22 aprile 2014

Diluvio mediatico e siccità di fatti


La prima pagina di Repubblica titola di un piano segreto del governo per tagliare i caccia F35.
È una delle notizie del diluvio mediatico che dietro hanno però poca sostanza.
Servono sia per riempire le prime pagine, in assenza di fatti concreti (e in presenza di fatti drammatici come il milione diitaliani senza redditi da lavoro), sia per tenere alta la tensione dei cittadini consumatori (di scoop, di anticipazioni, di dossier vari). Specie ora che ci sono le elezioni europee che saranno una specie di conta per i partiti. Come ai tempi di Berlusconi, diventeranno una sorta di referendum pro o contro il governo, non un'occasione di eleggere e mandare in Europa persone competenti.

Sempre sui giornali si parla delle polemiche interne al governo sul decreto lavoro: altro diluvio funzionale solo per dare visibilità al centro destra alfaniano, che così può “dire” cose di destra.
E minacciare il governo dal basso delle sue percentuali di voti, che impongono a lui la permanenza nelle larghe intese.
Si annuncia uno scontro interno alla maggioranza ….”. Si, bravi.
Sarebbero i precari, quelli che dovrebbero protestare, visto che il DL alza a tre anni (con cinque proroghe) la possibilità di rinnovare il contratto a tempo senza causalità.
Di certo non una proposta di sinistra.
L'accusa è stata aver cambiato il testo uscito dalla commissione. 
Un po' come era successo con la legge sul voto di scambio, che era uscita in una maniera al Senato ed è stata sminuita alla Camera per favorire il centrodestra (e l'accordo con B.).

Potremmo parlare dei fatti, certo.
Delle manifestazioni in piazza che sempre più spesso si trasformano in scontri, dove la polizia deve fare da cuscinetto tra le tensioni nel paese e il Parlamento.
Delle quattro milioni di persone indigente che non beneficeranno del bonus da 80 euro.
Del fatto che la caccia all'evasione non si può fare coi blitz su ponte Vecchio, ma incrociando le banche dati. Ma senza cambiare (e semplificare) le leggi, anche così si farà poco.
Dell'autorità anti corruzione (affidata al giudice Raffaele Cantone) nata zoppa e senza poteri, ora a rischio chiusura per le dimissioni di massa dei suoi membri.
Della proposta di Franceschini di trasformare il sud in un enorme campo da golf, secondo il modello alla Sharm El Sheyk.


No, forse più conveniente rimanere nel diluvio mediatico. E delle riforme messe una dietro l'altra. Sulla carta.

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