29 giugno 2012

3 anni fa la strage di Viareggio

29 giugno 2009: un treno carico di gas Gpl deraglia mentre sta transitando dalla stazione di Viareggio.
L'esplosione e l'incendio che investe le case vicine alla stazione sarà la più grave sciagura ferroviaria: 33 morti e 25 feriti.

La procura di Lucca ha chiuso le indagini su 32 persone, tra cui l'AD Moretti, per disastro ferroviario colposo, incendio colposo, omicidio e lesioni colpose plurime.
A che punto siamo sulla sicurezza nel trasporto di merci pericolose? I controlli sui convogli che passano vicino le nostre case sono migliorati?
“A tre anni dalla tragedia di Viareggio poco è cambiato nella gestione del rischio da parte delle Ferrovie in Toscana”. Lo dichiara la consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), coordinatore del Movimento Identità Toscana, in occasione del terzo anniversario dalla strage di via Ponchielli.

Staccioli ha recentemente depositato una mozione in Consiglio regionale “affinché – dichiara – il Gruppo Rfi sia obbligato ad applicare le migliori tecnologie a disposizione, anche sui treni merci, non solo sulla prestigiosa (e costosa) Alta velocità”. A partire dal meccanismo antisvio, “un dispositivo contro il deragliamento delle carrozze, già in uso sui Frecciarossa”.

“Dopo il drammatico deragliamento del 29 giugno 2009 – aggiunge – gli incidenti sono proseguiti nella nostra regione. A partire dall’episodio del 22 dicembre dello stesso anno, quando la tragedia è stata evitata solo grazie all’intervento di un automobilista che notò le fiamme che si stavano sprigionando da un carro cisterna, in provincia di Grosseto”.

“Ma per l’ad di Ferrovie Mauro Moretti – attacca Staccioli – si tratta di un ‘rischio accettabile’ e l’episodio di Viareggio è stato niente più che una sciagura”.

“Di fronte ad affermazioni come queste – continua – , ad indagini infinite e a comportamenti che continuano a sfidare la sorte, la Regione si attivi. C’è bisogno di manutenzione sui veicoli in circolazione e sulle linee ferroviarie e c’è bisogno di controlli. La spending review – conclude Staccioli - non può incidere sulla sicurezza dei cittadini”.

La nemesi della Germania

Il quotidiano tedesco Die Tageszeitung aveva anticipato il titolo, con la sua copertina di ieri: un Monti che entra in takle sulla Merkel (stoppandone le richieste e chiedendo di discutere assieme tobin tax e fondo antispread)



Ieri abbiamo dato alla anzionale tedesca una piccola lezione di calcio: forse, più che superiorità italiana si deve parlare anche di supponenza o di poco mestiere dei calciatori tedeschi.

Forse pensavano di scendere in campo e avere gioco facile, dimenticandosi del detto di quell'italiano che è andato in Germania ad allenare: "non dire gatto se non l'hai nel sacco".Peccato che a rovinare la festa ci abbiano pensato i giornali italiani di centrodestra (di area berlusconiana).





Bye bye culona ..
Vaffanmerkel ...

Forse possiamo dare qualche lezione di calcio, di certo, nessuna lezione di stile.

PS: non dimentichiamoci però che in Italia, le cose rimangono come le abbiamo lasciate ieri.

Il terremoto in emilia e i soldi promessi dai partiti che non arriveranno, le macerie post belliche di confindustria ...

28 giugno 2012

C'è un giudice a Washington

"La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Obama: la legge di riforma sanitaria , nella parte in cui prevede l'obbligo per i lavoratori di avere un'assicurazione sanitaria, è costituzionale" [repubblica].

Esiste un giudice anche a Washington.

Silenzio c'è il vertice

..  ed è bene non occupare l'informazione con altri problemi, non all'ordine del giorno.
Anche il Quirinale ammonisce: "Preoccupa conflittualità tra forze di maggioranza".
Conflittualità che però, poi alla fine si risolve alla solita maniera con il voto di fiducia.
Forse il colle è preoccupato che i partiti tirino giù la sua creatura, il governo Monti?

E perchè, solo perchè ha in mente solo mercato e spread?
Di cos'altro dovrebbe occuparsi?
La trattativa stato mafia, oramai la segue solo Il Fatto: cose di mafia, e la mafia non è in cima all'agenda del governo.
I titoli dei quotidiani online raccontano scenari da post guerra, è la parola guerra è proprio quella che sceglie Confindustria per descivere lo stato dell'economia: «Crisi come guerra Sono colpite le parti vitali del Paese».

Sviluppo, industria, calo occupazione, aziende in crisi, aziende che delocalizzano.
E anche l'evasione. Corte dei Conti: "Risultati impressionanti ma zoccolo duro evasione solo scalfito"

"Se è vero che il disavanzo pubblico è stato ridotto e il debito pubblico è in discesa, ciò è avvenuto a prezzo di pesanti sacrifici, soprattutto a danno delle classi medio-basse. La situazione delle imprese non è alleviata dal ritardo con il quale la pubblica amministrazione provvede al pagamento di quanto ad esse dovuto"

Siamo noi che stiamo tenendo in piedi le speranze di Monti a Bruxelles: noi che paghiamo le tasse alla fonte. Noi che teniamo i soldi nelle banche italiane e non li esportiamo all'estero.
Noi che col nostro stipendio dobbiamo fronteggiare i rincari dei costi per i beni e i servizi ("Inflazione in salita, carrello della spesa al 4,4%").

Noi che, del voto di ieri sera (quello che poi preoccupa il colle) sul senato federale, non sappiamo che farcene.
«Con le tensioni che si manifestano anche in rapporto alla prospettiva delle elezioni per il rinnovo, nell'aprile del 2013, della Camera e del Senato, si intreccia il venir meno dell'intesa realizzatasi poche settimane fa, nella competente Commissione del Senato, su un significativo progetto di revisione dell'ordinamento della Repubblica (seconda parte della Costituzione)».
Significativo progetto di revisione?
Mamma mia..

In caso di vittoria


In caso di vittoria, stasera, sono già pronti i preparativi per festeggiare.
Clip tratta dal film "Tre uomini in fuga" col grande Luis De Funes.

Il giorno più lungo

 Forse abbiamo veramente attribuito eccessiva importanza a questo vertice europeo: c'è ne sono stati altri nel passato (e non sempre si è giunti a decisioni o scelte importanti) e ne è previsto un prossimo il 4 luglio.
A quello di oggi, i leader europei hanno già fatto sapere in anticipo le loro mosse: la Merkel che non è disposta a prendersi carico dei debiti degli altri, Rajoy che avvisa che così (con questo spread) farà la fine della Grecia (e serviranno altri soldi allo stato, dopo i 100 miliardi alle banche), Hollande appoggia la linea di Monti perchè forse sa che la Francia (e le banche francesi) potrebbe avere in futuro gli stessi problemi dell'Italia.

E poi c'è Mario Monti: come per l'altro (super)Mario che queste sera dovrà farsi carico dell'attacco italiano contro la nazionale tedesca, anche il nostro premier si dovrà fare carico delle richieste dei paesi "deboli" dell'Europa nei confronti della riluttante Germania.

Certo, può presentarsi alla Merkel con "i compiti fatti", ma sa che alle spalle non ha un parlamento coeso.
Le due riforme fatte non risolveranno i problemi del paese (le migliaia di esodati e la crescita di disoccupazione giovanile).
Rimane molto da fare in termini di giustizia , corruzione, evasione e liberalizzazioni (non i taxi).
Nelle prossime settimane ci saranno altri decreti da approvare e il PDL fa sapere che non è più disposto a votare (eppure ha ottenuto una parziale riduzione dell'articolo 18, cosa che nemmeno Berlusconi era riuscito a fare).
Ci sarà il decreto per la spending review, una mezza manovra da svariati miliardi.

Ecco, in questi casi non sai cosa augurarti: nuove elezioni per rivedere i vecchi volti o cercare di sopportare questi tecnici.
Brunetta che considerava i precari l'Italia peggiore, o la Fornero che ci spiega come occorre lottare per un posto di lavoro.

27 giugno 2012

C'erano una volta i diritti

Il lavoro non è un diritto ma deve essere guadagnato.
Le cure mediche non sono un diritto, ma devono essere guadagnate anche con sacrifici.
L'istruzione non è un diritto, ma il posto a scuola va guadagnato.


Di questo passo, con questo governo di tecnici, mi chiedo quali diritti rimangono in mano a noi peones, che non siamo figli di papà, che non abbiamo santi in paradiso (e in Vaticano), che non siamo raccomandati.
Che dice il nostro presidente della Repubblica?

Le famiglie italiane non riescono a pagare il mutuo? Che importa, MPS per ripianare i suoi debiti usa i tremonti bond e licenzia qualche migliaio di dipendenti.
Crollano i consumi, aumenta la disoccupazione giovanile? Che cce frega .. l'importante è che il parlamento stia chiuso ad agosto, altrimenti il povero Cicchitto non va in vacanza
"Io ve lo dico, se ci volete far stare qui fino al 13 agosto, sono problemi vostri...". E il problema è che, poi, "ve la dovete trovare da soli una maggioranza".

Non sono le solite polemiche strumentali: perchè i diritti che si stanno toccando toccano le fasce deboli. Non gli stipendi d'oro, le prescrizioni facili per i potenti, le immunità parlamentari i rimborsi e le diarie ...

Cosa dice la Costituzione?

Articolo 4 (prima parte) - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Articolo 34: La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.



Leggete qui, su non leggere questo blog e qui, Gilioli.

Le prime crepe sul monopolio

Non sono state le liberalizzazioni di monti a fare breccia nel grande monopolio nel settore ferroviario (e nemmeno la partenza di Italo, che fa concorrenza ma solo sul settore redditizio dell'alta velocità ).
Sono state le proteste contro l'abolizione, da parte di Trenitalia e Moretti, dei treni notte.
Dal 10 luglio, la società Arenaways partirà con tre treni notturni settimanali da Torino verso il sud:

Arenaways presenta le nuove linee notturne Torino-Reggio Calabria e Torino-Bari anche con auto e moto al seguito.
Con i migliori treni oggi disponibili sul mercato europeo e tutto il servizio Arenaways.
Ideali per le trasferte di lavoro, specialmente se il meeting è al mattino, così come per iniziare una vacanza senza stress.
[sito]

Il servizio costa :
cabina Dream, in doppia con bagno e doccia privati, a partire da 160€ a persona per Reggio e 152€ per Bari, o in poltrona reclinabile Relax, al costo di 120€ per Reggio e 112€ per Bari. Il trasporto dell’auto costa 170€ nella tratta Alessandria-Villa San Giovanni e 150€ nella Alessandria-Bari
Anche per noi pendolari potrebbero aprirsi delle speranze.

La grande coalizione (Le leggi vergogna e le promesse)

Campagna elettorale del 2006, dopo cinque lunghissimi anni di governo Berlusconi, il centrosinistra fa campagna elettorale puntando proprio sull'antiberlusconismo e sulla abolizione delle leggi vergogna
«Dalla Cirami alla salva-Previti: delle leggi ad hoc non salveremo nulla. Toglieremo tutti gli hoc. Perché la legge è uguale per tutti: c'è scritto in tutti i tribunali d'Italia» (Romano Prodi, la Repubblica, 28-10-2005).

«Purtroppo alcune norme, quando le avremo abolite, avranno fatto effetto: chiuderemo le stalle quando i buoi saranno scappati, perché molte leggi sono legate a scadenze precise» (Massimo D'Alema, la Repubblica, 20-10-2005).

«Una volta al governo, faremo subito un provvedimento per sospendere gli effetti delle leggi ad personam e dopo le riscriveremo» (Piero Fassino, la Repubblica, 29-10-2005).

«La Cirielli è una legge a fini privati. È stato compiuto un altro grave strappo istituzionale, è stata approvata un'altra legge ad personam che stravolge il funzionamento della giustizia» (Piero Fassino, la Repubblica, 11-11-2005).

«Fassino ha messo tra le priorità l'azzeramento della legge ex Cirielli e la Pecorella sull'inappellabilità, oltre alla necessità di riformare la depenalizzazione del falso in bilancio. Per quanto riguarda la prescrizione, la proposta dei Ds è quella di congelare i termini del decorso solo dopo l'emissione di una sentenza di condanna, di primo o secondo grado» {Ansa, 14-1-2006).

«Bene il voto della Camera sull'indulto. Ma da solo non basta, occorre al più presto azzerare le leggi ad personam sulla giustizia varate dal centrodestra per tutelare interessi particolari. È un impegno che ci siamo assunti in campagna elettorale e che ora va mantenuto. Per questo ho depositato due disegni di legge: il primo cancella con un semplice tratto di penna la legge Cirami sul legittimo sospetto tornando alle norme precedenti che andavano bene e non avrebbero dovuto essere modificate. Con il secondo vogliamo cancellare la ex Cirielli e ridisciplinare la materia della prescrizione, sostituendo la prescrizione del reato con la prescrizione del procedimento calcolando i termini in ogni singola fase del processo ed eliminando dal conto il tempo perso per espedienti dilatori» (Massimo Brutti, Ansa, 27-7-2006).

«Questa è solo l'ultima delle leggi vergogna: dovremo cambiarla profondamente e sarà utile usare la ramazza» (Gavino Angius, Ds, Ansa, 15-2-2006).
«La Cirami e la Cirielli vanno abrogate e basta: rimetterci le mani è impossibile. Il falso in bilancio deve tornare reato e la Cassazione dev' esser salvata dalla paralisi totale cui la condanna la Pecorella» (Anna Finocchiaro, L'Espresso, 20-7-2006).

«Cancellare le leggi vergogna, a cominciare dalla ex Cirielli e dalla Cirami» (Guido Calvi,Ds , Ansa, 29-7-2006).

«Il problema non è tanto 1 o 2 voti di maggioranza, ma come si organizza un programma strategico sulle cose proposte agli elettori: eliminare le leggi vergogna e accelerare il processo penale e civile» (Luciano Violante, Ds, Ansa, 2-8-2006).

«Ora occorre restituire efficienza all'amministrazione della giustizia e cancellare le pessime leggi vergogna ereditate dal centro-destra, a cominciare dalla Cirami e dalla ex Cirielli. Ed è quel che faremo» (Piero Fassino, Ansa, 4-8-2006). «In Italia esiste una giustizia a due velocità: quella che colpisce i cittadini poveri e quella di chi si può permettere avvocati ricchi e potenti che, oltre ad essere in grado di interpretarle, sono anche in grado di scrivere le leggi. La selva delle leggi ad personam va disboscata» (Massimo D'Alema, Ansa, 13-1-2006).

«Noi ci impegniamo ad azzerare, a strappare via dal nostro ordinamento le leggi volute dal centro-destra, a esclusiva tutela di interessi particolari. L'idea di tenerci alle spalle anche soltanto in parte le leggi ad personam è assolutamente inaccettabile. Vanno azzerate subito» (Massimo Bratti, Ansa, 13-1-2006).

«Un giudizio sulle leggi ad personam l'ha già dato il buon senso popolare, chiamandole appunto ad personam, quindi bisognerà tirarle via. Compresa anche la legge elettorale che ha levato la stabilità al paese» (Romano Prodi, Radio anch'io, 19-1-2006).

«Abbiamo candidato Gerardo D'Ambrosio perché la sua competenza sarà utile al momento di riformare la giustizia. Aboliremo le leggi ad personam, che hanno stravolto l'ordinamento giudiziario» (Piero Fassino, Ansa, 7-2-2006).

«Le leggi ad personam bisogna cancellarle con un tratto di penna: sono contrarie al principio costituzionale dell'uguaglianza di fronte alla legge» (Massimo Brutti, Ansa, 1-3-2006).

«L'elenco delle leggi del governo Berlusconi da abrogare immediatamente sarebbe troppo lungo, ma ci sono alcune gravissime ferite che vanno sanate al più presto: la controriforma della Costituzione, la nuova legge elettorale e le varie leggi ad personam. Dovremo poi intervenire per eliminare gli eccessi della flessibilità, in realtà precarizzazione a vita, introdotti con la legge 30; per correggere la riforma Moratti e il nuovo ordinamento giudiziario, per garantire autonomia della magistratura e una giustizia certa uguale per tutti» (Romano Prodi, Il Corriere Adriatico, 3-3-2006).

«Da buttare completamente ci sono solo le leggi ad personam, fatte per evitare condanne specifiche, come le rogatorie, la Cirielli. [...] Cancelleremo queste leggi che non sono giuste in toto; le altre le esamineremo, alcune le riformeremo profondamente, come la legge sulla scuola e sul lavoro, la cosiddetta legge Biagi: bisognerà migliorarle a fondo, perché hanno veramente punti inaccettabili» (Romano Prodi, RadioSei, 17-3-2006).

«Auspico che in tempi brevi l'Unione presenti le più urgenti proposte di legge per revocare le più devastanti "leggi vergogna" del centro-destra: falso in bilancio, ex Cirielli e inappellabilità delle sentenze» (Vincenzo Siniscalchi, Ds, Ansa, 5-5-2006).

«Sarebbe quanto mai utile e opportuno che in queste ore il governo facesse sapere quali leggi ad personam approvate dalla destra intende rapidamente abrogare. Sarebbe così chiaro che l'indulto non attenua minimamente il rigore etico e giuridico della politica del centro-sinistra» (Piero Fassino, Ansa, 25-7-2006).

«Visto lo sconcerto che si coglie nell'elettorato, serve una svolta, un salto di qualità nella politica della giustizia del governo. Dobbiamo abolire le leggi ad personam della destra e varare una nuova disciplina dell'ordinamento giudiziario» (Cesare Salvi, Ds, presidente commissione Giustizia del Senato, 31-7-2006).

«Le priorità sono: togliere di mezzo le leggi ad personam di Berlusconi. Portare in parlamento una legge sul conflitto di interessi e la riforma della Gasparri» (Francesco Rutelli, L'Espresso, 4-8-2006).

«A oltre sei mesi dalle elezioni il clima intorno alla giustizia è cambiato, ma il bilancio della politica del nuovo governo è insoddisfacente e molte sono le ragioni di preoccupazione, se non di allarme. Poco o nulla è stato fatto sul piano organizzativo per contrastare lo sfascio a cui il precedente governo ha condannato l'amministrazione della giustizia. La sospensione della controriforma dell'ordinamento giudiziario è stata solo parziale e accompagnata da una ristrutturazione arcaica e autoritaria delle procure, dal depotenziamento degli strumenti di controllo del Csm sulle situazioni di sofferenza del sistema, dalla carenza di indicazioni sul nuovo assetto della carriera dei magistrati. E soprattutto manca un progetto, un'idea di giustizia capace di coinvolgere i cittadini e di motivare chi nel mondo della giustizia opera. [...] Occorre abrogare le leggi ad personam varate nella scorsa legislatura, che mortificano il principio di uguaglianza e continuano a produrre effetti devastanti» (documento di Magistratura democratica, Ansa, 21-11-2006).

Fassino aveva pure scritto a Grillo, spiegando che lui non aveva mai detto come la legge sul conflitto di interessi non fosse più prioritaria.

Sappiamo poi come è andata a finire. Le priorità sono state l'intervento in Libano, l'indulto, il decreto sui dossier Telecom, la riforma Mastella (con tanto di magistrati a termine e legge intercettazioni). Tutto il resto, le porcate, sono rimaste.

«Non abbiamo né il tempo né l'intenzione di tenere occupato il parlamento per mesi ed anni a correggere le leggi sbagliate del centro-destra (Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del programma, l'Unità, 19-12-2006).

E ora, possiamo credere a quelli che sostengono che una volta al governo cambieranno la riforma delle pensioni e la legge Fornero sul lavoro?
Specie ora che sappiamo che l'alleanza con grande centro casiniano (Casini, che molte di quelle leggi vergogna ha contribuito a fare) è "cosa naturale", come ha fatto sapere Bersani?
Cosa dobbiamo aspettarci? Il compimento del grande disegno riformista, il patto dei moderati, nel 2013, con Monti al Quirinale e Casini premier?
Amen.

Tutte le citazioni sono state prese da qui, riprese da Micromega numero 94.

26 giugno 2012

Stringiamci a coorte

Stringiamci a coorte .. sembra dire Monti in Parlamento, col suo discorso.
Ma i partiti han dimostrato poca propensione all'esser pronti alla morte.
Al momento, registriamo il passo indietro di Berlusconi, ma la presa di posizione di Fassina sulla legge Fornero, che appena al governo verrà cambiata (semmai dovessero arrivarci). Ma intanto il PD la vota.

Ma il governo è battuto su due emendamenti per la spending review, e si prende lo stop alle nomine Rai da parte di PDL e Lega.
Non so se è iniziata la lunga campagna elettorale, ma i sondaggi che ho visto ieri su la La7 indicano che agli italiani, di questa campagna di questi partiti non importa.

Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò!

Domani è l'anniversario di Ustica


Domani ricade l'anniversario della strage di Ustica, ovvero dell'abbattimento di un areo civile sui cieli del Tirreno, tra Ponza e Ustica.
Non ho voglia di mischiarmi con i "professionisti della ricorrenza" e preferisco ricordarmi di questo ennesimo mistero italiano, oggi.
Domani, su quasi tutti i giornali, sarà un fiorire di articoli su vecchie piste, vecchie polemiche. Quelli pro bomba (filone Giovanardi) e quelli pro missile (o near collision).
Sarà stato un missile francese, come ha raccontato (troppo tardi, perchè fosse utile ai magistrati) Cossiga?
Un mig libico, come nella ricostruzione di Priore (che ci ha raccontato anche Paolini)?

Meglio cercare di non farsi trascinare in queste ipotesi: se le nazioni della Nato avessero voluto veramente aiutarci per chiarire quelle morti innocenti (la Francia, gli Usa, e anche la Libia dell'amico Gheddafi) sapremmo già tutto o quasi.

Meglio concentrarsi sulle poche cose certe: quella sera non è vero che non c'erano altri aerei attorno al DC9 (ci sono i plot analizzati anche dagli americani, le voci dei radaristi e degli ufficiali rimaste registrate, le testimonianze del generale Bozzo). La bomba? Come poteva scoppiare e lasciare intatto la tavoletta del bagno? E poi, l'aereo è partito con un'ora e mezza di ritardo.
Su questa vicenda hanno mentito i nostri alleati (o sono stati reticenti) e anche i nostri vertici militari. Quelli che dovrebbero sorvegliare sulla nostra sicurezza.
E hanno mentito (o comunque non hanno fatto tutto il possibile) anche i politici e i governi che si sono susseguiti da quel 27 giugno 1980.
In nome di cosa? Anche qui per una ragione di stato?
Chi lo spiega ai parenti delle vittime che le vite dei loro cari vengono dopo?

La legge che nessuno vuole (apparentemente)

La legge Fornero, chiamata anche riforma del lavoro, è una legge che nessuno vuole (almeno a parole) tra partiti, sindacati e industriali, ma che comunque verrà votata con l'ennesima fiducia.
E' una legge che probabilmente non risolve i problemi del mondo del lavoro (troppi precari, pochi ammortizzatori) né tantomeno creerà nuovi posti di lavoro.
Ma servirà come medaglietta da appendere al petto del premier in previsione dell'incontro in europa del 28 giugno.
Il ministro dice, votatela, tanto poi la modificheremo: non si fa una legge per poi modificarla. Questa riforma, come la legge 30 (chiamata riforma biagi) presumibilmente non vedrà miglioramenti.

E allora?
In Germania, i compiti li hanno fatti anni fa, con un piano chiamato "Agenda 2010", non piano Salva Italia. Ma quella è un'altra nazione.

Gli italiani non capiranno, e forse nemmeno i mercati, quelli per cui stiamo facendo tutti questi sacrifici.


25 giugno 2012

Lavoratori Vodafone


Il 16 giugno il premier Monti ha inaugurato il vodafone village a Milano: la nuova struttura, costata 300 ml nuovo quartier generale della multinazionale.

Pare che Monti abbia anche incontrato alcuni dei 3000 dipendenti.

Sicuramente non gli ex dipendenti che erano stati ceduto a comdata care, poi riassunti (e non reintegrati) dopo la sentenza a loro favorevole da parte del giudice:

“La Vodafone – spiega l’avvocato Carlo Guglielmi che rappresenta i lavoratori –  prima non ha rispettato la sentenza mettendoli in mobilità dopo soltanto un mese dalla vittoria in tribunale. Poi non l’ha rispettata di nuovo dichiarando all’Inps la riassunzione degli stessi e non il reintegro come stabilito dal giudice, non permettendo quindi, al momento, all’istituto di previdenza di poter erogare i soldi dell’indennità ai dipendenti licenziati poiché con questa formula, sbagliata, non hanno una continuità contributiva sufficiente per ottenere i soldi che gli spettano”. Una beffa doppia per i dipendenti che invece di essere reintegrati nell’azienda madre hanno perso il lavoro ed anche il paracadute temporaneo dell’indennizzo di mobilità: “Scriveremo una lettera di diffida alla Vodafone perché è inammissibile – dichiara Guglielmi – Devono inviare dichiarazioni che rettifichino questa situazione contributiva falsata, consegnando all’Inps la documentazione necessaria per l’indennità di mobilità”.
Durante l'inaugurazione l'AD aveva commentato:
“Questo è un giorno positivo  per il territorio milanese, lombardo, e più in generale per il Paese. Un’azienda che investe sul futuro e sulle persone, è uno dei segnali che tutti cerchiamo in Italia”. La sensazione è confermata dalle parole del Presidente Mario Monti, pronunciate poco prima del taglio del nastro: “Vedere questo straordinario salto in avanti di Vodafone in Italia mi ha dato una grande soddisfazione e una grande gioia come Italiano temporaneamente impegnato sulle cose dell’Italia”.


La presunta trattativa presunta

TG e giornali usano oggi la formula "garantista" di  presunta trattativa , quando parlano del patto mafia-stato (in relazione poi alle telefonate tra l'ex ministro Mancino e il Quirinale).
Vedrete che tra qualche anno si potrà usare dire trattativa stato-mafia punto e basta.
D'altronde, anche della mafia, fino alla sentenza del maxi processo (convalidata dalla Cassazione nel 1992) la mafia era presunta.
Secondo alcuni esponenti della chiesa, politici locali (l'ex sindaco di Palermo) , ma anche prefetti, giudici e questori: la mafia non esisteva. Era presunta: si diceva che l mafia esisteva solo per i comunisti che la usavano per attaccare il potere democristiano sull'isola. Quello dei Lima, dei Salvo, dei Gioia, degli Andreotti.
L'assessore alle finanze (e poi presindente di regione) in Sicilia, all'epoca dei delitti politici Mattarella e La Torre, si chiamava D'Acquisto e non si faceva problemi a farsi fotografare con i mafiosi di Catania.

Negli anni 1978-1982 in Sicilia furono uccisi dalla mafia importanti uomini politici, magistrati, un prefetto, un presidente di regione e il segretario provinciale del partito di maggioranza eppure si continuava a dire che la mafia on eisteva. Al limite era cosa di banditi.
Come se dei semplici banditi avessero veramente potuto portare davanti la loro strategia eversiva senza nessuna copertura istituzionale (solo Riina, solo Liggio, solo Provenzano?).

Vedrete, tra qualche anno, grazie ai processi in corso, capiremo che la trattativa c'è stata e nessuno potrà obiettare di fronte a questa verità giudiziaria.
E allora potremmo iniziare a chiederci su che basi è nata la seconda repubblica. Chi si è fatto garante dei nuovi patti.
Speriamo solo che non serva nessun altro sacrificio di uomini soli.

Perchè le domande sul perchè della fine delle bombe, sui detenuti cui veniva tolto il 41 bis, sul perchè di certe leggi che resero più difficile la lotta alla mafia rimangono.

La questione della sanità

La sanità in Lombardia pesa per 17 miliardi, sui 22 miliardi  che sono il budget annuo della regione (erano 6 miliardi nel 1997).
Di questi 17 miliardi, quasi una finanziaria, il 36% finisce alla sanità privata: questo grazie alle leggi e alle convenzioni che la Lombardia ha stabilito in questi anni di governo Formigoni.
Chiedersi allora come vengono spesi questi soldi pubblici, alla luce dei recenti casi giudiziari (crac San Raffaele, i finanziamenti alla Maugeri, l'arresto dell'ex assessore simeone e del facilitatore Daccò) significa semplicemente effettuare un controllo su come vengono spesi i soldi delle nostre tasse.
Nessuna strumentalizzazione o dediderio di attacco al governo del "celeste".

Se, per citare un episodio, parte di questi soldi pubblici che finiscono in mani private, anzichè essere utilizzati per creare ricerca, per pagare posti letto, finiscono in conti di banche Svizzere, e alla fine finiscono a uomini di cl, è prima di tutto un problema politico, che giudiziario.

Se i soldi pubblici, anzichè premiare l'eccellenza, anzichè garantire la libertà di scelta del cittadino (che può scegliere pubblico o privato) in nome della sussidiarietà, finiscono dentro i conti del San Raffaele (la cupola di don Verzè, il suo jet), che poi ha fatto la fine che ha fatto, è un problema politico.

La sanità privata non dovrebbe essere un settore che garantisce lauti guadagni alle imprese del settore, eppure, una di queste aziende , il gruppo San donato , ha nei mesi passato salvato il San Raffaele ed è pure diventato azionista del corriere. La domanda è sempre la stessa: siamo sicuri che la regione, il pubblico, paghi il giusto, al privato, per il suo lavoro?

Chi dovrebbe controllare poi, su questi finanziamenti miliardari?
La politica stessa: che poi è quella che, in base al codice cencelli sanitario, si divide le nomine di dirigenti delle asl e dei primari in base alla tessera politica. La stessa che poi passa le vacanze su yacht messi a disposizione dai facilitatori dei gruppi privati nelle stanze della regione.
E' questo è un problema.

Non è solo questione della Lombardia: esiste una questione sanità anche nel Lazio (col suo buco, le cui responsabilità sono bipartisan), nella Calabria, in Sicilia, nella Puglia di Vendola e Tedesco ..

24 giugno 2012

Pubblicità occulta

Ma come , Grillo che fa pubblicità a Forza Nuova (come scrivono Corriere e Libero)?


Passi per il corriere, ma come fa a parlare Libero, che metteva il faccione del Duce in prima pagina, per pubblicizzare libri e calendari e dvd?




A proposito: lo sapete quali sono gli articoli più commentati su Libero?



Aristotele e la favola dei due corvi bianchi di Margaret Doody



L'incipit del libro

«Quando mi recai al Liceo quel giorno, la prima vera giornata di dolce tepore primaverile, mi sentivo sereno. Dopo la prima lunga permanenza in Egitto, avevo una gran voglia di partecipare ad una delle nostre solite pacate conversazioni tra amici. Mi presentai senza essere annunciato, e trovai Aristotele e alcuni dei suoi amici e colleghi studiosi seduti all’aperto sotto il piccolo portico che il Maestro aveva da poco fatto costruire».

Tramite il racconto in prima persona del giovane Stefanos, abbiamo modo di attraversare i secoli e trovarci ancora una volta nell'Atene di Licurgo e Aristotele. Al cospetto del celebre filosofo, possiamo ascoltare dalla sua voce la sua concezione di bene comune all'interno della polis: la favola dei due corvi bianchi, che per orgoglio e avidità si mettono ad accumulare beni e ricchezze ricorrendo a strategemmi e furbizie, è un apologo, in forma di giallo, della buona politica.

Apologo in forma di giallo: alla base del racconto che Aristotele illustra ai suoi amici, c'è il concetto di vita comune all'interno della polis. La difesa dei beni comuni da parte di quanti, per invidia, orgoglio, avidità, intendono accumulare beni propri ai danni della comunità.
Ma questa storia ha anche un rivolto giallo: per conto di Atene , Aristotele e Stefanos devono andare sull'isola di Idra per indagare su concittadini che stanno sottraendosi dal dovere di pagare le tasse e indagare anche su un caso di corruzione di giuria. Il caso vuole poi che su questa isola abiti un certo Sommaco, cugino ricco di Caronide che, con fare irriguardoso, gli ha chiesto di indagare sul cugino che intende sottrargli le terre.

Così Aristotele si trova ad affrontare tre casi che si incrociano: la corruzione, il contrabbando di cui si sta occupando Stefanos e un omicidio ancora da commettere. Ma lo appassiona soprattutto la possibilità di confermare le proprie teorie politiche, mostrando come la crisi dei legami della polis conduca al disordine e perfino al delitto.
«Naturalmente», continuò Aristotele, «quando ho cominciato a raccontare questa favola per il vostro diletto, non sapevo che di lì a poco avrei incontrato i miei due corvi nella vita vera. Due uomini dai capelli bianchi, entrambi avidi e in preda ad un'ossessione. Caronide e Simmaco, a loro modo, sono estremamente simili. Certo, uno sembra sano di mente e l'altro .. bé, un po' meno. Ma entrambi sono presi dalla smania di proteggere il loro patrimonio e di sottrarsi alla condivisione. Nessuno dei due è capace di dare. Caronide è arrivato al punto di non sopportare nemmeno i pensiero di erigere un monumento funebre in memoria della moglie . La sua condotta è logica per uno che pensa di essere il solo a dover ereditare qualcosa e il cui unico scopo è accumulare ricchezze».
«Bé, non c'è dubbio che sia riuscito a tenerle tutte per sé», osservò Demetrios ridendo.
«In nome dei propri diritti ha commesso un errore e si è smarrito. Il denaro è energia accumulata: ha senso se la si usa, altrimenti non ha un'esistenza propria. La ricchezza di Caronide era inutile ed illusoria, come il tesoro di una gazza ladra e di un corvo».
«Quell'uomo è l'esempio tipico dell'avaro», disse Eudemos. «Simmaco no. Lui sa godersi le cose belle della vita».
«Bé, non proprio, se tra le “cose belle” includiamo valori come il pensiero e l'etica, o il patriottismo. Lui ha mentito e ingannato per salvare il suo tesoro dalle tasse, da qualsiasi forma di condivisione o di contribuzione al bene collettivo. Si è vantato, mentendo, d'aver contribuito ad alleviare la carestia. Simmaco ha costruito un'immagine di sé più accattivante rispetto a Caronide, è vero, e per certi aspetti e il più intelligente nel senso comune del termine. Ma sono entrambi degli sciocchi, come i miei due poveri corvi bianchi».
«Nella tua favola e nella storia vera di questi due uomini», sottolineai, «il comportamento e gli atteggiamenti predatori hanno portato alla crudeltà e all'autolesionismo».
[..]
«Se ci isoliamo dalla comunità, danneggiamo essa e noi stessi. Perché la polis non garantisce solo la sopravvivenza. Non è un congegno di uso pratico, anche se molti dei suoi scopi sono lodevolmente pratici: difendere la popolazione, nutrire la cittadinanza durante una carestia, e via dicendo. La città, in realtà, esiste perché ci consente di concepire grandi ideali e per riconoscere e compiere nobili azioni»
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«Bé, non c'è dubbio che sia riuscito a tenerle tutte per sé», osservò Demetrios ridendo.«In nome dei propri diritti ha commesso un errore e si è smarrito. Il denaro è energia accumulata: ha senso se la si usa, altrimenti non ha un'esistenza propria. La ricchezza di Caronide era inutile ed illusoria, come il tesoro di una gazza ladra e di un corvo».«Quell'uomo è l'esempio tipico dell'avaro», disse Eudemos. «Simmaco no. Lui sa godersi le cose belle della vita».«Bé, non proprio, se tra le “cose belle” includiamo valori come il pensiero e l'etica, o il patriottismo. Lui ha mentito e ingannato per salvare il suo tesoro dalle tasse, da qualsiasi forma di condivisione o di contribuzione al bene collettivo. Si è vantato, mentendo, d'aver contribuito ad alleviare la carestia. Simmaco ha costruito un'immagine di sé più accattivante rispetto a Caronide, è vero, e per certi aspetti e il più intelligente nel senso comune del termine. Ma sono entrambi degli sciocchi, come i miei due poveri corvi bianchi».«Nella tua favola e nella storia vera di questi due uomini», sottolineai, «il comportamento e gli atteggiamenti predatori hanno portato alla crudeltà e all'autolesionismo».[..]«Se ci isoliamo dalla comunità, danneggiamo essa e noi stessi. Perché la polis non garantisce solo la sopravvivenza. Non è un congegno di uso pratico, anche se molti dei suoi scopi sono lodevolmente pratici: difendere la popolazione, nutrire la cittadinanza durante una carestia, e via dicendo. La città, in realtà, esiste perché ci consente di concepire grandi ideali e per riconoscere e compiere nobili azioni».
La scheda del libro sul sito di Sellerio.
l link per ordinare il libro su ibs.
Technorati:

Non sanno quello che fanno



PD e PDL alle prese con le rispettive primarie: vecchie regole, stessi nomi. E la Lega col repulisti interno a favore dei maroniani.
La legge elettorale messa in secondo piano, in favore delle riforme costituzionali: senato federale e semipresidenzialismo.
In commissione si è deciso sul taglio dei parlamentari, ma bisogna vedere si si riuscirà ad approvare la riforma prima della fine della legislatura.
Il ritorno della legge sulle intercettazioni e il ddl anticorruzione annacquato e azzoppato.
La spending review che slitterà di qualche settimana: e il taglio delle telefonate per i dipendenti pubblici non toccherà la Rai.

Ma a breve verrà votata la legge Fornero, che riformerà il mondo del lavoro, togliendo parzialmente la tutela dell'articolo 18.
Mondo del lavoro che è caratterizzato da un'alta disoccupazione giovanile, da un precariato di non giovani (età media 35 anni).

Non è che la gente vita Grillo per un solo discorso di protesta, o perchè fa parte del fronte del no. No agli inceneritori, no alle autostrade, no al TAV, no al nucleare, no all'acqua privatizzata.
Ma il punto è che non si può prendere in giro così tante persone, per tanto tempo.

Chi ha difeso le istanze dei precari, degli operai di Pomigliano costretti al ricatto dalla Fiat (e dall'ex governo), dei valsusini, dei comitati per l'acqua pubblica e del no al nucleare? Dei comitati contro le discariche e per la tutela dell'ambiente?
Renzi che si dice soddisfatto di prendere voti e raccogliere gradimento a destra (il suo partito dovrebbe stare a sinistra).
Bersani costretto al sostegno a Monti (ma non ha padroni ...).
Il PDL dove comanda sempre lui.
Casini (quello di Cuffaro e Romano), che attacca i magistrati di Palermo come un B. qualunque.
Rutelli, il centro dei moderati, col problema Lusi.

Oggi Scalfari torna ad attaccare Grillo e Berlusconi, i demagoghi di turno:

Adesso scaricare sul futuro il debito pubblico è diventato impossibile. La nave non va più, la zavorra va buttata fuori bordo. E che cosa fa il popolo sovrano? Si innamora del demagogo di turno che promette di cacciar via il primo governo che sta tentando di riportarci a galla. 
Per realizzare quest'obiettivo il demagogo di turno predica lo sfascio totale attaccando soprattutto un presidente della Repubblica che è riuscito a tener dritta la barra del timone nel mezzo d'una tempesta paurosa, uno tsunami che infuria da quattro anni nel mondo intero.
Il demagogo di turno utilizza la rabbia proveniente dai sacrifici ma anche la faziosità di chi si frega le mani col tanto peggio tanto meglio. E finisce col trovare convergenze con il demagogo che fu messo in libera uscita otto mesi fa ed ora cerca di riemergere inalberando la bandiera dell'anti-euro e del ritorno alla lira. Due demagoghi, quello di ieri che vuole tornare al timone e quello di oggi che se ne vuole impadronire con le stesse ricette. Il primo ci ha condotto al punto in cui siamo, il secondo per ora ha conquistato il Comune di Parma un mese fa e non è ancora riuscito a fare la giunta. 


Ma siamo proprio sicuri che questo governo sta cercando di riportarci a galla? Come sta lo spread? E il debito? E le riforme di sostanza, quelle strutturali?

Padre perdona loro, perchè non sanno cosa fanno ..

22 giugno 2012

Il leader dei moderati

Vorrei proprio conoscerli, questi moderati che ora B. si candida a governare.
Berlusconi, la sfida per il dopo Monti "Voglio essere il leader dei moderati"

In che modo vorrà governare, questi moderati, il cavaliere?
Travestendoli da Obama o da Ronaldino?
Accogliendoli sul lettone di Putin?
Raccontando loro delle barzellette inedite?

A proposito di moderati: il Rapporto sui diritti globali 2012 racconta uno scenario dell'Italia che mette i brividi. Altro che moderati e grande centro.

Rapporto diritti globali, la foto dell’Italia in crisi fra tagli e disuguaglianze
Spesa sociale falciata dell'80% dal 2008, Welfare decimato, un quarto dei cittadini a rischio povertà, reddito dei ricchi che cresce dieci volte più di quello dei "meno abbienti". Con tre milioni di precari e due milioni di nuovi emigrati. Tutti i numeri di un paese "a rischio Grecia" nel volume promosso da Cgil e Arci
Meno lavoro, meno diritti, meno futuro. Il bilancio per l’Italia del Rapporto sui diritti globali 2012, pubblicato oggi dall’Associazione Società Informazione e promosso da Arci, Cgil e un gruppo di associazioni, è pessimo. “La prima guerra mondiale della finanza ha provocato l’11 Settembre dello Stato sociale e dei diritti”, si legge nel Rapporto. La conferma è nei numeri, che raccontano un Paese in cui povertà e disuguaglianze sono in aumento, mentre le voci principali di spesa sociale, tra il 2008 e il 2011 hanno subito tagli complessivi dell’80%.
Una tendenza che si aggraverà nel 2013, spiega il Rapporto, che quest’anno si intitola ‘La Grecia è vicina’. Al centro delle 1300 pagine di questa decima edizione, non poteva che esserci la crisi. Ma se gli Usa hanno provato a dare qualche impulso alla crescita, l’Europa, denuncia il Rapporto, sarebbe tutta concentrata sullo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti acquisiti da lavoratori e pensionati. Un giudizio che si traduce nella sostanziale bocciatura delle scelte di Mario Monti. “Un governo in linea con quello di Berlusconi”, critica il segretario della Cgil Susanna Camusso, che nella prefazione al Rapporto non usa mezzi termini: “I salari sono fermi, i redditi calano, la disoccupazione aumenta, la recessione si acuisce, la disperazione delle persone senza futuro si diffonde”.



Garante della costituzione

Nel giorno dell'esternazione del presidente, contro certi giornali che pubblicano certe intercettazioni dandone una interpretazione errata, usciva la sentenza del tribunale di Rom sugli operai Fiom, discriminati a Pomigliano dalla fiat.
Chissà cosa ne pensano questi 145 operai, del ruolo di garante della costituzione.
Articolo 3 della Costituzione

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E chissà cosa ne pensano certi giornali e certi giornalisti del ddl sulle intercettazioni che vieta la pubblicazione delle intercettazioni prima dell'udienza filtro: sarà un giudice  a stabilire cosa può essere pubblicato (perchè penalmente rilevante) e cosa no.

Di fatto, potrebbe palesarsi una ingerenza della magistratura nella sfera politica e nell'informazione.
Perchè di fatti non penamente rilevanti, ma che hanno valore per decidere se una certa persona merita il nostro voto, ne sono successi a bizzeffe.
Come quel premier con le sue cene eleganti, che si erge a difensore della famiglia.
O come quell'altro magistrato che aveva chiesto una raccomandazione per la promozione.

Oggi sul Fatto quotidiano, Marco Lillo pone le sue domande al portavoce del Quirinale. Attendendo una risposta.

Nel frattempo, i video editoriali di Battista (se anche il quirinale è intercettato .. ma ad essere intercettato era Mancino!) e Scalfari.

Ci sono un tedesco, un francese, un italiano euno spagnolo

Ci sono un tedesco, un francese, un italiano euno spagnolo a Roma, e non è una barzelletta.
Il tedesco ha paura che gli altri tre gli chiedano ancora soldi e non può permetterselo, perchè altrimento perderebbe le prossime presidenziali.
Il francese era partito con tante promesse (gli eurobond), e fino'ora non è riuscito ad ottenere niente.
Lo spagnolo non conta niente: ha dovuto accettare il prestito alle sue banche (per potere pagare l'ingaggio di Ronaldo) ed è lì per far numero.
L'italiano sa che dovrà strappare qualche concessione dal tedesco (specie dal prossimo incontro del 28 giugno), altrimenti il suo posto in Italia è a rischio.
Gli eurobond, no. I project bond, forse. Il nuovo fondo salva stati ESM magari.

Ci sono un tedesco, un francese, un italiano e uno spagnolo a Roma che si ritrovano per decidere come salvare l'europa unita. Ma non arriveranno a niente, nonostante le tante promesse e i buoni propositi.
No, non è una barzelletta.

21 giugno 2012

Sotto attacco

Il presidente dopo la cerimonia per  il 238esimo anniversario della fondazione della Finanza.

"In questi giorni è stata alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti sul presidente della Repubblica e sui suoi collaboratori costruita sul nulla", ha detto il capo dello Stato aggiungendo che "si sono riempite pagine
di alcuni quotidiani con le conversazioni telefoniche intercettate in ordine alle indagine giudiziarie in corso sugli anni delle più sanguinose strage di mafia del '92-'93 e se ne sono date interpretazioni arbitrarie e tendenziose e talvolta perfino manipolate".

Napolitano ha quindi riaffermato "l'assoluta correttezza della presidenza della Repubblica e dei suoi collaboratori, ispirata soltanto a favorire la causa dell'accertamento della verità". "Io ho reagito con serenità e con massima trasparenza - ha continuato - rendendo noto anche il testo di una lettera riservata al procuratore generale della Corte di Cassazione". E ancora: "Continuerò, perché è mio dovere e prerogativa, ad adoperarmi affinché vada avanti nel modo più corretto ed efficace, attraverso il necessario coordinamento, l'azione della magistratura. I cittadini possono stare tranquilli. Terrò fede ai miei doveri costituzionali".


Primo: la campagna stampa è basata su telefonate tra un ex senatore (e altro) che doveva testimoniare ad un processo e alti vertici dello Stato.
Secondo: il coordinamento delle indagini antimafia, è di competenza della DNA.
Terzo: Grasso nella relazione in Cassazione fa scrivere che non ci sono gli estremi per una avocazione del processo. Chi l'ha chiesta (l'avocazione)? Non è questa una interferenza?
Quarto: a proposito dei doveri costituzionali. Come la mettiamo col legittimo impedimento e il lodo Alfano? E con la futura legge bavaglio?
Proprio sulle intercettazioni «È una questione da risolvere con largo consenso». Dipendi dal consenso di chi.

Forse,non è il quirinale ad essere sotto attacco.

Nei mesi passati alcuni giornali hanno portato avanti campagne stampa basta su una villa a Montecarlo, sulle notti con una escort, sulle vacanze di un presidente di regione.
In questo caso, niente. Viene da chiedersi, chi sta sbagliando? Il Fatto Quotidiano o gli altri?

L'unico difensore rimasto

L'unico a difendere il ministro Fornero è Giuliano Ferrara (se escludiamo Monti, che lo fa per arrivare dalla Merkel coi compiti fatti).
La questione degli esodati?  Una puttanata, la sintesi del giornalista.
"Basta con questa grande fratello mediatico degli esodati", gridava in collegamento durante la trasmissione di rai 3 Agorà.



Sul foglio poi ha spiegato meglio la sua tesi:
E’ il caso di Elsa Fornero, una borghese di sinistra, e la puoi anche trovare antipatica, che c’entra?, che ha studiato la riforma delle pensioni per decenni, sa di che cosa parla, è stata chiamata al governo sapendo leggere e scrivere, far di conto e rendere conto delle sue azioni, poi agisce, riforma le pensioni e salva il bilancio pubblico, mostra una inquietante insicurezza piangendo, però supera il mugugno morale, stringe i denti, raddoppia gli sforzi, cerca una soluzione seria per un problema serio e antico, ché sopra i 15 dipendenti è meglio che gli imprenditori siano liberi di rinnovare il personale e congedare per ragioni economiche persone che la sua legge per la prima volta tutela universalisticamente, e accompagna la misura con norme perché i giovani vengano assunti, trovino un lavoro meno precario di quello attuale, insomma ci prova, sbaglia, si imbroglia nei conti dell’Inps, che non sono proprio il massimo della trasparenza, per causa di forza maggiore magari, alla fine si ritrova con un problema, quello degli esodati, che può benissimo risolvere, che promette di risolvere, la legge dice che tutti sono “salvaguardati”, dico salvaguardati, e lo saranno, magari com’è giusto non a spese della fiscalità generale ma con un minimo aumento delle aliquote contributive per sanare prepensionamenti spesso facili, ed ecco che la Fornero diventa l’uomo nero, la sua fronte intelligente e splendidamente rugosa diventa il praticello in cui abita una tartaruga, le sue foto e il suo diritto all’immagine cedono terreno alla mostrificazione, e i più spaventosi mascalzoni e demagoghi su piazza si accaniscono su di lei. Perché ha preso una decisione di rilevanza pubblica. Come Marchionne, che ha deciso di fare industria in modo responsabile con nuovi metodi sindacali sottoposti a referendum, anche lui un uomo nero, che perfino il giornale di famiglia ha paura di spiegare e difendere, ma lui è un maschio e si fa difendere dagli Stati Uniti d’America. Forza Elsa, siamo con te, fino alla fine, fino alle monetine.

Anche gli ultimi giapponesi pensavano veramente che la guerra non era finita.

Punirne uno per salvarne cento

Voglio fare qui i nomi dei coraggiosi eroi che ieri in senato, in spregio al pericolo, hanno votato no alla richiesta di arresto del collega Lusi:

Longo e Pera in dissenso dal Pdl. Tra gli interventi contro l’arresto quelli di Piero Longo – avvocato di Berlusconi – e Marcello Pera (che hanno partecipato al voto in disaccordo con la linea del gruppo) e dell’ex assessore pugliese Alberto Tedesco, per il quale Palazzo Madama negò tempo fa l’autorizzazione alla misura cautelare. Pera, in particolare, ha spiegato di sentirsi a disagio poiché al voto ha partecipato anche Francesco Rutelli “chiamato in correità” dallo stesso Lusi nel suo intervento. Peraltro alcuni esponenti del Pdl hanno esposto, durante l’intervento di Gasparri, alcuni cartelli con la scritta: “Rutelli parte civile, no, parte in causa. Prima Lusi e poi li getti”.

I 13 che hanno votato contro appartengono in maggioranza al centrodestra e due al gruppo misto. I senatori del Pdl contrari sono, oltre a Longo e Pera, Diana De Feo, Sergio De Gregorio, Marcello Dell’Utri, Guido Possa. I senatori di Coesione Nazionale sono Valerio Carrara, Mario Ferrara, Salvo Fleres, Elio Palmizio e Riccardo Villari. Ha votato contro anche il repubblicano Antonio Del Pennino. Il senatore che si è astenuto è l’ex leghista Piergiorgio Stiffoni, ora nel misto.

Almeno loro ci hanno messo la faccia: il PDL invece, per salvare un'altra parte del corpo, ha fatto come Ponzio Pilato, disertando il voto.



Dopo il voto, Lusi , dimostrando un alto senso dello stato e delle istituzioni, ha lasciato l'aula lanciando un segnale nemmeno troppo sibillino: “Ma ho ancora molto da dire ai pm”.

Come a dire, non ho agito da solo ... La solita repubblica dei ricatti.



Lusi, capro espiatorio, pagherà con qualche mese di carcere, per salvare tutti gli altri.
Altri che in questo momento stanno preparandosi alle prossime elezioni, che non si preannunciano nemmeno troppo vicine: per far cadere questo governo serve un voto di fiducia, e B. ieri ha garantito che sul ddl lavoro, il PDL farà la sua parte (sempre che vogliamo credere al cavaliere).

Fallito il tentativo delle liste civiche (forza lira, forza gnocca), si sta rispolverando il vecchio amore: l'alleanza tra Pdl e Lega. Entrambe unite dall'odio verso l'Europa e l'Euro ("non è una bestemmia uscire dall'euro", solo una sciocchezza, che c'è ne facciamo di una moneta che non varrà più niente?).
Io do una cosa a te e tu dai una cosa me: la Lega concederà il semipresidenzialismo alla francese a Berlusconi, e B. concederà il senato federale alla Lega. E tuti e due voteranno su intercettazioni (bavaglio) e sulla responsabilità civile dei magistrati. Il taglio dei parlamentari, la legge elettorale, il taglio o la limitazione dei rimborsi sono cose che possono aspettare.

Loro si sono salvati.
E noi?

20 giugno 2012

Strane storie, di Gianni Biondillo


Sono 17 strane storie, quelle raccolte qui: strane perchè è strana l'ambientazione (una carrozza di un metrò, un castello su cui gira una leggenda di sangue ), perchè sono strani personaggi (un clone di Gesù in un futuro surreale) o perché è il senso della storia che è fuori dal comune.
Storie in cui si mescolano diversi generi, perchè Gianni Biondillo non è il solito giallista con il morto ammazzato nella prima pagina e il poliziotto bello e maledetto che indaga sul caso. Oddio, forse in qualche racconto con l'ispettore Ferraro non siamo andati molto lontani da questo clichè.
Ma qui dentro c'è tutto lo houmor, tutto il piacere per il racconto fantasy (i coccodrillo sotto la mensa delle scuole della Lombardia, i supereroi ..), un pizzico di horror (brutto morire per i propri incubi dentro un vagone del metrò nell'ultima corsa notturna), una sana critica sull'attualità (l'expo vista con gli occhi del futuro, il percorso politico di un traditore). Mescolato assieme ad pizzico di erotismo, un pò di Orwell e a tanta fantasia: il risultato è pronto. 17 storie che faranno ridere, riflettere, anche indignare e pensare.

C'è un scrittore con troppa fantasia che cerca di passare un periodo di riposo in un castello.
In un futuro prossimo degli archeologi si metteranno alla scoperta della mitica Expo di Milano. Per arrivare alla scoperta di una bufala clamorosa. Orwell in salsa padana.
Due persone che si salutano in uno strano capodanno. E scoprono l'importanza della libertà.
Il percorso politico di un traditore: "è questo il potere"? Un futuro scenario politico che assomiglia troppo al nostro passato
Dal notiziario del giorno appresso: «Dopo il commosso giuramento di fronte al nostro Presidente della Repubblica, il nuovo capo del governo ha dichiarato che i previsti campi di lavoro per i cittadini extraitaliani saranno operativi già dal prossimo mese. 'E' un'iniziativa a difesa della nostra etnia e delle nostre tradizioni' ha dichiarato. Il Ministro degli Interni ha voluto puntualizzare che la marchiatura a fuoco sul braccio sinistro degli ospiti dei campi non deve essere intesa - come strumentalente affermato dall'opposizione - al pari di una operazione razzista ma come una banale procedura che serve a snellire l'organizzazione del lavoro, assai oneroso delle nostre forze dell'ordine. i sondaggi telefonici del nostro notiziario danno la nuova compagine governativa all'80 per centdell'indice di gradimento ».

«Il domani è già arrivato» ora pensa soddisfatto, dal balcone di Palazzo Venezia.

La rivoluzione dei bambini contro il mangiare "caccopiscioso" delle mense lombarde dopo la razionalizzazione.
L'ipocrisia nei confronti dei diversi: il bullo che non si rende conto di ciò che ha fatto. Quello che se ne frega. Quella che se la tira, vanitosa.

"Sono io il colpevole, perchè ho sempre saputo che nessuno uscirà vivo di qui se non chino piegato, genuflesso, con la faccia nella polvere. io, che c'ero abituato, so come si striscia. Loro moriranno nel loro vomito perfetto e immondo".

Il comico che confessa le sue colpe: lui è l'ispiratore del politico prestigiatore. Quando la realtà supera la satira. Anche per colpa nostra che non abbiamo fatto sempre il nostro dovere di citatdini.
Una Tosca nel terzo millennio.
Dei calzini magici che insegnano ad un uomo ad amare gli altri. Per non scomparire.
Una morte in un cantiere. Una morte scomoda, un secolo fa, come oggi.
La favola di un Gesù, anzi di più Gesù, in un futuro lontano.
Un sogno erotico che si avvera per un signore irreprensibile:
"Quello sguardo non ammetteva interpretazioni. Solo un idiota non avrebbe capito e di Mauro tutto si poteva dire tranne che fosse un idiota, non ostante per anni tutti l’avessero trattato forse anche peggio. Era, per capirci, il tipico secchione un po’ sfigato — oggi si direbbe un nerd, con quel gusto tutto italiano di assimilare acriticamente le parole anglosassoni come a rendere più eleganti gli insulti. Mauro aveva capito, altro che: quegli occhi erano pieni di desiderio, pieni di voglia, quello sguardo diceva una cosa sola: sesso."

Un amore che sopravvive alla morte.
Un incubo nel convoglio della metropolitana.
Anche i superoi in fondo, fanno una vita normale. Non lo sapevate? Quello che sarebbe eccezionale è vedere un vip in un atteggiamento inusuale: come Valentino Rossi che paga le tasse.
Due giovani, in una notte in una strada sperduta in mezzo alla campagna nella pianura Padana.
Infine, il racconto più personale. Come si diventa il più bravo scrittore di Quarto Oggiaro.

La scheda del libro su Guanda editore.
il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati:

(In)Sobria esternazione

Se il passato governo non ci lasciava mai a bocca asciutta, anche con questo tecnici non ci si può lamentare. 
Dagli sfigati di Martone alla monotonia del posto fisso:

"il posto fisso è noioso", "non siamo qui per distribuire caramelle" , "voglio cambiare il modo di vivere degli italiani", "se diamo il reddito minimo di cittadinanza ai giovani disoccupati si siedono a mangiare pasta e pomodoro", "gli esodati sono un costo della riforma delle pensioni" [prese dall'articolo di Meletti su il Fatto quotidiano]

Agli 80 miliardi di Passera (che mette la faccia sulla Salerno Reggio Calabria).
L'esternazione della Fornero sui numeri reali degli esodati, che creano allarmi.
Polillo e le vacanze degli italiani: fate meno vacanze così aumenta il PIL (e io che pensavo che servisse contrastare corruzione ed evasione, i tempi della giustizia...). Chissà cosa gli risponderebbero gli italiani che il lavoro non lo hanno, o quelli che verranno messi in mobilità nel pubblico proprio dalla collega Fornero.
Tra l'altro, le nazioni che fanno più ferie sono Germania e Olanda, quella che lavora di più la Grecia.

Viene da pensare che, non avendo idee che funzionano per i problemi del paese, si siano rifugiati nell'esternazione: male che vada si sono guadagnati il titolo in prima pagina, si è creata la polemica e nno si parla più delle questioni importanti.
L'importante , come ho scritto ieri, è dare l'idea di avere idee: lanciare riforme (sul lavoro, sulle pensioni, sull'università, sulla giustizia) e fare proclami.

Impeachment


Quando nel 1992 alcuni cittadini americani si chiesero se che Clinton avesse mentito agli americani, in merito ad un atto che non costituiva nemmeno reato, nessuno nella stampa, di fronte alla richiesta di impeachment parlò di atto "risibile". Clinton nominò un procuratore speciale, legato al partito repubblicano, e fu costretto a rispondere in streaming a tutte le sue domande.


Clinton aveva semplicemente giurato di non aver fatto sesso con la sua stagista ..

Le rivelazioni dei giornali, pochi in verità, sulle telefonate tra l'ex senatore Mancino e personalità del Quirinale, raccontano una storia ben più grave. Gli interessamenti di Napolitano sul processo di Palermo in cui Mancino era passato da testimone a indagato e il tentativo persino di avocare l'inchiesta, sono atti inopportuni.
Che creano confusione e sfiducia. Qui Beppe Grillo non c'entra nulla.

19 giugno 2012

Novantadue minuti di applausi!

Squinzi: “La riforma del lavoro è una vera boiata”

Alla frase seguono novantadue minuti di applausi!

Guagliò

Il lessico che emerge dalle intercettazioni dei "potenti" spiega molto più che non decine di articoli di giornali.
Da quelle dei furbetti, a quelle di Silvio con le sue girls.

E ora anche in quelle tra Mancino e il quirinale e i vertici del potere giudiziario (il pg della Cassazione), per l'inchiesta di Palermo sulla trattativa stato-mafia.
Il dialogo è quello tra due vecchi amici, e uno parla tranquillamente in napoletano. “Sono chiaramente a sua disposizione – dice il Procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito – adesso vedo questo provvedimento e poi ne parliamo. Se vuole venirmi a trovare, quando vuole”. E Nicola Mancino replica: “Guagliò come vengo, vado sui giornali”. “Ahahaha, ho capito”, commenta allegro il pg. Sono le 9.04 del 15 marzo 2012, l’ex presidente del Senato chiama per congratularsi con l’alto magistrato che ha appena ricevuto l’ordinanza del gip Alessandra Giunta su via D’Amelio.
Non è solo la ragnatela di relazioni che si muove forse per ostacolare, sicuramente per indirizzare l'azione dei pm palermitani,  impressionare.
Sicuramente operazioni non opportune e che andranno chiarite.

Sorprende la familiarità, il tono colloquiale con si parlano queste persone (consulenti dell'alto colle, magistrati, ex senatori, ufficiali del ros,giornalisti) che incarnano i vertici dello Stato: che basso rispetto delle istituzioni.
Il procuratore che si mette a disposizione, come un servitore qualsiasi. L'altro procuratore che mette paura a Mancino perchè "fa domande".
E lo stesso senatore che chiede al consulente giuridico “Veda se Grasso può ascoltare anche me in maniera riservatissima che nessuno sappia niente”.

Sono passati venti anni da quelle stragi: il 23 maggio, commemorando la figura di Giovanni Falcone il presidente disse
"La mafia, Cosa Nostra e le altre espressioni della criminalità organizzata - che tante vittime hanno mietuto nei decenni tra magistrati, servitori dello Stato e appartenenti alla società civile, ai quali rendo commosso omaggio, e lo farò anche a Corleone e a Portella della Ginestra - rimangono - ancora un problema grave della società italiana, e dunque della democrazia italiana. Dobbiamo perciò, noi tutti, proseguire con la più grande determinazione e tenacia sulla strada segnata con il loro sacrificio da Giovanni Falcone e da Paolo Borsellino. Se le stragi in cui essi caddero massacrati insieme a uomini e donne delle loro scorte, segnarono il culmine dell'attacco frontale allo Stato, ai suoi rappresentanti più temibili nello scontro diretto e quotidiano con il crimine organizzato, e se gli attentati della primavera del 1993, e il loro torbido sfondo, si esaurirono in se stessi, la mafia seppe darsi altre strategie, meno clamorose ma non meno insidiose. Da allora le diverse organizzazioni criminali - tra le quali in particolare la 'ndrangheta, e in forme violente e spietate - hanno coltivato vecchi e nuovi traffici profittevoli e invasivi, conservando e acquisendo posizioni di potere soprattutto sul terreno economico, anche attraverso pesanti condizionamenti della vita politico-istituzionale".
Vediamo se dalle parole (non di circostanza) si arriverà ai fatti.