21 marzo 2014

Promesse e tagli

Questa mattina sul treno dei pendolari commentavo assieme ad un mio compare di viaggio la prima pagina del Fatto quotidiano.
Gli arresti eccellenti dentro Infrastrutture Lombarde, la struttura che lavora in Lombardia per gli appalti di Expo (e in generale su sanità e autostrade).
Lo scontro Farinetti Celentano sul teatro smeraldo fabbricato in supermercato delle salsicce.




Le promesse di Renzi sul vincolo del 3% che sono accolte con un sorrisino in Europa (che ricorda molto da vicino il sorrisino fatto da Merkel Sarkozy sulle promesse di Berlusconi).

L'ennesimo ritorno della questione morale dentro il PD (degli altri partiti non farebbe più notizia): il deputato Genovese e i suoi conflitti di interesse, la sottosegretaria che non è buona come presidente della Sardegna ma a Roma si, perché l'avviso di garanzia non ci spaventa.

E ora abbiamo anche il caso Renzi Carrai , per l'affitto pagato dall'imprenditore amministratore all'ex sindaco: era un caso anche prima, quando Carrai iniziò a prendere incarichi pubblici per il comune e anche a raccogliere fondi per la campagna delle primarie.

Ecco, il mio amico che politicamente è distante da me anni luce (ma che, come me è disgustato dal malaffare) concludeva dicendo che siccome l'Italia è un paese particolare, dobbiamo spostare l'asticella del lecito più in alto.
Quello che in altri paesi sarebbe inconcepibile, da noi diventa pratica comune.

Il problema è che noi, queste pratiche, le incoraggiamo pure.
Malaffare, corruzione, clientelismi. La mafia sparita dall'agenda politica (se non parole e parole).

Per mantenere le promesse fatte in Europa (sul debito) e in Italia da Renzi (sulle tasse e sugli 80 euro in busta paga) ora aspettiamo il lavoro del tagliatore Cottarelli.
Taglieremo le pensioni fino a 2500 euro?
Taglieremo le auto blu (ma nel frattempo è attiva la gara Consip per comprarne di nuove)?
Manderemo a casa 85 000 statali?




Ieri sera a Servizio pubblico tra i presenti c'era il consigliere economico di Renzi, Taddei, che è stato bravissimo ad eludere tutte le domande dirette.
In collegamento, l'ex sindaco Cacciari era sempre più insofferente (come anche altri italiani): da quanto tempo stiamo sentendo queste promesse di tagli alla spesa pubblica improduttiva?
Perché anziché partire dal Senato non si è tagliato le province?
Perché non si inizia con i costi standard dentro la sanità, nelle regioni?

Il rischio è assistere ad altri tagli lineari, che darebbero un altro colpo al nostro sistema sanitario.



Quello che ieri, sempre Servizio pubblico, ma mostrato: attese infinite per esami, pazienti abbandonati nei pronti soccorsi perché non c'è posto.
Servirebbe avere una visione, bisogna avere un'idea di dove e come spendere.
Lo diceva il dottor Remuzzi, medico all'ospedale di Bergamo.
Le sa queste cose Cottarelli?


Oppure continueremo a spostare l'asticella più in alto?

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