03 aprile 2013

Zona franca, di Massimo Cassani


E dire che sembrava solo un matto, un matto come tanti.

Un brutto momento per il commissario Micuzzi, sepolto per punizione al commissariato di Città Studi dopo la vicenda dell'omicidio di un tossico. La pratica per il suo rientro in Questura è sepolta in qualche cassetto ben chiuso del Questore, il Kapò.
Sulla sua scrivania anziché i vecchi casi da risolvere, quando era ancora alla Mobile, una pila di scartoffie. La moglie, che l'ha lasciato (e che si era anche andata a cacciare in un bel guaio quando aveva cercato di adottare un bambino aggirando le leggi), ora si ripresenta a casa sua con le sporte della spesa, cercando un riavvicinamento ..

Ma all'improvviso, tutto inizia a muoversi in modo quasi convulso, e quello che sembrava un caso semplice, diventa un groviglio intricato che coinvolge più persone a lui vicine.

Si inizia con l'assassinio di un anziano signore residente in via Padova, Luigi Pecchi detto Gigi Sciagura: sparato con tre colpi di una pistola usata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Chi poteva avercela con questo vecchio signore, anche un po' matto, che passava la notti attaccando manifesti per abbattere il Duomo, che emanava un gas che avvelena la gente?
“Una firma per abbattere la cattedraleee... Una firma per abbattere la cattedraleee...”

C'entra qualcosa il suo passato di ex partigiano, proprio nella sua Milano? È stato qualcuno venuto dal suo passato, dagli anni in cui Milano era ancora un cumulo di macerie, che è venuto qui a regolare i conti?
Benito Marabelli era un uomo disarmato. Era convinto. E voleva uccidere qualcuno”.

Oppure c'entra qualcosa il cadavere di un muratore, scoperto per caso proprio dal Gigi Sciagura, accanto ad un cantiere dell'ingegnere Trezzani, uno dei costruttori che hanno abbruttito Milano coi loro palazzoni tutti uguali?

Il pestaggio brutale della giornalista free lance Ambra Cattaneo: Ambra è una giornalista di quelle che corrono avanti e indietro per scrivere pezzi di cronaca locale, in attesa del gran colpo.
E forse il gran colpo è proprio arrivato: proprio quel cadavere di un muratore, la spinge ad una sua indagine sui cantieri di Trezzani, con articoli molto duri. È per questo che qualcuno è entrato a casa sua una mattina è la picchiata fino a mandarla in coma?

Selene Melini è invece una ragazza con la passione della danza venuta a Milano per un concorso. Concorso perso, però: in attesa di una sistemazione definitiva, si ferma da Ambra, l'amica giornalista e forse anche qualcosa di più.
Per un soffio sfugge al pestaggio, ma poi anche lei scompare. Come il cadavere del muratore (forse) visto dal fu signor Pecchi; come i due bellimbusti che venivano dal Pecchi per convincerlo a vendere casa …

Troppe coincidenze strane che portano tutte ad uno stesso posto: i cantieri dell'ingegner Trezzani
«In effetti», intervenne l’ispettore Teneriello, «insomma, commissario, se Pecchi il morto l’ha visto per davvero e poi il corpo è sparito come per miracolo, il collegamento con l’ingegner Trezzani diventa una cosa seria”.

C'è una prima pista, che puntava ad un immigrato albanese trovato in possesso dell'arma che ha sparato. Ma non convince Micuzzi, che inizia una sua indagine, non avendone però l'autorizzazione: lo anima anche uno spirito di rivalsa contro l'ex collega della Questura, l'ispettore Lariccia ora promosso commissario al suo posto, con cui ha anche un duro scontro.

Ma ecco un altro colpo di scena: il Questore lo reintegra in servizio e gli affida al caso, approfittando del fatto che il titolare, (l'ex collaboratore e amico) Lariccia deve andare a Roma per un incontro.
“Micuzzi si stava domandando il perché. Perché aveva messo la quarta su un’inchiesta che nessuno gli aveva affidato, perché si stava incaponendo sul dettaglio dei colpi di pistola, perché aveva deciso di tirar dritto su una strada che non era la sua”.

Micuzzi, con l'aiuto dei due ispettori Teneriello e Salada e dell'agente Rosaria Della Vedova, si mette allora in moto per riannodare tutti i fili del caso. Ma, prima di tutto: sono tre casi distinti, l'omicidio, il pestaggio della giornalista e la sparizione dell'amica, o sono tutti legati ad un motivo ancora da mettere in luce?

E dire che sembrava solo un delirio, il delirio di un matto.

Alle cinque di mattina piazzale Loreto pareva un cappotto rivoltato dalla parte consumata. Poco dopo meno di un’ora la città se lo sarebbe girato dalla parte buona e chi fosse passato da lì non avrebbe notato alcun cambiamento dalla sera prima”.

L'infiltrazione di un suo collaboratorein uno dei cantieri della Trezzani e figli porta alla scopertadell'uso di lavoro nero al suo interno, di un capolarato feroce dove chi sgarra paga e chi muore sul lavoro scompare. Ma non solo: in quei cantieri non è solo cemento che fa polvere: un'altra polvere, più redditizia per la criminalità , gira tra gli immigrati e viene spacciata nella città.
“Questo è un giro organizzato come Dio comanda, mi dia retta: lavoro nero, droga, immobili. E, se la cosa non si limita solo al cantiere di via Adriano, ma a tutti i cantieri che Trezzani ha aperto in città”

Ma è la collaborazione con il procuratore Cavalli, anche lui separato, anche lui un personaggio fuori dalle convenzioni, che gli permette di mettere tutti i tasselli a posto.
Sul palcoscenico dell’omicidio Pecchi si agitavano troppi attori: un albanese rinchiuso in carcere, un erede squattrinato e indebitato, una vecchia prostituta e un’agenzia immobiliare di proprietà dell’ingegner Oliviero Trezzani che faceva man bassa di immobili con proposte impossibili da rifiutare per affittarli, a prezzi esosi, agli immigrati.”

I tre casi, che alla fine risulteranno pure separati, arriveranno ad una loro soluzione. L'avidità, per il sequestro della ballerina amica di Ambra e per il pestaggio di quest'ultima. E un impulso d'ira per il povero Gigi Sciagura, che sperava, dopo tanti anni, di poter coronare il suo sogno d'amore sposando la ragazza ebrea che aveva contribuito a salvare durante la guerra.

Ma, c'è un ma.
In questo libro, che spazia geograficamente su tutti i quartieri di Milano, dalla zona di via Padova al la zona sud di via Ripamonti, c'è un personaggio che si muove in una sua zona franca.
Se il personaggio di Micuzzi, imperfetto nella suo disordine, nella sua capacità di perdersi dietro i suoi pensieri come se fosse catapultato in un giallo di Urania, è frutto della fantasia dell'autore, come lo sono Ambra, e un po' anche Gigi Sciagura (ispirato parzialmente a Carlo Torrighelli), altre cose sono tremendamente attuali.

Scrive l'autore nelle note a fine libro che il personaggio dell'ingegnere Trezzani è inventato, ma
“La cementificazione delle periferie di Milano, la manodopera abusiva, i morti sul lavoro, gli affitti esosi «riservati» agli stranieri si spera diventino soltanto Storia. Al momento sono attualità. Come del resto la ‘ndrangheta è attualità.”

Non è inventato, sebbene per molti anni sia rimasto nell'ombra, nemmeno la struttura de l'Anello, o noto Servizio. La struttura segreta dei servizi, nata dal Sim alla fine della seconda guerra mondiale, dentro cui si muovono nel romanzo come se fossero in una zona franca, i personaggi Benito Marabelli e l'onorevole Malinverni. Una zona franca, dentro cui tutto è lecito e tutto è permesso.
Far sparire delle prove, mettere su false piste gli inquirenti e far trasferire magistrati e poliziotti troppo zelanti.
Il Coinvolgimento di questa struttura, che a differenza di Gladio non era nemmeno ufficiale (cioè ratificata da un accordo) nel rapimento di Aldo Moro, nella fuga di Kappler è stato già raccontato nei libri di Stefania Limiti “L'Anello della Repubblica” e di Aldo Giannuli “Ilnoto servizio”.
Non è il classico finale a lieto fine, quello cui si arriva a fine libro: non è ancora tempo per scardinare del tutto quella zona franca che ha nascosto troppi misteri d'Italia:
“rimase lì a guardare il fumo a forma di anello galleggiare davanti alla finestra. Troppi anelli in quella vicenda. Stava andando tutto bene. Era andato tutto male”.

Il sito di Massimo Cassani col il booktrailer del libro.
Il link per ordinare il libro su ibs

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