31 maggio 2013

Servizio pubblico - i ricchi di più

"Money makes the world go around" cantava ieri sera Liza Minelli, all'inizio di Servizio pubblico e di soldi e di un paese sempre più per ricchi si è occupata la trasmissione.

Ma nella copertina Santoro ha ricordato la generosità di Franca Rame, che era ricca ma generosa, mentre per i TG di Berlusconi, tutti i suoi oppositori dovrebbero aver fatto voto di povertà e castità.
Santoro ha ricordato le telefonate alla fine delle trasmissioni dove si parlava dei problemi delle persone: Franca che chiamava diceva "ci penso io", senza voler far sapere agli altri del suo gesto.



Dopo Franca Rame, il giornalista ha ricordato i successi di Servizio Pubblico che ha accettato la sfida del mercato: siamo forti perché accettiamo le critiche di Grillo e dei giornali che criticano Grillo.
La cui sfida al cavaliere, il suo dividere il paese tra buoni e cattivi, ricorda più amici di Maria De Filippo.

Ma senza M5S non ci sarebbe nessun guadagno per la politica: c'è bisogno sia della proposta che della protesta di Grillo.

La crisi del mattone, la nuova bolla e il ruolo delle banche.
Come mai a Milano si continua a costruire, ma c'è carenza di case (9000 richieste di case popolari e 120000 persone che si rivolgono al sindacato per un aiuto)?
Come mai i prezzi delle case non diminuiscono in modo significativo?
Il primo servizio della puntata parlava proprio di questo: dietro le nuove costruzioni ci sono le banche che basano il loro patrimonio proprio sul mattone.
Se i palazzi milanesi, vuoti, venissero svalutati, il patrimonio delle banche verrebbe svalutato e sarebbe un dramma.

Ma a pagare questa situazione artificiale, siamo noi. Sono gli imprenditori edili che stanno fallendo, i muratori del nuovo quartiere Milano city che rischiano di non prendere lo stipendio.

Le banche sembrano non reggere più il vecchio modello di sviluppo, a debito e a consumo del territorio.
E di banche e imprese si è iniziato a parlare con Della Valle e il professor Ferragina.
Della Valle ha parlato dell'assemblea di RCS che ieri sera ha deciso per una nuova linea imprenditoriale.
Per cui l'aumento di capitale dei soci dovrebbe essere usato per fare vero sviluppo e non per ripianare i debiti delle banche (Intesa e Mediobaca).
Di mezzo c'è il futuro del giornale più importante del paese, e qualche "ragazzino" forse lo ha capito (riferendosi a Elkann).
Chissà se arriveremo veramente a questo new deal?

Di certo c'è che banche, imprese e imprenditori hanno le loro colpe in questa crisi, al pari dei politici.
Giulia Innocenzi ha chiesto conto all'imprenditore dell'alto tasso di evasione tra imprenditori e liberi professionisti (al 50%).

Bisogna distinguere tra imprenditori e imprenditori - la risposta del presidente di Tod's: c'è una classe imprenditoriale attaccata alle concessioni, alla politica, agli incentivi che è stata connivente con la vecchia politica.
Serve una educazione sociale, per dimostrare un senso di responsabilità, per cui le tasse si pagano in cambio dei servizi ottenuti.

Sandro Ruotolo in collegamento da Vittoria ha ripercorso la triste vicenda del signor Giuseppe Guarascio, che si è dato fuoco dopo che la sua casa, costruita in una vita è finita all'asta.
Una storia dove si parla di mutui, di crisi, di una banca che non concede scampo alle persone (mentre è di manica larga coi vip, coi politici e spesso anche con la criminalità organizzata).
La famiglia aveva proposto alla banca un ritorno di 25000 euro, per non perdere la casa, ma l'istituto di credito ha risposto di no. La casa è stata presa all'asta ad un prezzo di 26000 euro. E c'è il sospetto, hanno mostrato le telecamere di Servizio pubblico, che dietro le aste ci sia qualcuno che ne approfitti.

Emanuele Ferragina, ricercatore all'Università di Oxford, ha invece parlato della necessità di unire ragione e sentimento. Bisogna rispondere sia ai piccoli drammi come quello raccontato da Vittoria, sia dare una soluzione a questa situazione che va avanti da 20 anni.
Un sistema che ha aumentato la tassazione sul lavoro, ma diminuito quella sui patrimoni: questo governo dovrebbe prendere i soldi dove ci sono. Nell'evasione, nelle pensioni d'oro, sull'accumulazione di capitali per cui si deve arrivare ad una ridistribuzione della ricchezza.

Colpa di una classe politica miope e di una classe dirigente che ne ha approfittato.

Della Valle, a questa analisi ha risposto che anche così non si crea lavoro: si deve coniugare competitività e solidarietà.
Ha fatto l'esempio di aziende grosse che dopo aver preso tutto dal paese ora se ne vanno (e tutti hanno pensato alla Fiat). Della necessità di aprire sportelli di "solidarietà" nelle banche, da affidare ad ex direttori che conoscono il territorio.
Non è vero che la classe imprenditoriale non ha fatto nulla: Della Valle ha tirato fuori i casi di Geronzi e Antonio Fazio.

Forse due esempi sbagliati: Geronzi è stato fatto fuori dal sistema e Fazio anche dalle pressioni della società civile (e dai processi).

L'intervento di Travaglio



Dopo che Della Valle è tornato sull'assemblea in RCS e su tutti i buoni propositi, nel secondo intervento, Ferragina si è concentrato sui problemi delle imprese italiane: i pochi investimenti in ricerca, la lentezza della giustizia civile, evasione, conflitti di interesse, corruzione.

Tutti argomenti che non sono toccati né dal discorso di Squinzi nè dal presente governo delle larghe intese di Letta. Quello per intenderci, che ha appena scelto di riformare la Costituzione non potendo riformare la politica.

L'intervento di Dragoni
I padroni dell’Ilva di Taranto, l’imprenditore dell’acciaio Emilio Riva e il fratello Adriano, hanno portato all’estero un miliardo e 200 milioni di euro. La magistratura ha sequestrato questi soldi, nascosti in un’isola nel Canale della Manica, Jersey: un paradiso fiscale, l’isola del tesoro.

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