05 settembre 2013

L'incertezza




Il governo delle larghe intese, di servizio per il paese, quello che "non ci sono alternative valide a questo governo" si è rivelato per quello che è.
Il governo dell'incertezza.
Se quello di Monti era tecnico, dunque dogmatico (si fa così perché abbiamo ragione), questo esecutivo si connota per l'incertezza che comunica al paese e agli investitori stranieri. Cui non basta la faccia di Letta o il nome di Monti.

Prima di tutto l'IMU: si pagherà la seconda rata o è rimandata? E quanti si pagherà per la service tax? E i comuni, come faranno a chiudere i bilanci, con che soldi?
Poi l'Iva: ci sarà l'aumento? E che effetti avrà sulla recessione?
La maggioranza: è coesa, come ripetono tutti a giorni dispari, oppure è pronta a saltare, come si dice a giorni pari?
Il governo non avrebbe risentito della sentenza Mediaset, dicevano, oggi, dopo la condanna, non si capisce ancora se Letta mangerà il panettone, magari con una nuova maggioranza.

D'altronde, se il lavoro è precario, quando c'è, e anche le pensioni lo sono (per chi è già arrivato all'età della pensione), non si capisce perché anche il resto non debba essere precario.
Oggi si dice una cosa, domani vedremo.

Il congresso del Pd rinviato ad una data incerta.
Gli investimenti della Fiat (dei 20 miliardi ne arriverà 1).
Il taglio dei fondi ai partiti.
La legge elettorale da rifare a tutti i costi.

Presa diretta ha raccontato del divario sempre crescente tra ricchi e poveri? Non importa. Per i poveri (come gli esodati, i precari, i malati di sla ..) c'è sempre tempo. Ora bisogna trovare la soluzione politica per dare agibilità ad un condannato. Perché la legge è uguale per tutti, ma non tutti i condannati sono uguali.

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