposta di legge ad hoc. Ma il congresso a maggioranza repubblicana è contrario alla tassazione delle multinazionali.
Facebook Irlanda fa profitti per 1 miliardo e paga tasse per 200 ml.
Ma nemmeno l'Europa è riuscita a contrastare l'elusione delle multinazionali: in Inghilterra il cancelliere Osbourne ha introdotto la tassazione al 25%, per queste strutture.
Il trucco si chiama double irish: Google e Amazon non pagano tasse e non investono in ricerca in Italia, pur avendo sedi qui da noi.
Google sembra avere una stabile organizzazione, ma per il direttore non è vero.
I politici possono cambiare le leggi”, dice.

I governi si devono svegliare … tie”: dice il presidente di Amazon Italia. A chi era rivolto il gesto?
Stiamo facendo qualcosa per recuperare questi soldi, noi italiani?
La politica italiana che fa?
Francesco Boccia nel 2013 aveva presentato un disegno di legge per tassare queste multinazionali. La web tax fu poi affossata da Matteo Renzi: il presidente del Consiglio sostenne che la web tax andava posta come tema europeo, ma ai tempi del semestre europeo non ha fatto nulla.
Boccia ha raccontato di pressioni dall'ambasciata americana: a quanti soldi abbiamo rinunciato, per ingerenze straniere?
In Europa si è fatto però un passo avanti: le aziende come Google deve pagare le tasse nei paesi dove fanno affari, ma il passo necessario sarà tassare gli utili.

Perché questa situazione mette in difficoltà le stesse start up tecnologiche italiane, che non possono competere coi big: Iubenda è una startup italiana che non ha i benefici come Google, ma lo stato non li ha aiutati fin da subito come burocrazia e come tassazione.
Su questo punto Renzi ha fatto una legge utile : L'investment compact act , che aiuta queste startup con degli esoneri degli adempimenti burocratici.
Da Renzi aspettiamo la delega fiscale, la norma che era stata chiamata “salva Berlusconi” (per la depenalizzazione dei reati fisclai ..), che era bloccata e verrà riscritta.
Purtroppo la depenalizzazione per un certo numero di reati fiscali rimarrà: lo ha spiegato il sottosegretario Zanetti, che ha almeno ammesso gli errori nel decreto.

Per questi reati è meglio depenalizzare, dice il sottosegretario: perché tanto nessuno viene punito in Italia ..

L'emendamento sul reato di falso in bilancio: dentro il DDL anticorruzione, non ancora approvato, c'è anche la norma sul falso in bilancio.
Per chi falsifica il bilancio delle società quotate c'è un inasprimento delle pene, ma per le non quotate la pena massima è 5 anni. Niente intercettazioni e si procede solo con querela di parte.

Il reato del falso in bilancio è il cardine dell'evasione: per questo non viene toccato, spiega l'ex ministro Visco.
Si creano provviste in nero per fare corruzione, con il falso in bilancio.
Siamo un paese di evasione di massa che riguarda parecchi milioni di voti e questo condiziona chiunque governi”: l'illegalità viene però percepita all'estero e questo blocca gli investimenti dall'estero.

La voluntary disclosure: è la possibilità, per chi ha soldi all'estero non dichiarati e legati a violazioni fiscali, di autodenunciarsi con sanzioni ridotte.
Non è uno scudo fiscale, perché le imposte si pagano tutte e non c'è anonimato.
Per gli anni precedenti al 2006 però, l'agenzia delle entrate non può controllare la provenienza di questi soldi, varrà una sorta di autocertificazione.
E questo vale anche per i mafiosi, per i soldi della corruzione …

Il giornalista che ha curato questa parte del servizio, Laganà, ha incontrato il giudice Davigo: “serve la certezza della pena e non condoni” dice l'ex pm di Mani Pulite.
I proclami di lotta all'evasione in questo paese iniziano sempre con dei condoni”: lo stato contrasta l'evasione solo se credibile e inflessibile.
Si sottovaluta la pericolosità di questi reati: qui si evadono 120 miliardi, ma solo 96 evasori sono in carcere. Lo 0,3%.

In Germania il reato fiscale è immediatamente penale, anche per pochi euro:non ci sono sconti né soglie, anzi sopra certe soglie scattano le aggravanti.

Il ruolo delle banche nell'evasione: Ruffo è andato sull'isola di Jersey, qui hanno sede tutte le principali banche.
È uno dei paradisi più grandi: due terzi della popolazione lavora per le banche, che custodiscono più di 500 miliardi che arrivano da tutto il mondo.
Qui le banche possono ricattare la politica, usando la leva dei posti di lavoro e il parlamento fa le leggi che le banche vogliono.
Jersey un satellite di Londra, qui si nascondono le nefandezze per le operazioni sporche, dice John Cristensen, consulente di banca.
Un giorno ha capito che nelle operazioni delle banche c'erano anche i soldi della mafia, ha denunciato tutto.
Anche Vincenzo Imperatore lavorava con le banche: ha scritto un libro per Chiarelettere “Io so e ho le prove”: non arrivavano mai soldi in contanti, ma ci si muoveva solo con prodotti bancari.
Come il diamante, che è un bene anonimo per il fisco, racconta l'ex bancario.
Altro prodotto per evasori è l'assicurazione sulla vita.
I vertici degli istituti sono consapevoli dell'evasione, senza l'evasione non ci sarebbero state tutte quelle operazioni finanziarie su diamanti e polizze.

Le banche, i professionisti legati all'evasione, gli imprenditori e i vip che sottraggono soldi al fisco.
E dall'altra parte la gente comune che deve pagare le tasse fino all'ultimo e si vede tagliare i servizi.
Gli imprenditori che sono rimasti in Italia che subiscono la stretta del credito, lo stato che non paga le commesse, il fisco che chiede soldi tutti e subito.


Come potrebbe ripartire l'economia con quei 120 miliardi di euro?

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