28 novembre 2012

Se la sanità non è più sostenibile

"Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari - incluso il nostro servizio sanitario nazionale, di cui andiamo fieri - potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni", ha detto Monti intervenendo in videoconferenza alla presentazione del progetto del Centro di biotecnologia Ri.Med, in corso a Palermo.
Lo avrei capito, il presidente Monti, se avesse detto che le 174 morti a Taranto, per l'inquinamento dell'ilva, non sono più sostenibili.
Se avesse detto che l'incremento di casi di tumore tra la popolazione, anche infantile, non è più una cosa sostenibile in un paese civile. E che dunque occorre un nuovo modo per fare impresa.

Se avesse detto che la corruzione, quelle centinaia di miliardi di euro di soldi pubblici che spariscono nelle tasche di assessori, sindaci, consigleri, primari, imprenditori .., non è più una cosa sostenibile in una democrazia compiuta. E che dunque occorre nuove vie per fare politica: nuove facce, nuovi partiti.

Se avesse detto che i 160-180 miilardi di euro di evasione, che costringono poi il governo ad alzare le tasse e a tagliare i servizi del welfare, non sono più sostenibili. E che dunque occorre trovare forme diverse per la lotta all'evasione.

Se avesse detto che certe spese per le grandi opere, il TAV, le nuove autostrade, i nuovi porti, i nuovi aeroporti, il ponte sullo Stretto, non sono più sostenibili e che dunque occorre ripensare la spesa pubblica sul territorio. Piccole opere di messa in sicurezza del paesaggio: le colline, i fiumi, gli argini, le fogne nelle città. Perché non è più sostenibile che, ad ogni pioggia più intensa del "normale" le città finiscano sott'acqua.

Se avesse detto che certe spese militari, per gli armamenti, non sono più sostenibilli. Perché l'Italia è un paese che ripudia la guerra.

Ecco, invece ci si è concentrati, caro presidente, sulla scuola pubblica (che ha subito in questi anni diversi miliardi di tagli lineari) dove i professori sono conservatori perché non vogliono lavorare due ore in più.
E anche sulla sanità pubblica, che deve trovare altre forme di finanziamento: quali finanziatori ha in mente? Spero non la ndrangheta, che dispone di forte liquidità. E spero non le imprese private come l'Ilva. Da una parte inquinano, dall'altra curano.
Magari abbiamo capito male noi, abbiamo frainteso.
Ma la sanità pubblica finanziata dai privati, sarebbe ancora pubblica?

Forse non è più sostenibile la sanità privata pagata coi soldi pubblici. Gli scandali nella sanità. I faccendieri che aggiustano e ammorbidiscono i rapporti tra privato e politici regionali.

Tra l'altro, e forse la cosa sfugge ai più, la sanità pubblica è sancita dalla Costituzione. La stessa costituzione su cui il primo ministro ha giurato e di cui il presidente della Repubblica dovrebbe essere garante.
La stessa Costituzione che sancisce quelle prerogative per cui Napolitano ha aperto un conflitto con la procura di Palermo.

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