26 settembre 2011

Presadiretta - il popolo

La crisi non colpisce tutti allo stesso modo ...  
Presadiretta, nel lungo servizio nei quartieri a Napoli ha mostrato cosa significhi vivere nella miseria, in Italia, oggi. Nell'Italia che siede ai tavoli del G20 e del G8, dove c'è gente che fa invece fatica a mettere qualcosa in tavola, a trovare un lavoro, che putroppo è un lavoro a nero dove vieni pagato quando capita.
Una situazione che la crisi in atto tenderà a peggiorare: perchè nonostante la manovra votata con la fiducia più di una settimana fa, i mercati continuano a bruciare miliardi e lo spread ad aumentare.
Sono interessi che lo stato è costretto a pagare sempre di più: ora è cresciuto al 6%. Se dovesse salire al 7%, diventerebbe difficile rifinanziare il debito: il 7% è il tasso della Grecia, quando ha chiesto un debito all'Europa.

Il popolo pagherà il prezzo più alto di questa crisi: pochi minuti prima Travaglio a Che tempo che fa faceva il suo monologo su una ipotesi di manovra.
Lotta alla corruzione, all'evasione, alla mafia, al capolarato e al lavoro nero: la manovra che non si può fare, perchè c'è un premier sotto processo per evasione e corruzione. E sulla mafia, basta dire che mercoledì prossimo la maggioranza chiederà di salvare un ministro sotto processo per concorso esterno in mafia.
Vietato tagliare le province, i costi (non necessari) della politica, le spesse militari e le missioni di guerra.

E allora ecco i tagli al welfare, alla scuola, agli enti locali, al comparto sicurezza.
Assieme a Gaetano di Vaio, Riccardo Iacona ha girato i bassi del quartiere Ponticelli. Per una volta le telecamere non hanno parlato dei secessionisti del nordest, ma di gente come Salvatore, da dieci anni nell'edilizia, sempre in nero.
In nero come Pasquale, che sono due mesi che non prende stipendio, o come Antonio, che si porta dietro pure il figlio di 17 anni.
Per prendere 30-40 euro dopo una giornata di lavoro passata a spostare macerie, mettere su mattoni, tirare su muri.

In queste famiglie mandare i figli a scuola è un lusso e infatti è alta l'evasione scolastica, le strade sono piene di ragazzini che invece dovrebbero stare sui banchi. Per prendersi un diploma che gli permetterebbe di trovare un lavoro migliore, magari con contributi e stipendio regolare.
Qui invece prendere un diploma è difficile anche perchè le famiglie dietro non stimolano i ragazzi a studiare, perchè a casa non ci sono libri (oltre che soldi).

Le strutture di aiuto per lo studio dei ragazzi, come quella di Antonella di Nocera, chiuderanno i battenti per i tagli al welfare: peccato perchè qui, dove i ragazzi sono seguiti 1 a 1, poi i risultati li danno.
Ma a Ponticelli si è fatto di peggio: si è chiusa la scuola più bella, comprese le struttre sportive.
E, parafrasando lo scrittore, dove si chiude una scuola si apre un carcere.

Ma anche la Camorra è in crisi, e non riesce più a ridistribuire i soldi nei quartieri più bassi: anche le famiglie dei carcerati vanno a ritirare i pacchi degli aiuti dall'Europa, come tutte le altre famiglie povere di Scampia.
Nei quartieri dove c'è la Camorra, c'è opvertà vera: eppure se qui lo Stato si presentasse qui con scuole e lavoro, ptrebbe dare un colpo mortale alla criminalità.

Lo scandalo della bonifica mancata di Bagnoli.
La chiusura degli stabilimenti dell'Italsider, che davano lavoro a 20000 persone più l'indotto, dovev a portare alla riqualificazione della zona,  per uso turistico. Oggi, passati 20 anni, c'è solo uno spazio vuoto: l'auditorium costruito per eventi culturali è fermo, come fermo è anche il centro benessere.
Non solo, il mare di Bagnoli è ancor inquinato da idrocarburi e pcb (ma la gente qui fa il bagno lo stesso): una barriera di massi alta 50 cm separa il mare dalla sabbia delle spiagge, che comunque riporta i segni degli inquinanti.
E pensare che l'IRI aveva costituito la Bagnoli Spa per la bonifica della zona, che ha avuto a disposizione 320 + 80 miliardi di lire: che fine hanno fatto questi soldi, si sono chiesti Iacona col giornalista Mazzotti del Roma?

Qui il turismo non può partire, e in ogni caso, il turismo da solo non può bastare per risollevare l'economia di Bagnoli e della Campania. Servono le industrie, servono stipendi veri, contributi. Eppure, sempre per la crisi e per la fuga delle imprese, succede il contrario: chiude la Irisbus ad Avellino, come chiude anche a Termini, giù in Sicilia, la Fiat.

Si poteva fare diversamente? Domenico Iannacone ha raccontato quanto è successo nella Ruhr, dopo la chiusura delle miniere. Il land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio.
Le miniere si sono trasformate in musei che oggi sono visitati da milioni di persone. Poco meno di quanti oggi vengono a visitare le case di Pompei. Quelle che crollano perchè non ci sono soldi per i lavori.

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