05 maggio 2013

Pacificazione



Delle due l'una: o questo governo della pacificazione (dei processi di B.?) è un governo di scopo, per fare quelle poche riforme necessarie e basta, oppure è un governo di ampio respiro per affrontare anche le riforme istituzionali .
Nel primo caso, fate queste riforme e poi via. Che si ritorni a votare per una maggioranza chiara dove c'è chi sta a destra e chi sta a sinistra.

Nel secondo caso, allora cambia tutto: sia governo che presidenza della Repubblica devono durare fino alla fine, visto che per cambiare la seconda parte della Costituzione (se si rispettano le regole) almeno due anni.
A quel punto però, il rischio di scollamento tra governo, parlamento e paese è alto. Tutti dicono che dipende da che riforme verranno messe in cantiere da Letta, da come si comporta.
Ma sappiamo tutto che dipende in realtà da quello che Berlusconi gli permetterà di fare.
Questa maggioranza, nata da una situazione di emergenza (l'impossibilità di fare un governo dopo il voto) per risolvere le emergenze del paese (lavoro, prima di tutto) a chi risponde? Non agli elettori del centro sinistra che hanno votato altro.
Nemmeno alla maggioranza del paese, visti i voti raccolti da Pd, PDL e Scelta civica.

Con che criterio sono stati scelti i ministri? Il merito? Per Alfano, per la Lorenzin, Mauro, Zanonato ..
E i sottosegretari: divisi col manuale Cencelli tra PD e PDL. Con tanto di rinviati a giudizio, con qualche conflitto di interesse, finiti nelle intercettazioni su P3 e appalti. Amazzoni e sceriffi.
È questo il simbolo di una classe dirigente giovane e competente?

Ieri, Anna Vinci parlava del rischio P2 che aleggia sopra questo governo: prima citado una conversazione tra Tina Anselmi e Giglia Tedesco, in cui

Una, Tina, già parlamentare della Democrazia Cristiana, l'altra, Giglia, del Partito Comunista, quando c'erano i partiti.
"Ma tu lo faresti un governo con quel signore?" Non lo nominò, Giglia, nessuna delle due lo avrebbe mai nominato, non per ridicolo calcolo politico, per puro disprezzo.
"Giglia - l'altra rispose - dovendo fare una riforma delle banche, la potresti mai fare con dei rapinatori?!" E dopo una pausa, aggiunse: "Questi la faranno prima o poi, e così si completerà il Piano di rinascita Democratica della P2".
"Se ti sentissero parlare, ancora direbbero: 'Questa Tina vagante, con la P2, che fissazione'."
E accompagnò le parole con un sorriso malinconico.

E poi citando un pezzo del piano di rinascita democratico.

Vale la pena riportare qui di seguito il punto 3 del piano di Rinascita: democratica di Licio GelliPrimario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione è la costituzione di un club (di natura rotariana per l'eterogeneità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità. Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale, tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante è stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale.

Fine dei partiti, fine delle divisioni destra sinistra, i sindacati sono già in crisi. Il giornalismo è già prono.

PS: il 26 maggio a Bologna si vota per un referendum consultivo sui finanziamenti alla scuola privata, che tolgono risorse alla scuola pubblica. Ieri si è fatta sentire la Cei, contraria a che si tocchino questo finanziamenti alle loro scuole. Sapete con  chi si è schierato il PD locale?     

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