26 ottobre 2012

Servizio pubblico - ladri di stato

Sulle note dell'inno di Forza Italia parte la stagione di servizio pubblico, da quest'anno ospitata su La7: nell'anteprima di una puntata dove si è parlato del dopo Monti, dello stato di salute della politica e delle prossime elezioni, Santoro ha voluto ricordare a modo suo Berlusconi.
Che ieri anunnciava il suo passo indietro.

Santoro ha ricordato un'incontro tenuto ad Arcore, ai tempi di Samarcanda: arrivò alla villa di Berlusconi assieme a Freccero.
Qui si trovò davanti il cavaliere in tuta, che al telefono parlava con Buoncompagni ("quella ha le tette troppo piccole", come un Cetto la qualunque), con Galliani, col direttore di Panorama. E qui fece capire al giornalista la sua idea di scendere in campo.
Io ero contrario, all'epoca, e i fatti mi hanno dato ragione: "ma in questo paese la ragione è edei fessi", concludeva Santoro.

L'indomito Bertazzoni.
Primo servizio della stagione, le interviste volanti di Bertazzoni, coi deputati con problemi giudiziari. Si ricandiderà alle prossime elezioni?
Domanda fatta a Milanese, Cosentino, Verdini, Angelucci, Roberto Speciale, Aldo Brancher, De Gregorio (uno dei pochi che ha detto che sicuramente non si candida), Alberto Tedesco e Renato Farina, che si ricandiderà solo "se mi prendono".

E infine, l'outing di Salvatore Sciascia, condannato per le mazzette alla Finanza: ha ammesso tutto il deputato. Ma lui se "sente come un agioletto" , "io non volevo venire, me lo ha chiesto Berlusconi a dirmi che dovevo venire per controllare i conti".
E infine l'ammissione: "io sono un corruttore". Un corruttore che fa leggi, e che non ha difficoltà ad ammetterlo.

Se questo è il Parlamento, la strada per Grillo e il suo M5S è spianata: la sua battaglia sui condannati in parlamento, sui referendum traditi (da quello sui finanziamenti a quello sull'acqua), gli porterà molti voti dai delusi.
Delusi da questo governo che, come spiega il comico, "fa propaganda" e noi alle promesse dei politici non ci crediamo più.

In studio, tre esponenti politici (a vario titolo), simbolo del cambiamento.
Il presidente Fini, il candidato alle primarie del PD Renzi, e l'imprenditore Della Valle (che non è politico, ma potrebbe diventarlo).

Renzi: "penso che una parte del sistema dirigente non abbia consapevolezza della rabbia".
sistema di cui la macchietta Scascia fa parte.
Per il prossimo governo servono tre cose, da fare nei primi tre giorni:
- legge sulla corruzione seria (con dentro il falso in bilancio)
- legge sul conflitto di interessi
- abolire il finanziamento ai partiti

E infine l'amminimento al centrosinistra: non si deve illudere di aver già vinto Berlusconi e la destra. B. giocherà la sua carta della sopresa.

Fini: "la legalità è una sorta di obbligo morale, non è una bandiera".
Questi servizi (le interviste di Bertazzoni) spiegano il disgusto nei confronti della politica.
Spiega il presidente che oggi, i partiti, dovrebbero dire che, pèer una questione di opportunità, on si candidano le persone indagate per rarti gravi o contro la pubblica amministrazione.
Non per fare di tutta l'erba un fascio, ma per dare un segnale alla pubblica opinione.

Santoro, citando Cavour (liberale, che sulla stampa non avrebbe fatto alcuna legge a controllo), ha chiesto un parere a Fini sulla salva Sallusti e sulla vicenda della casa di Montecarlo.

Che la proposta partorita dalla commissione sia una sorta di vendetta della politica, c'è poco da aggiungere.
Su Montecarlo e sulla sua promessa di lasciare la carica nel caso fosse dimostrato che Tulliani e il proprietario della casa, ha voluto solo aggiungere che è una questione privata, che la magistratura ha archiviato la denuncia e che non ci sono di mezzo soldi pubblici.
Non ho nulla di cui pentirmi, ha concluso Fini, né davanti i miei elettori, né di fronte la mia coscienza.

Della Valle ha parlato del dopo Monti: sarebbe meglio mantenere questo governo, visto come ha migliorato l'immagine del paese all'estero (e come imprenditore, non può che apprezzare questo).
Oggi c'è una discreta confusione e bisognerà apsettare i prossimi mesi per capire quale sarà l'offerta dei partiti.
Della Valle vederebbe bene Monti come presidente del consiglio, affiancato da un vicepresidente politico, che tiene i rapporti col Parlamento.
Forse una persona come Renzi o Bersani.

Bisognerebbe chiederlo al paese, cosa ne pensa. Di mezzo, tra i desiderata di certi imprenditori, di Napolitano, di Confindustria, ci sono di mezzo gli elettori.
E rta gli elettori, purtroppo per le persone di cui sopra, ci sono tanti delusi, gli esodati, i tartassati dalle tasse, gli schizzinosi (o choosy)...

Siamo bloccati dal patto di stabilità, che strozza i comuni, costretti a vendere (privatizzare) i propri servizi.
Bloccati dal fiscal compact, a livello europeo, che impedisce un nuovo new deal.
Bloccati dal vincolo di pareggio di bilancio: pareggio che non riusciremo a raggingere, poiché, nonostante tutti i sacrifici fatti da una parte del paese, il pareggio non verrà raggiunto.
Il debito pubblico è aumentato, così come pure l'evasione, non è diminuita con i blitz.
Il governo punta sulle grandi opere, che in Italia significa corruzione e costi lievitati.
E l'austerità, citando Krugman, è un errore.

Servirebbe altro, al paese.

Perchè fuori dalle stanze dei palazzi, c'è un paese alle prese con i suoi problemi.
Come i familiari di Pasquale Romano, ucciso a Marianella perché scambiato per uno spacciatore.
Si è scritto che era nel posto sbagliato: ma che paese è quello dove una persona non è libera di uscire la sera?
Il padre di Pasquale al giornalista di Servizio Pubblico: "Qui a Cardito lo stato si vede solo nei momenti tragici".

E se lo stato decide che si devono tagliare le volanti, gli agenti delle forze dell'ordine, la sicurezza? Che facciamo?
Questi tagli, per l'austerità (di facciata) toccano i più deboli, tagliando sicurezza, isctruzione e sanità: altro che equità.

Sempre nello stesso Stato fa parte il comune di Alessandria: la precedente amministrazione ha lasciatoun buco di bilancio, ha piazzato nelle municipalizzate amici degli amici. E ora non ci sono soldi per pagare le persone e erogare servizi.

E non si può rispondere al sindaco che deve privatizzare tutto, prima di chiedere soldi allo Stato.


L'intervista a Ruby.



L'intervento di Travaglio.


Nessun commento: