28 ottobre 2013

La via italiana alla risoluzione dei problemi

Esiste un modo tutto italiano di risolvere i nostri probliemi (eccesso di burocrazia, clientelismo, grandi banche che fanno credito solo a grandi clienti, arretratezza informatica, corruzione, evasione ..): quello che piuttosto che affrontare i problemi, se li inventa o li lascia decantare (vedi emergemza case, emergenza carceri, emergenza immigrazione).
Piuttosto che trovare soluzione che eliminao il problema, lancia annunci a mezzo stampa degli annunci di grandi riforme che risolvono il problema solo sulla carta.

Avete sentito il ministro Saccomanni l'altra sera da Fazio: dobbiamo rientrare nel debito, dobbiamo rientrare nei vincoli europei e dobbiamo pure trovare i soldi per coprire le tasse tolte (Imu) e le promesse fatte (il cuneo).
Che fare? Le dismissioni di beni pubblici e le privatizzazioni di società pubbliche, per fare cassa.

In un momento in cui il mercato del mattone non gira, forse non è la soluzione giusta, considerato anche che non esiste nemmeno un censimento delle caserme dismesse (tanto per fare un esempio).
Visto che in Italia c'è così bisogno di case popolare (avete presente le tende piazzate a porta Pia la settimana passata), non è il caso di arricchire ancora pochi privando noi cittadini di un bene pubblico.
Stesso discorso vale per Eni e Rai: privatizzare la Rai di fatto sarebbe un regalo all'altro polo privato (nonché polo politico).

Fazio, in verità, ci ha provato a portare il ministro su un altro territorio: il mondo dell'evaso, che in questo momento può essere solo stimato per difetto.
Un centinaio di miliardi, per difetto. Che facciamo qui? Il ministro ha schivato, ma poi domenica è uscita sui giornali la notizia di un accordo con i paesi in cui si trovano i soldi non dichiarati degli italiani.
In pratica un mezzo condono, che esce nei giorni in cui Il Fatto ha parlato del buco del condono di Tremonti del 2002.
Non sono facciamo un favore agli evasori, ma gli facciamo pure uno sconto, perché sanno (gli evasori) che nessuno controlla.

Stesso discorso per la corruzione: la legge Severino si è rivelata per quello che era. Una soluzione assolutamente parziale, già messa in discussione sul principio della decadenza dai suoi stessi ideatori.
Per fermare la corruzione serve trasparenza, norme chiare, processi rapidi (e non tribunali ingolfati da processi per la Bossi Fini e le norme sulla clandestinità), fine dei clientelismi negli appalti pubblici.

Da Santoro, nell'ultima puntata di Servizio pubblico si è anche parlato di rimettere in discussione il TAV in Val di Susa, le concessioni delle società di giochi online e lo sconto sulla multa che dovrebbero pagare per la multa della Corte dei Conti (2,5 miliardi e forse ne pagheranno 600 ml).
Ovviamente, il giorno dopo i giornali parlavano solo di quelli che dicevano i politici (la decadenza di B., la presunta rottamazione di Renzi ..).

La mafia è invece semplicemente sparita dall'agenda: non abbiamo nemmeno una commissione parlamentare (e c'è il rischio che non l'avremo proprio per questa legislatura). Non si può chiedere al tacchino di infilarsi in forno, e nemmeno a questi partiti di finanziare l'agenzia che gestisce i beni confiscati, potenziare le condanne per il voto di scambio. La mafia non esiste (più). Nemmeno al nord, nemmeno attorno alle opere pubbliche del nord.


Ma possiamo anche parlare dell'IMU o Trise per gli edifici della Chiesa. Pagheranno qualcosa?
Del meccanismo dell'8 per mille. Verrà ridiscusso?
O forse la rivoluzione in Vaticano si è fermata ai messaggi su Twitter?

Per finire, il titolone di Repubblica: abolite le province entro l'anno. Non è comico: proprio in questi giorni il PD sta eleggendo i suoi organi provinciali, con tanto di guerra delle tessere al sud...

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