25 marzo 2014

Il mondo non mi deve nulla, di Massimo Carlotto

Incipit:
"Il ladro si sedette sulla panchina e sospirò di sollievo. Era stanco, viale Principe Amedeo sembrava più lungo del solito, quella sera. Intendeva percorrerlo fino alla fine, infilarsi nel sottopasso e raggiungere la stazione, dove aveva lasciato la bicicletta.
La massa dei turisti doveva ancora arrivare, ma a Rimini gente in arrivo o in partenza ce n'è sempre, e prima o poi qualche pollo pronto a farsi alleggerire l'avrebbe trovato".
Rimini, una sera di primavera, quando la città ancora non è invasa da turisti: un ladro si muove per le strade della città in cerca della sua serata fortunata:

".. il cuore iniziò a battergli forte quando notò una finestra aperta al primo piano di una palazzina abitata da gente danarosa. La stanza era al buio, come tutto il resto dell'appartamento."
La storia che ci racconta Carlotto parte da un tentato furto (anche se compiuto in modo maldestro) che si trasforma nell'incontro della vita tra Adelmo, ladro per necessità dopo esser stato licenziato, e Lise, una donna matura che ha trascorso una vita sulle navi da crociera come croupier che si gode la pensione al mare.

Due persone che, se non ci fosse stata questa occasione, mai si sarebbero incontrate, perché appartenenti a diverse classi sociali, diversi stili di vita.
La narrazione del racconto rimane quasi sempre all'interno dell'appartamento della donna tedesca, in un'ambientazione di chiaroscuro, visto che i loro incontri avverranno quasi sempre di notte.
Lise sta vivendo in modo malinconico l'autunno della sua vita: per il lavoro che ha svolto fino ad ieri ha vissuto sempre sul lusso e sulla menzogna.
Non è sorpresa o spaventata dall'irruzione del ladro: il loro incontro scontro, si trasforma in breve in in dialogo quasi surreale, per il contesto in cui si svolge:
«Ho avuto a che fare con gli uomini con tutta la vita» attaccò in tono gelido.
«E proprio perché li conosco le dico che lei è solo un poveraccio. Come maschio sta al gradino più basso della scala. Perfino i suoi ceffoni non hanno qualità. sono degli di un subalterno. di un dipendente di infimo ordine. Per osare schiaffeggiare una donna è necessaria un'autorevolezza che inviti immediatamente al perdono. Lei non sa nemmeno di cosa sto parlando, vero?»
Forse perché, nonostante le due differenze, Adelmo e Lise hanno tutti e due bisogno di qualcosa, che vada oltre la quotidianità dei gesti: un qualcosa che potrebbe assomigliare all'amore. Quello che Adelmo non riesce ad ottenere dalla moglie Carlina che lo assilla tanto da chiamarlo al cellulare mentre sta compiendo i suoi furti.

Il ladro e la croupier iniziano a confidarsi tutto della loro vita: le loro amarezze, i loro lati oscuri, il loro passato. Quello che avrebbero voluto essere e non sono riusciti.
Lise, che è stata derubata dei suoi risparmi e che ha perso l'amore che aveva incontrato nelle sue crociere.
«E così sono diventata una vera professionista. Ero talmente brava da riuscire a manipolare la verità nei casinò delle navi, dove tutto è fasullo. Gigantesche bugie galleggianti che navigano da un porto all'altro».
Adelmo che scopre di aver sempre subito le scelte d'altri, inchiodato ad una vita. Una vita normale, senza sorprese, in cui alla fine di accorgi di non averla nemmeno vissuta.
«Ma lo sai che se non mi avessero licenziato, sarei vissuto e sarei morto senza nemmeno accorgermene?».

Ladro e vittima si avvicineranno sempre di più, sebbene lei continui a gettargli addosso i suoi giudizi taglienti e secchi:
«Tu non sei un uomo da fiori, profumi e vestiti. Rassegnati. Tu sei da cioccolatini. Devi andare in una buona pasticceria e farti consigliare. Evita le marche da supermercato».
«Un uomo da cioccolatini .. detta così sembra un'offesa».
«E' una via di mezzo tra la lezione di vita e il consiglio» ribatté Lise nel vano tentativo di addolcire il tono.
Lise propone ad Adelmo un patto che lui non vorrebbe proprio accettare perché oramai per lei “il mondo non le deve nulla”.

Un patto che cambierà, leggerete voi come, le vite di entrambi.

Più che un racconto, mi è sembrata una una favola in senso inverso: una narrazione che potrebbe essere una piece teatrale. Sul senso della vita, sul rassegnarsi ad un destino già scritto, sulle delusioni e sulla voglia di riscatto.


Il book trailer:



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