07 settembre 2014

Donne di Andrea Camilleri

Angelica 
Due sono le Angeliche delle quali sono stato innamorato. Quella creata dalla poesia di messer Ludovico Ariosto mi iniziò ad un sentimento d'amore, esaltante e struggente. Imparai a leggere correntemente che avevo sei anni. E da allora non smisi più. La mia prima lettura era stata un romanzo di Conrad, La follia di Almayer, dopo aver chiesto e ottenuto da mio padre il permesso di mettere mano tra i libri della sua biblioteca. Mio padre non era un intellettuale, però aveva un particolare gusto per le buone letture. Divorai alla rinfusa Conrad, Melville, Simenon, Chesterton, Maupassant e, tra gli italiani, Alfredo Panzini, Antonio Beltramelli, Massimo Bontempelli...
Andrea Camilleri e le donne: chi ha letto i libri del maestro, non solo le storie del commissario Montalbano, sa quanto siano importanti le donne per Camilleri. Anche se relegate apparentemente in secondo piano, sono spesso le donne a portare alla soluzione di un caso per Montalbano. E' Livia la donna di Salvo, nonostante le “sciarriate” al telefono e le “vampe d'agosto” che hanno portato a qualche sbandata.
Forse un po' tardivamente, ma a loro è dedicata questa raccolta, un tributo a tutte le donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita dell'autore.
A partire dalla sua infanzia, con la bella Angelica della cui immagine si innamorò da piccolo (e di cui fece anche innamorare in una sua proiezione anche Montalbano nel romanzo “Il sorriso di Angelica”).
Se alcune di queste sono donne inventate dalla fantasia di un autore, Angelica dell'Ariosto o la Camen di Bizet, altre Camilleri le ha conosciute veramente: come Angelica Balabanoff, a Roma nel 1950.
Una giovane svedese di nome Ingrid, bella e disinibita, che diede spunto al personaggio inventato di Ingrid, l'amica “svidisa” del commissario.

Una giovane siciliana, determinata come l'Antigone della tragedia greca a portare avanti la sua vendetta contro un torto subito per la mafia.
Altre donne, per motivi contingenti, non possono che essere state conosciute dalla lettura dei libri: come Desdemona, la moglie del moro di Venezia, che si lascia uccidere come vittima sacrificale per il tradimento della società. O almeno questa è l'interpretazione di Camilleri.
Così come è impossibile che l'autore abbia mai visto le rughe sul volto della bellissima regina egiziana Nefertiti.

Bellissima come una dea anche Elena di Troia , il cui fascino portò alla guerra di Troia che “infiniti lutti addusse agli achei ..”.
E anche la regina Teodora, moglie dell'imperatore d'oriente Giustiniano, una donna dalle origini umili, ma determinata e coraggiosa.

Bianca di Lancia, l'amata moglie di Federico II, “stupor mundi”.
Sicuramente fanno parte del suo passato siciliano Ninetta e Giacomo, il cui amore sopravvisse agli anni e al fascismo.
Dai ricordi siciliani, sempre degli anni bui del fascismo, fa parte anche Oriana, una donna che fece a modo suo la guerra al regime, sebbene dentro un bordello.
Ci sono poi donne che tradiscono una natura diversa da quella che si immagina: la nobildonna Pucci, per esempio. Ramona la contorsionista, che arriva a far coompiere un quasi omicidio al fidanzato per godere poi della riappacificazione. Ursula la gatta.

E poi le due Elvira, la prima la nonna Elvira Capizzi in Fragapane “che ha saputo aprire la mia fantasia a lungo e m'ha aiutato ad esercitarla”.
E a seconda, Elvira Sellerio, l'editrice e amica, “l'esempio assoluto del meglio della donna siciliana. Riservata, tenace, determinata, convinta delle proprie idee e pronta a battagliare per esse, e nello stesso tempo, dolcissima, generosa, comprensiva, sensibilissima”.


E poi tante altre, conosciute o forse soltanto immaginate nei suoi viaggi in Italia e nel mondo:
«Angelica, Carmen, Helga, Inés, Nora, Xenia...Le ho amate tutte, per un'ora o per sempre.Alcune con grazia, altre con irruenza, altre ancora le ho solo immaginate.Senza di loro, non sarei stato io.»
Sono loro le donne che hanno ispirato il maestro, donando ciascuna una parte di sé che poi è finita nelle pagine dei suoi romanzi. Sono donne amate fisicamente, di cui ne ha ammitato l'intelligenza e il coraggio, la coerenza e l'integrità. Donne per cui ha pianto e per cui


Camilleri conclude in modo un po' amaro, in una nota a fine libro:
Sinceramente non avrei mai pensato di pubblicare un libro così intimo sulla figura della donna, ma altrettanto sinceramente non avrei mai pensato che in Italia nel 2013 fossimo costretti a varare una legge contro il 'femminicidio' ”.
Il sito di Vigata, con la scheda del libro e uno dei racconti, e il sito di Rizzoli editore.
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