30 dicembre 2011

Quelli che .. sono ancora rimasti attaccati ai vecchi stereotipi

Di tutti i commenti fatti allaconferenza stampa di Monti di ieri, due in particolare meritano un commento. Quello di Berlusconi e quello di Di Pietro, perchè entrambi denotano l'essere rimasti ancora agganciati a degli  stereotipi non più validi oggi.
Di Pietro che parla di televendita del professor Monti, quando in realtà il presidente del Consiglio ha parlato solo dei principi che ispireranno la prossima manovra.
E Berlusconi che ha voluto interpretare a modo suo la frase di Monti (che citava B. stesso) sull'ottimismo.
Andasse a dirlo agli operai di Fincantieri di Sestri, o agli 800 licenziati di Wagon Lits.

La realtà è che entrambi hanno molto da perdere col durare del governo Monti. Di Pietro, se il governo dei tecnici dovesse continuare il suo cammino, rimarrebbe al di fuori della coalizione riformista-progressista che Bersani ha in mente, e Berlusconi non riuscirebbe più a portare avanti la doppia faccia di lotta e di governo.

Non è scontato che B. ritorni al governo: lo scrive Maurizio Viroli sul Fatto: grazie alla memoria breve degli italiani, se tra qualche mese si dovesse andare a votare, chi si ricorderebbe più del suo governo che ci ha portato ad un passo dal baratro? 


 Silvio Berlusconi detesta perdere ed è convinto di essere molto più vulnerabile nei confronti dei maligni magistrati che da anni lo perseguitano, se non controlla il governo e il Parlamento. Un governo e un Parlamento a lui ostile potrebbero addirittura abrogare le leggi che lo proteggono e introdurne altre che lo porterebbero dritto agli arresti domiciliari, visto che per l’età non può andare in carcere. Logico che pensi a uno spettacolare ritorno, anche perché non c’è nulla (tranne forse i soldi e le grazie femminili) che ami più degli eventi spettacolari che lo vedono protagonista. Tutta la stampa mondiale ne parlerebbe; i suoi nemici sarebbero confusi e umiliati; i cortigiani traditori tornerebbero da lui supplichevoli, come resistere?

   IN SECONDO luogo, non dimentichiamo che Berlusconi non è stato sconfitto dal voto popolare o da un voto di sfiducia del Parlamento. Chi ha parlato di sconfitta di Berlusconi o di crollo di un regime ha esagerato. La sua è stata piuttosto una ritirata ben concepita e ben attuata al fine di evitare una disastrosa sconfitta e di prepararsi nel modo migliore a dare battaglia in condizioni più favorevoli per riguadagnare il terreno concesso agli avversari, e conquistarne dell’altro. Di fronte all’imminente pericolo di una bancarotta dell’Italia che avrebbe travolto lui e i suoi servi senza possibilità di rivincita , Berlusconi ha scelto di compiere il tanto celebrato “passo indietro” o “passo di lato” per lasciare a Mario Monti l’onore e l’onere di imporre le misure impopolari necessarie per affrontare la crisi economica.

   La parola chiave per capire la vicenda politica italiana è “popolare”. Quando Berlusconi percepirà che il governo Monti è sufficientemente impopolare, apparirà di nuovo sulla scena proclamandosi vero e unico rappresentate e difensore dei concreti interessi popolari offesi dai tecnici. Il suo biglietto da visita saranno gli interessi immediati e il risentimento contro gli onesti intelligenti e privilegiati. Alle prossime elezioni (nella primavera del 2012?) Berlusconi si presenterà inoltre come il redentore della democrazia Italiana. Ripeterà migliaia di volte che la maggioranza degli italiani aveva votato per lui affinché egli potesse governarli e che il Presidente della Repubblica, un ex comunista non eletto dal popolo, lo ha costretto a dimettersi; che ha lasciato Palazzo Chigi per senso di responsabilità verso il bene comune della patria anche a costo di sacrificare i propri interessi e il proprio potere; che ha deciso di ricandidarsi soltanto perché sente il dovere di intervenire per rimediare ai danni dei tecnici saputelli e sobri sostenuti dalla sinistra.
   [..]Gli italiani non sono cambiati dagli inizi di novembre ed è poco probabile che cambino modo di ragionare da oggi a marzo o aprile, quando , si dice, saranno chiamati alle urne. Quali argomenti potrebbero opporgli i suoi avversari? La dissennata gestione dell’economia che ha portato ai limiti della bancarotta? Sanno tutti che gli elettori hanno memoria corta. Quando si voterà, gli italiani ricorderanno le dure misure di Monti, non la benevola comprensione di Berlusconi nei confronti dei privilegi, delle illegalità e della corruzione.

E infine, tra le opposizione vere o simulate, c'è Bossi, sempre più in basso negli insulti a Napolitano, che da a B. de "l'utile cretino".

Sempre sul tema delle riforme che potrebbero far crescere il paese:
- la risposta di Monti alla domanda sugli sprechi nella politica (le uova di struzzo .. sperando che Monti non faccia lo struzzo).

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