19 gennaio 2011

Quelli che si indignano per l'immagine del paese

Avere trasformato in prostitute - dopo averne intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni - le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un'operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo. La pubblicazione delle loro fotografie - che corredate di nomi e cognomi sono adesso vere e proprie foto segnaletiche - da parte dei media, non è stata (solo) un fatto di cronaca; è stata (anche) una barbarie.
Ma se c'è una intercettazione è perchè c'è una ipotesi di reato.
E pm che le chiede, per delle persone sospettate di reato e un gip che le autorizza.

E se oggi queste intercettazioni sono pubbliche è anche perchè sono uscite dalla giunta per le autorizzazioni. Dalla politica, dunque.
E se ci sono delle barbarie, prima di incolpare al solito la magistratura, si dovrebbe riflettere sul fatto che oggi sono su tanti giornali, anche quello di Ostellino.

Infine, se proprio vogliamo indignarci, chiediamo come andrà a finire l'inchiesta sull'intercettazione a Fassino.
Il dossieraggio Telecom, l'archivio di Pompa in via nazionale a Roma ...

Insomma mi sembra la solita storia: ci si indigna contro chi scopre (un possibile reato), non contro chi lo commette.

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