24 gennaio 2011

Le parole di Confindustria

Ho seguito con interesse anche l'intervista al presidente di Confindustria ieri sera: la si commenterà oggi, dicendo che anche gli imprenditori attaccano il governo.

Eppure, le parole del presidente sono, in pratica, solo una critica all'immobilità di questi mesi del governo. E un affondo sul caso Ruby ("c'è un'Italia diversa che va a letto presto").
Dopo aver bene operato nel primo anno di governo: la Marcegaglia ha apprezzato la riforma universitaria, l'utilizzo dei soldi pubblici per la cassa integrazione in deroga (tanto paga pantalone). Il governo ha tenuto i conti a posto .. tanto è vero che il debito pubblico è aumentato.

Si deve pensare allora che l'operazione Alitalia sia valutata positivamente, lo scudo fiscale che ha permesso il rientro dei capitali sporchi. Un pò inconciliabile con l'impegno contro il pizzo in Sicilia, no?

Anche qui, faccio fatica a comprendere nel concreto quali riforme chiedano le imprese: le infrastrutture, al solito (ma anche il trasporto pubblico?).
Punire chi ha bloccato le opere e gli investimenti, mettendo dei veti (in pieno stile del governo del fare ..).
Altre liberalizzazioni: riforma della pubblica amministrazione, meno stato e più privati.
Già ci siamo dimenticati dell'inchiesta sulle Grandi Opere e sugli sprechi del G8 alla Maddalena.

Ma il riformismo passa anche per le relazioni sindacali: le parole sono produttività (lavorare di più) e competitività (pagare di meno).
Il contratto nazionale che non sarà più obbligatorio, ma sostituito in parte da un contratto ad hoc per le imprese.
Per avvicinarsi alle esigenze delle imprese.
E alle esigenze delle persone? L'estensione dei diritti sindacali nei paesi dove oggi si delocalizza?
Come ha fatto Marchionne, si promettono maggiori salari, ma occorre produrre di più, per distribuire di più. E chi le compra le auto e i Suv?
Insomma, sembra di intuire dalle parole della presidente, una riforma in senso federale di Confindustria.
Che avrebbe anche un suo valore.

Nella pratica però, la Fiat rimane in cassa integrazione. Dei nuovi modelli non si sa nulla.
E le vendite sono ancora in calo.
La ripresa ancora non si vede.

Aspettiamo ora la risposta del governo.
Dal lato mio, sarebbe bello sentire un giorno promettere che nelle imprese si deve arrivare a zero morti bianche. Che si deve ridurre il numero di ore di malattia per infortunio (così si aumentano le ore di lavoro).
Che ci deve essere una giustizia (civile e penale) con tempi e sentenze certe.
Che le promesse per aumentare la spera in ricerca non fossero solo parole vuote.
Perchè se vogliamo fare meglio dei cinesi, dobbiamo puntare sulla qualità. Non solo sui costi al ribasso.

Nessun commento: