14 giugno 2011

Il giorno dopo

Ieri sera mi sono rifiutato di seguire qualsiasi trasmissione politica (no, non sto parlando di Bruno Vespa) che parlasse dei referendum.
Non avrei sopportato che, a commentare il voto (e l'ennesima disfatta di questa maggioranza che non ne azzeca una) fossero dei giornalisti, politici.
Ne avrei potuto anticipare i commenti. Voto demagogico, inutile, il governo ascolterà, il governo aveva stoppato il nucleare, non c'è valenza politica, noi tireremo diritto.
E dall'altra parte, dovete dimettervi, avete perso, non avete maggioranza.

I vincitori di questa battaglia sono altri: i comitati, i movimenti, le persone che non hanno ascoltato nè i partiti , nè gli editoriali di molti giornali, nè i consigli di andare al mare.

Gli italiani han dimostrato che possono fare a meno dei partiti e che sanno pensare con la loro testa.
E ora che farà il governo? Un'accelerazione sulle riforme della giustizia per mettersi al riparo (lui e i suoi sodali) dai processi, o la parvenza di una riforma fiscale da dare in pasto agli elettori per delle probabili elezioni anticipate?

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