31 marzo 2013

Il caso Caffaro e l'emergenza ambientale

Pensavo che, dopo il caso Ilva, l'azienda che ha avvelenato un'intera città, di averle viste tutte.
E invece no: nell'Italia delle emergenze, sociali, economiche, ambientali, c'è sempre spazio per stupirsi. Uno dei più grossi siti inquinati si trova proprio qui al nord, vicino alla città di Brescia.
Sono i terreni su cui sorgeva la Caffaro, azienda oggi chiusa per fallimento, che per anni però ha gettato PCB nelle acque della città.
Ci sono 25000 persone a rischio, perché esposte al PCB, e non si può certo dire (come del resto non lo si poteva dire per Taranto) che nessuno sappia di questa bomba ecologica: in dieci anno, su quest'area, non è stato fatto nulla. E la bonifica Caffaro, come delle altre migliaia di Ilva in Italia, non si trova mai spazio nelle agende che la politica propone al paese.

Della Caffaro e della sua mancata bonifica
ci parlerà stasera Presa diretta nella sua puntata finale.

Il titolo è quanto mai di auspicio: “puliamo l'Italia” . La pulizia e la messa in sicurezza del territorio in cui vivono, ed è bene ricordarlo, migliaia di persone, non solo sono una questione di giustizia, ma potrebbero anche fare da volano per le imprese del settore.
Nella Ruhr, la bonifica della zona industriale ha trasformato quella che una volta era una distesa di industrie, miniere, acciaio, in un parco minerario che ogni anno attira più turisti che a Pompei.
Anche questo, l'incultura ambientale, è uno spread che separa l'Italia dalle altre democrazie europee.
Chi rompe paga, e i cocci sono suoi recita un vecchio proverbio: in Italia si potrebbe dire, molto amaramente (ma è la realtà), che chi inquina non paga mai. E le persone malate o morte (per la diossina, per l'amianto, per il PCB) diventano sono dei numeri dentro le statistiche delle Asl o dei ministeri. Effetto collaterale di un sistema industriale incapace di conciliare profitto e salvaguardia della salute e del territorio.

Il sinossi della puntata:

PRESADIRETTA nell’ultima puntata accende le telecamere sul caso Brescia, l’inquinamento più grave di Italia, forse d’Europa, perché riguarda un pezzo intero di città, 4 milioni quadrati di territorio nella zona sud di Brescia dove vivono 25mila persone.

Si tratta del Sito di Interesse Nazionale Caffaro, dal nome della fabbrica che per 50 anni ha buttato nelle acque della città 150 tonnellate di PCB, Policlorobifenile, allo stato puro, una sostanza la cui tossicità per il terreno e per l’uomo si misura in microgrammi. Eppure in dieci anni non si è fatto nulla e le 25mila persone, donne,uomini e bambini vivono ancora a stretto contatto con il PCB. Ma quanto è pericolosa l’esposizione al PCB per la salute dell’uomo?

PRESADIRETTA è andata fino a Boston, all’università di Harvard, per intervistare PHILIPPE GRANDJEAN, professore e scienziato di fama internazionale, che studia da più di venti anni l’effetto sulla salute umana dell’esposizione a PCB e a Diossina. Lo scienziato ha scoperto di recente che oltre a provocare diversi tipi di cancro, l’esposizione prolungata al PCB “scassa” letteralmente il sistema immunitario e l’apparato endocrino, con conseguenze molto gravi soprattutto per i bambini. Come dimostra la terribile storia di Anniston, una piccola città dell’Alabama, fortemente inquinata da una fabbrica della MONSANTO, che proprio come la CAFFARO, ha prodotto per cinquanta anni centinaia di migliaia di tonnellate di PCB.

PRESADIRETTA è andata a vedere da vicino e ha scoperto una intera comunità malata. L’unica grande differenza è che la MONSANTO è stata portata in tribunale, ha dovuto pagare 700 milioni di dollari ai cittadini che aveva inquinato e adesso si sta facendo carico di tutte le spese della bonifica. Da noi invece non è successo nulla, la Procura della Repubblica non ha portato a processo i dirigenti della Caffaro, la Caffaro nel frattempo è fallita e non esiste più e gli enormi costi della bonifica rimangono sulle nostre spalle. Dove troviamo adesso i miliardi di euro che servono per ripulire la città di Brescia?
In questa speciale puntata PRESADIRETTA vi porta in SUD SUDAN, un paese martoriato dalla guerra e che adesso ha bisogno di tutto. Ma ci sono donatori italiani che grazie ad AMREF, un’associazione non governativa, sono riusciti a mettere su un piccolo grande miracolo, una scuola per infermieri ed ostetrici che sta salvando la vita a centinaia di persone.
PULIAMO L’ITALIA è un racconto di Riccardo Iacona, Rebecca Samonà e Angelo Loy.

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