09 marzo 2011

In Lombardia

Viene anche da ridere, dal botta e risposta tra Gheddafi e Bossi:

Gheddafi ha denunciato «l'ingerenza negli affari interni di un Paese», spiegando che è come «se noi ci occupassimo degli affari della Corsica o della Sardegna. Il Nord Italia - ha aggiunto - era indipendente e si chiamava Padania. Noi non ci siamo impicciati lì dentro. A Bengasi le persone armate, compresi i membri di Al Qaeda, non hanno - ha concluso - rivendicazioni politiche chiare, come è successo in altri Paesi dell'Africa del Nord».
E Bossi ha risposto con la solita leggerezza:
«Ma ti pare? Abbiamo tantissimi uomini e le armi le facciamo in Lombardia».
Leggerezza (sui fucili padani) condivisa anche dal ministro degli interni intervistato da Mentana.

C'è un detto tra i leghisti per cui "ogni militante leghista è libero di pensarla come Bossi".
Cosa penseranno - con la testa di Bossi, si intende - i leghisti alla relazione della Direzione Antimafia, per cui la ndrangheta è ben radicata in Lombardia?
"La Lombardia, così come osservato dalla Dia in sede di relazione semestrale, si conferma la regione del Nord che registra il maggiore indice di penetrazione nel sistema economico legale dei sodalizi criminali della 'ndrangheta."
Che diranno? "Come siamo fortunati, abbiamo i fucili per difenderci"?
Forse, dopo gli sbarchi, i rom, Roma ladrona (e la moltiplicazione dei posti da sottosegretario), delle quote padane negli alpini, potremmo anche preoccuparci delle ndrine in Lombardia. Che dite?

Segnalazioni:
- del legame Lega PDL se ne parlerà stasera ad exit.
- divieto di striscioni: a Brescia due scriscioni (sulle dimissioni di B. ) rimossi dalla Digos
A proposito delle quote verdi negli alpini: dei 4 alpini morti in Afghanistan in un attentato, due erano originari del sud, uno era sardo l'ultimo pisano.

Nessun commento: