08 settembre 2012

La salute democratica


Noi che ci troviamo in mezzo non ci sentiamo troppo bene.
Delusi dai partiti tradizionali, specie quelli che dovrebbero rappresentare il centro sinistra, delusi dal governo tecnico che ha salvato l'Italia (che però sta messa peggio di un anno fa) e con tante incognite che si aggiungono sul M5S, il partito o movimento che dovrebbe rappresentare la novità alle prossime elezioni.

Il fuorionda di Favia, vecchio di quattro mesi, ribalta tutte le dichiarazioni fatte dai grillini e da Favia stesso nei mesi precedenti, sul chi comanda nel movimento. La base, tramite la democrazia del web, o Casaleggio? Pare che conti di più la parola del titolare di una impresa che cura la comunicazione del movimento e di altre imprese private. Siccome questo movimento si candida ad essere il secondo partito nazionale (e Grillo sogna di presentarsi addirittura a Napolitano), la richiesta di maggiore trasparenza e democrazia è obbligatoria. Ora, e non dopo le elezioni.
Cosa diceva Grillo? Una testa, un voto. Non, un Casaleggio un voto.

Ma gli altri partiti, quelli definiti “tradizionali” non sono messi meglio. Nel Partito Democratico si faranno le primarie? Forse. Viste le polemiche e le tensioni per le parole di Renzi. Il rottamatore vicino a Marchionne (a sua volta rottamatore della Fiat, potremmo anche definirlo così).
Difficile che alle prossime elezioni si riesca a rinnovare il gruppo dirigente del partito, composto da persone con alle spalle molti anni di politica. 
E anche nel PD sono molti gli episodi che denotano la cattiva salute interna, in fatto di rappresentanza e democrazia: la mancata tessera a Grillo, per esempio. Le primarie a Napoli, coi cinesi. Le tessere della Margherita (più tessere che voti).

Anche nel PDL in quanto a tessere non proprio pulite non si scherza. Nel 2011, il partito è passato da qualche migliaio a 1 milione di tessere. Molti, come ormai consueto nella politica italiana, si sono trovati iscritti a loro insaputa.
Potremmo aggiungere che se è poco democratico Casaleggio che impone candidati (se Favia ha ragione), lo dovrebbe essere anche il porcellum che lascia nelle mani dei segretari di partito tutte le scelte. Non tutti presentabili (almeno nel M5S la fedina è pulita).
Lo stesso vale per le elezioni regionali, coi loro listini bloccati che permettono elezioni certe a personagi che non hanno fatto proprio il bene del paese (o della regione Lombardia).

Infine i tecnici. Al forum Ambrosetti c'è stato un plebiscito: dopo Monti, un Monti bis. Con l'avvallo dell'ex premier Prodi (che così forse potrebbe arrivare al Colle). 
Domanda, ma se dopo Monti c'è ancora Monti con la sua agenda (di destra, per essere chiari), se alle prossime elezioni le alleanze si faranno dopo (come par di capire dalle parole dei leader dei partiti), se dai discorsi sono spariti i programmi e le scelte politiche, non è che abbiamo un problema di democrazia ben più grave di Grillo e Casaleggio?
A che servono i partiti allora? A che serve il Parlamento (ovvero il luogo dei rappresentanti dei cittadini)? Se tutto si decide sui mercati, in Europa, negli incontri di vertice, negli impegni presi da altri governi o dai tecnici.
Dopo Monti serve ancora Monti per continuare il risanamento: ma lo stato di crisi perenne, di emergenza perenne non ricorda lo stato di guerra perenne di cui parla Orwell nel suolibro 1984?

In merito al giudizio sul governo tecnico (e delle sue riforme), c'è una lunga carrellata su Il fatto quotidiano (bloggato qui) a cura di Travaglio (si proprio lui, il giornale del network anti Monti) sui titoloni dei giornali, ad amplificare le parole di ministri e sottosegretari. Ecco, sui giornali la crisi è finita ed è in arrivo una paccata di miliardi per crescita e sviluppo.

I 20-30 miliardi per le imprese a maggio; gli 80 miliardi del piano sviluppo a giugno per arrivare al miliardo, sempre per le imprese, di questo settembre.
Ma anche il dl anti corruzione è in attesa, come la legge elettorale.
Anche nel libro di Orwell, veniva inculcato alle persone che 2+2=5

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