03 ottobre 2011

Grandi manovre


L'esito della raccolta firme per il referendum contro il porcellum, e la crisi (al rallentatore) della maggioranza stanno spronando i partiti alle grandi manovre.
Diventa più probabile il voto alla prossima primavera: lo dice Casini, lo  dice Maroni.
Dal governo tecnico (dei responsabili), alle elezioni subito. Più veloci di un neutrino sotto il tunnel della Gelmini.
Calderoli tira fuori i retroscena del porcellum, e Alfano scopre le preferenze.


Un tutti contro tutti, sembra: cosa non fa la paura degli elettori.
E, nel giorno in cui si celebra il processo perfetto a Milano (sulle notti di Arcore), apprendiamo dell'uscita di Marchionne da Confindustria, con una lettera alla Marcegaglia.

"Ti confermo - scrive l'ad del Lingotto - che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Da parte nostra, utilizzeremo la libertà di azione applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori".


Possiamo fidarci?
Considerando che aveva promesso 20 miliardi di euro per gli investimenti in Italia non ancora visti, che aveva detto di non preso soldi dallo stato (cioè da noi) e anche questo non è vero, è bene dubitare.


Si dice che a Todi, a metà ottobre ci saranno le prove ufficiali per la nuova DC (a furia di negare, i vescovi rinforzano le mie convinzioni).
Per prendere il posto della Pdl , alle prossime elezioni di primavera.


Alla faccia della repubblica fondata sul lavoro e della volontà dei cittadini.

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