31 maggio 2014

Vi aspettavo, Marcello Torre

Carissimi, ho intrapreso una battaglia politica assai difficile. Temo per la mia vita. Ho parlato al dottor Ingala. Conoscete i valori della mia precedente esperienza politica. Torno nella lotta soltanto per un nuovo progetto di vita a Pagani. Non ho alcun interesse personale. Sogno una Pagani civile e libera. Ponete a disposizione degli inquirenti tutto il mio studio. Non ho niente da nascondere. Siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile. Rispettatevi e amatevi. Non debbo dirvi altro. Conoscete i miei desideri per il vostro avvenire. Lucia serena, Peppino e Annamaria “laureati”. Corretti, tolleranti e aperti all'esistenza. Con una famiglia sana e tranquilla. Quanti mi hanno esposto al sacrificio siano sempre vicini alla mia famiglia. Vi abbraccio forte al cuore. Un pensiero ai miei fratelli, alle zie e a tutti i miei cari”.Lettera alla famiglia.
Marcello Torre fu ucciso dalla Camorra l'11 dicembre 1988, per non essersi piegato alla logica di collusione nell'affidamento di appalti per la rimozione delle macerie, dopo il terremoto in Irpinia del 1980.
Marcello Torre era un democristano anomalo, sindaco di Pagani lottò nel suo comune contro le infiltrazioni camorristiche. Sa di essere in pericolo, per il suo atteggiamento: per questo scrive alla sua famiglia, prima delle elezioni a sindaco, la lettera testamento che avete letto sopra.





Marcello Torre è uno dei politici eroi, raccontati da Antonella Mascali nel libro “Vi aspettavo”.

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