05 marzo 2013

Il Watergate continuo

Lo scandalo Watergate: potere, soldi, ricatti. Una storia che aveva nell'infrazione alla sede dei democratici (per piazzare microspie) la punta di un iceberg di un sistema che aveva come obiettivo il condizionamento delle elezioni presidenziali e che passando per il ministero della giustizia arrivava fino alla Casa bianca.

Ecco, a voler fare un parallelo, in Italia abbiamo un imbarazzo della scelta.
L'inchiesta sulla compravendita dei senatori, che vede al centro l'ex premier Berlusconi indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Si sarebbe comprato il senatore dell'Idv De Gregorio per sabotare il governo Prodi.
E, credo, che non sia stato l'unico parlamentare a farsi corrompere.

C'è poi l'inchiesta sulla trattativa stato mafia che coinvolge uomini delle istituzioni: ufficiali dei carabinieri, presidenti della repubblica, ministri, dirigenti del Dap, mafiosi e politici.
Vicenda che ha avuto una brutta appendice con la storia delle telefonate tra l'ex senatore che, da cittadino comune, chiamava il Quirinale per tutelarsi, perfino per cercare di "indirizzare" in una certa maniera l'inchiesta sulla trattativa. Da testimone è diventato imputato.
Della trattativa non se ne parla più. In compenso i pm di Palermo che han cercato di fare luce sono stati trattati quasi da eversori.

Cronaca di questi giorni è la vicenda del presidente della provincia di Bolzano  che avrebbe chiesto un aiuto al Quirinale per fare pressioni sui giudici contabili, che stavano indagando sulle sue spese pazze.

Il giudice contabile Schulmers scrive al procuratore generale:

“In data 5 giugno 2012 il Presidente provinciale Luis Durnwalder si reca in visita ufficiale al Quirinale e, tra una chiacchiera e l’altra – scrive il procuratore del Trentino al suo capo – chiede un intervento del Capo dello Stato, come già scritto in precedenza. Dopo neppure un paio di giorni arriva una tua (di Nottola, ndr) telefonata in cui, come prima cosa, mi chiedi se ho un numero di telefono diverso da quello della Corte su cui chiamare. No, mi dispiace, io uso solo quello. Ma ho già capito”. Cosa c’era di così delicato da riferire, dopo l’incontro al Colle Napolitano-Durwaldner? Prosegue Schulmers: “Mi metti al corrente che la settimana entrante, credo di martedì, ti attende un appuntamento con un personaggio importante che ti deve raccontare delle cose su di me e non vuoi essere impreparato. Mi chiedi di predisporre una relazione sulla situazione. Ma di spedirtela non all’indirizzo della Corte, ma al tuo indirizzo di posta elettronica privata. Non vuoi che resti nulla sul server della Corte”.
E ancora:
“Giampaolino, mi ha chiesto – nelle mie funzioni di Procuratore regionale – di stare più tranquillo nei confronti dei vertici politico-istituzionali della Provincia autonoma di Bolzano, ‘altrimenti questi ti-ci distruggono’. Stando infatti ai nostri vertici istituzionali, Il Presidente provinciale, già condannato una volta dalla locale Sezione per una questione bagatellare, in attesa di giudizio in due altri processi pendenti (…) e al tempo sottoposto a altre due indagini, si era lamentato del Procuratore regionale, agli inizi di giugno 2012, nientemeno che presso il Quirinale”.
Potremmo parlare delle fornitire del gas dalla Russia e dei rapporti tra Putin e B.
Dello scandalo Mps, del bancomat Bpm e della fusione Unipol Fonsai.
Le mani della ndrangheta dentro gli appalti in Lombardia e nelle altre regioni del nord. I timori sull'Expo e sull'alta velocità.
Le mani della criminalità sul voto (dopo i casi Zambetti e l'arresto dell'ex assessore di Monza).

Ecco, che impressioni suscitano queste notizie, anche viste tutte assieme?
Il nulla: ci siamo così abituati agli scandali, che queste notizie passano e scorrono senza lasciare il segno.
Anche perché queste notizie sono affogate nel chiacchiericcio generale da post elezioni.
Governo tecnico si, governo tecnico no. Amato (il difensore delle sue pensioni) o Passera (il ministro dello sviluppo, pare)?
Che farà Grillo? E che farà Napolitano? Che non solo non potrebbe entrare nell'ambito delle inchieste ma nemmeno influire sulla formazione dei governi.


E così, ci si abitua a tutto. Tutto scorre. E nulla cambia.
Si aspetterà mesi per non far nulla e avremo perso un'altra occasione.

Nessun commento: