26 gennaio 2013

Destra o sinistra

Se il centro sinistra è scosso dallo scandalo Mps (e una tangente per Antonveneta), anche a sinistra hanno i loro problemi.
Formigoni nuovamente indagato per soldi presi da don Verzè:
 Non più solo per la Maugeri, ma anche per il San Raffaele: il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sinora inquisito nel filone sulla Fondazione pavese, è adesso indagato assieme al mediatore Pierangelo Daccò per l'ipotesi di corruzione anche in rapporto ai consistenti finanziamenti pubblici erogati negli anni dal Pirellone all'ospedale San Raffaele nella vecchia gestione, l'istituto fondato da don Verzé e guidato sino al suicidio il 18 luglio 2011 dal vicepresidente Mario Cal.
Mazzetta presunta al comune di Roma, per un appalto sugli autobus: 
Scuote i piani alti del Campidoglio l'inchiesta del pm romano Paolo Ielo su una commessa da 20 milioni di euro del 2009 per l'acquisto di 40 bus da parte di Roma Metropolitane, società del Comune di Roma. Appalto che sarebbe stato subordinato, secondo la procura, ad una maxi tangente da 600 mila euro realizzato tramite il meccanismo delle sovrafatturazioni. I mezzi, mai entrati in circolazione, sono destinati al corridoio della mobilità Laurentina.
E' per questo che Monti (che candida nella sua lista un ex amministratore della banca) parla di destra e sinistra come qualcosa del passato, da superare?
D'altronde, proprio la banca Mps, negli anni ha avuto rapporti sia a sinistra che a destra.
E dunque può parlare di una alleanza col PD (dopo le ali tagliate, con lui presidente) ma anche col PDL (senza il "tappo" di B.).
Monti che, in quanto ex Goldman Sachs, ha poco da accusare su banche e derivati. E anche sulla commistione tra banche e politica, visto che Montezemolo è dentro in Unicredit:

Ed è proprio Unicredit, la banca che fu amministrata da Alessandro Profumo, cacciato a suo tempo dai soci e prontamente ricollocato al Monte dei Paschi di Siena, guida la classifica delle banche maggiormente espostecoi derivati per un valore di 118 miliardi di euro, seguita a distanza dal Monte dei Paschi, con una esposizione di 18,3 miliardi.Invece di approntare difese d'ufficio interessate sulla Banca d'Italia, che non ha vigilato secondo le carte ed i documenti ispettivi, che già sono al vaglio delle Procure della Repubblica per lo scandalo dei derivati tossici del Monte dei Paschi di Siena, sia il Presidente Monti che altre altissime istituzioni, farebbero bene a leggere i documenti che provano l'omessa vigilanza di Consob e di Lamberto Cardia, occupato a garantire dorate consulenze al figlio (sui bilanci del MPS palesemente falsi) e di Bankitalia, i cui massimi responsabili sono Mario Draghi, Anna Maria Tarantola, Fabrizio Saccomanni. [Elio Lanutti]

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