03 maggio 2013

A viso coperto - il piacere dentro gli scontri

Da “A viso coperto”, di Riccardo Gazzaniga, sovrintendente della Polizia di Stato nella caserma di Bolzaneto.
A parlare sono un ultras, Lollo e la sua fidanzata Clara, che cerca di comprendere le sue ragioni. Perché gli scontri con la polizia, perché la violenza?
Lollo si accese. - Tutti parlano a vanvera, senza sapere niente. Perché non dicono di quando c'era da spalare, dopo l'alluvione, per strada sono andati un sacco di ragazzi della curva, eh? Oppure con gli operai, a manifestare. Mica è venuta la gente che sta in casa a giudicarci!
- Guarda che la gradinata la conosco anche io. È vero, la gente parla e non sa nulla. Mi ricordo dell'alluvione e anche di quelle raccolte per il Gaslini. Lo so, ma …
Quel «ma» rimase sospeso come un sasso fra i due fidanzati, prima di cadere.
- Il problema è che non c'è solo questo, - disse Clara. - Almeno ammettilo, no? Sii sincero. Credo che tu me lo debba, Lore!
Lui aprì le braccia.
- Va bene, okay ! È questo questo, no? D'accordo. Ci sono anche gli scontri, nella curva. I tafferugli. Sei contenta? Tanto di quello è inutile che parliamo, perché non lo puoi capire, giusto? - disse esasperato.
Clara si toccò il collo, nervosa.
- Lore, è come al G8. Abbiamo sbagliato tutti, anche io. Per questo mi sono fatta da parte. Ti ricordi? Parlavamo degli incidenti quasi fosse un gioco, come se dovessero succedere per forza. In fondo volevamo che capitassero, per far sentire meglio la nostra voce e per far pagare ai poliziotti tante schifezze.
Poi invece … - il tono della ragazza era più avvilito che rabbioso, - non è cambiato nulla! Il mondo va avanti, i vertici proseguono e invece quel movimento è finito. Tanti ragazzi si sono rovinati la vita e Carlo è morto, Cristo. Morto per nulla! E noi saremo ricordati per quella violenza e per nient'altro.
Se c'era qualcosa di giusto, in quella battaglia, non lo ricorda nessuno. - Clara si commosse. Lui l'ascoltava come un pugile all'angolo. - E per lo stadio è uguale. Questa violenza, questi scontri, quest'odio .. Non faranno altro che rovinare le cose belle che fate. La passione che avete. E nessuno dirà mai che certe leggi sono incostituzionali o racconterà i soprusi della polizia. Guarda che io li leggo i giornali e lo vedo: si parla solo di voi e delle vostre violenze. Con la violenza avete sempre torto.
Lollo finì la birra in silenzio, ma non poteva ignorare quanto di vero c'era in quelle parole. E neppure poteva trovare spiegazioni logiche per Clara. Forse una parte di lui credeva veramente nell'aspetto «politico» della cosa, nella difesa del diritto a tifare senza essere schedati, controllati, identificati. Forse una parte di lui credeva in quella battaglia ideologica come aveva creduto nel sogno dei no-global. Si batteva per difendere la libertà, che fosse in un centro sociale o in curva.
Ma un'altra parte di Lollo, più buia, parlava una lingua che Clara non poteva capire. Era la parte più nascosta dietro il suo sorriso aperto e i discorsi nobili. La parte che chiamava violenza senza sapere perché.
Solo se eri stato nella mischia, in mezzo al fumo e alle bottiglie. Solo se avevi visto gli occhi dell'uomo che ti fronteggiava on una cinghia o un manganello. Solo se avevi lottato per non cedergli nemmeno di un centimetro. Ecco, solo allora potevi capire ciò che nessun altro avrebbe capito. Che fare gli scontri era troppo bello.
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