05 luglio 2012

A chi dobbiamo chiedere scusa?

Merito (o demerito) del palinsesto Rai televisivo, ieri sera puntata di Porta a porta in prima serata. Si parlava di crisi e di spending review (con tanto di plastico dei tagli).
Ospiti, La Russa, il sottosegretario Polillo e Di Pietro (come aveva detto Prandelli? Siamo un paese vecchio), assieme all'eretico del PD Fassina.
Momento clou, l'uscita di La Russa che rivolto a Di Pietro "nessuno ha chiesto scusa a Berlusconi": poverino è stato cacciato per lo spread in crescita, e oggi che lo spread torna a salire abbiamo la prova che non è colpa sua.

Ovviamente le cose non stanno così.
L'Italia è finita sotto attacco degli speculatori (che poi sono spesso le stesse banche d'affari) già dall'estate scorsa.
Berlusconi e Tremonti rilasciarono a luglio una manovra correttiva di tagli che avrebbe dovuto mettere al sicuro i conti (dopo mesi che avevano negato la crisi), con tanto di norma ad aziendam salva fininvest .
Siamo totalmente convinti che quanto disposto con questa manovra ci porta linearmente e strutturalmente sul sentiero di arrivo al pareggio di bilancio. E se sei al pareggio, il debito scende automaticamente
Ad agosto, quando lo spread nonostante le rassicurazioni di B. e T. continuava a salire, abbiamo assistito allo show: chi la spara più grossa? La Lega che prometteva il taglio delle province, la riforma delle pensioni col taglio di quelle di anzianità, poi il taglio dei parlamentari ..
Calderoli "Davanti ad una crisi come quella che stiamo affrontando io credo che la politica non abbia il diritto di andare in ferie e che non lo abbiano neppure le associazioni imprenditoriali, le forze sindacali e le parti sociali. Quindi propongo che in agosto tutti cancellino le ferie e ci si trovi tutti per un campus per lo sviluppo economico da cui far emergere un programma di lavoro per l’autunno"
Alla fine, l'unica cosa che si pensò di tagliare, a settembre, fu l'articolo 18.
Il governo Berlusconi era già in agonia da mesi: colpito alle spalle dagli alleati della Lega, che a giugno, alla festa sui prati di Pontida avevavo lanciato il loro diktat al governo (ottenendo poi i ministeri a Monza).
Entro 15 giorni (ovvero entro il 3 luglio) doveva essere approvato in Consiglio dei Ministri (il Parlamento avrebbe poi avuto altri 15 mesi di tempo) il dimezzamento del numero dei parlamentari e l’istituzione del Senato federale. Entro un mese (19 luglio)  dovevano essere approvate misure per la riduzione delle bollette energetiche, si doveva iniziare la procedura per l’abolizione completa delle «ganasce fiscali», si dovevano attribuire nuove forme di autonomia alle regioni, si doveva rifinanziare il trasporto pubblico locale, doveva essere rivisto il patto di stabilità…
Il colpo del ko al governo arrivà col voto di fiducia sulla legge di stabilità, che passò grazie alle assenze dell'opposizione: i numeri indicavano però che la maggioranza PDL + Lega non c'era più.
Il quirinale si era già mosso da tempo, preparando la strada ad un governo tecnico (niente elezioni, della serie noi degli elettori non ci fidiamo) dell'attuale premier Monti.

A novembre 2011 lo spread era salito a 575 punti e il titolo Mediaset era crollata dal 12%: anche per questo B. rassegnò le dimissioni in un sabato notte in cui molti italiani erano scesi in piazza a festeggiare (subito rampognati dai terzisti del corriere).

Nel frattempo si erano persi mesi, se non anni, solo per non far nulla o per soddisfare da una parte le esigenze giudiziarie del cavaliere , dall'altra le richieste della Lega (i respingimenti, il reati di immigrazione).

Un breve riassunto per ricordarci da dove siamo arrivati.
Se oggi lo spread sale è perchè ancora non diamo fiducia ai mercati: il Parlamento è lo stesso, l'atteggiamento della classe politica pure. Non si riesce a varare una norma contro la corruzione, la riforma del lavoro è frutto di piccoli compromessi, quella delle pensioni ha lasciato per strada migliaia di esodati.
La rai ostaggio dei partiti (quante volte lo abbiamo sentito?), e ora anche dei banchieri.

E, visto che siamo il paese delle dietrologie e dei complotti, emerge pure l'ombra di un fantomatico "sistema", fatto da burattinai nascosti tra le pieghe dello stato, che governa in modo occulto il paese.
C'era una volta la P2, poi la P3, la P4 .. da Gelli a Bisignani di provenienza andreottiana e ora questo Moncada (chi era costui?) vicino alla massoneria laica.
Sono loro che decidono le nomine nelle grandi aziende di stato, nei servizi, nelle authority nei ministeri?

E a chi dobbiamo chiedere scusa?

PS: mi ero perso la figuraccia di La Russa




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