27 aprile 2012

Crisi, crescita a qualunquismi

Si parlava di crisi, ieri sera a Servizio Pubblico: i ragazzi che passano il tempo libero nei centri commerciali a guardare le vetrine dei negozi, i parenti degli imprenditori suicidi, le persone che sulla soglia dei 50 si trovano precari e senza molte speranze.


E, come contro canto di questa crisi (che non nasce ieri, e nemmeno per circostanze fortuite o impreviste), i discorsi elettorali di Marine Le Pen e Beppe Grillo.
Imputati di fare qualunquismo, antipolitica, demagogia .. Non so: ascoltavo le parole della Le Pen e non mi trovavo così in disaccordo? Sto diventando anche io di estrema destra?
Che c'è di male ad attaccare questa politica che salva la finanza e non l'economia reale? Ha ragione a criticare la scelta di finanziare le banche con i soldi della BCE (cioè nostri), quando poi le banche oggi sono comunque in crisi e non stanno aiutando le piccole imprese e i piccoli commercianti. Costretti a rientrare nei fidi a breve, o che si vedono bocciare le richieste di prestiti o mutui.
Forse sbagliava la Le Pen quando dice che non ha senso una economia che delocalizza la produzione in nome di un profitto che poi non viene redistribuito se non a poche persone (e ricordiamo che i ricchi sono diventati in questi anni di neoliberismo sempre più ricchi con una tassazione più agevole).

E Grillo? Sbaglia Di Pietro a dire che Beppe non fa proposte. Io stesso ho contribuito alla campagna per cacciare Antonio Fazio dalla Banca d'Italia: vi ricordate? Erano gli anni dei furbetti e già allora si doveva capire che c'era qualcosa che non andava nelle finanza.
Beppe è stato il primo a parlare di Parmalat, del problema dei cda delle aziende italiane dove siedono le stesse persone in società in presunta concorrenza (e oggi, il DL Salva Italia sta un pò facendo pulizia .. esce Marina ed entra Pier Silvio in Mediobanca).
Grillo che nel blog parlava di energie rinnovabili e dei problemi degli inceneritori e del nucleare.
Grillo che ha raccolto firme per mandare a casa (o fuori dal parlamento) condannati (e inquisiti), per limitare a due mandati la carriera politica dei nostri sempreverdi (buoni per tutte le stagioni).
Aveva ragione Grillo.

Dove sbagliano però: se le obiezioni della Le Pen sono serie, sono le ricette ad essere sbagliate. Non è l'uscita dall'euro la soluzione. E non è nemmeno auspicabile un rinchiudersi dei paesi nei loro confini: viviamo in un mondo globalizzato, dove merci e soprattutto soldi, viaggiano tra paesi e continenti.
Solo un'Europa unita può affrontare alla pari, un mondo globalizzato, gli altri colossi. Certo qualcosa va cambiato: si deve passare da un'economia finanziaria a finanziare l'economia reale.
La BCE deve poter dare soldi (magari passando per una banca nazionale) agli stati membri e non più solo alle banche.
Oggi Draghi lancia l'allarme sulla salute delle banche europee: bene, visto che dovranno essere salvate, almeno che ci concedano qualcosa.
Il cambio del management, la restituzione dei soldi prestati, il divieto di fare speculazione con i soldi dei loro clienti.

Il gigantismo ha causato i problemi che stiamo subendo (troppo passivamente) oggi: gruppi bancari finanziari troppo cresciuti che non possono fallire perchè hanno in mano i nostri titoli. Il gigantismo e l'assenza di regole nel mondo della finanza: il mercato non solo non si autoregola, ma è fortemente asimmetrico nei confronti dei più forti e la politica ha lasciato fare per troppo tempo.
Ebbene, siccome gli italiani stanno tirando la cinghia, anche le banche e le assicurazioni devono farlo, andando anche loro a dismettere i loro asset e le loro partecipazioni, se hanno problemi di liquidità.

Oggi, ovunque ti giri, senti parlare di crescita: ma anche qui, non è ancora bene noto il come. Le grandi opere verranno rilanciate?
Anche qui vale il discorso di prima: basta con i gigantismi. Più che i ponti e i tunnel, servono le piccole opere di riqualificazioni nei comuni, mettere in sicurezza quelle zone rese a rischio dalla colata del cemento (perchè il cemento e le frane fanno aumentare il pil, ma a lungo termine sono cose che si pagano).

Le tre linee guida di Monti erano rigore, equità e crescita: il rigore è stato pagato con la riforma delle pensioni e le maggiori tasse. La spesa corrente è stata parzialmente decurtata a Palazzo Chigi, nei viaggi aerei, ma rimane molto da fare in altri ministeri e poi nelle regioni e comuni.
Non si sono toccate però pensioni d'oro, costi della politica (che non hanno a che vedere coi costi della democrazia).
Perchè non pagare i supermanager di stato con bond dello Stato decennali ad interesse basso?
Rigore significa anche spendere bene i soldi pubblici: ovvero il contrario di quanto si legge sui giornali sui finanziamenti ai partiti, sugli scandali nella sanità (in Lombardia come in Puglia). Visti i tempi, possiamo ancora permetterci tutte queste missioni all'estero, solo per avere anche noi un posto al sole?

Equità, a me fa venire in mente Equitalia, l'azienda statale di riscossione dei crediti di uno stato che però, rimane debitore nei confronti di migliaia di piccole imprese.
Cosa intende fare queto governo? Magari si potrebbe attuare un meccanismo di compensazione, tra debiti e crediti.

Equità significa far pagare anche a a ciascuno il suo: dunque lotta all'evasione e alla corruzione (che falsa i rapporti col pubblico e tra privati e va contro il libero mercato). Da questo punto di vista qualcosa è stato fatto contro i piccoli evasori, con i blitz e con i limiti del contante a 1000 euro (ma Report ha spiegato che si potrebbe fare di più). Ma le leggi sono quelle di prima e in Parlamento, a legiferare sono gli stessi di prima. Quelli che “senza soldi ai partiti sarebbe drammatica”, quelli di Ruby nipote di Mubarak, quelli che serve meno stato e più privato.
In un paese dove 1 pensionato su 3 vive con meno di 500 euro, poi scopri della proposta di togliere il reato di elusione fiscale, dell'onorabilità dei dirigenti non retroattiva e della legge salva Francesco Corallo, sui proprietari delle concessioni( pubbliche) per le slot machine (anche i figli di mafiosi possono ora essere concessionari, dopo un emendamento del governo).
Ecco, tutto questo non depone molto circa la coerenza e la onorabilità di questo governo.
E la crescita? Al momento rimettiamo le mani nell'Europa (ma varrebbero i discorsi di prima sui piccoli interventi nel territorio), e sulla libertà di licenziare.

Con buona pace di quelli che attaccano Grillo e i qualunquisti.

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